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Massimo Sideri per il "Corriere della Sera"
SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN
La ricerca della soluzione dell’equazione post-Gutenberg è al centro del Summit mondiale dell’editoria organizzato da Wan – Ifra. Il dibattito sulla trasformazione in corso nell’industria dei media è globale. E in questo caso la ricetta non è segreta. Gli ingredienti sono: editoria, new media , Internet, digitalizzazione, mutamento delle abitudini di lettura, viralità, mobilità e accesso ubiquo. L’incognita rimane il modello di business.
Come confermato ieri la direzione in cui stiamo andando rientra tra le variabili che a questo punto possiamo dire di conoscere. «Quello che sta facendo la differenza — ha detto John Elkann presidente di Fiat Chrysler Automobiles, editore de La Stampa e primo socio dell’Rcs, la società che edita il Corriere della Sera — è che oggi nel nostro mondo due miliardi di persone si collegano alla Rete via smartphone e tablet. Ormai un quarto degli accessi su Internet avviene attraverso il mobile. In Africa e Asia la percentuale è del 40%, in Cina dell’80. Non ci sono solo persone nel loro ufficio che vanno sul web via pc».
«Dieci anni fa — ha ragionato Elkann — gli smartphone non esistevano. Oggi ne vengono venduti circa un miliardo ogni anno, quattro o cinque volte più delle tv e dei pc [...]. E ciò che è interessante per la nostra industria è che questi utenti leggono anche» sul device mobile . Elkann ha anche citato il recente report del Nyt sull’innovazione del settore. «Ciò che ho trovato interessante è l’ultimo capitolo intitolato digital first . Credo che sulla base dei numeri e della crescita che vedo la realtà è “mobile first”».
il Presidente de La Stampa e di Fiat John Elkann e lAd di RCS Pietro Scott Jovane
Il salto ulteriore secondo Amy Webb, fondatrice del gruppo Usa WebbMedia, sarà rappresentato dalle esperienze come la testata Vox dove dal paradigma «digital first» si è passati a quello «technology first». Il media nasce in questo caso intorno alla tecnologia capace di collegare il produttore di contenuti con la community di lettori.
Un passaggio per nulla banale. I media tradizionali sono basati sul vecchio concetto del platform first : la tv, il giornale di carta. Il mezzo determinava il modello di business e l’eredità del controllo della piattaforma la sua sopravvivenza. Oggi, secondo Webb, i media, pur lasciando al centro il contenuto, dovrebbero investire e fare acquisizioni sulla tecnologia per lasciare alle spalle la fase del digital first , una transizione basata sull’unione tra contenuti tradizionali e canali social.
de Bortoli intervista il giovane editore John Elkann Presidente LA Stampa
Non a caso la manager ha citato Nest i termostati intelligenti con cui Google sta cercando di creare la casa cosciente. L’informazione customizzata non è solo quella che si basa sui Google trends. Ora il motore di ricerca ci dice quali sono le parole chiave degli italiani ora, per ora, ma non va dimenticato che è fallito il mastodontico progetto di Google per anticipare le influenze basandosi sulle parole ricercate dalle persone sul motore.
Il futuro potrebbe essere quello di un «giornale cosciente» che capisce non solo gli interessi del lettore ma anche di che tipo di informazione ha bisogno a seconda dei suoi spostamenti e della situazione in cui si trova.
Resta il tema delle regole del selvaggio web. «Siamo di fronte ad una sfida da affrontare, per certi versi, in termini costituenti. Il mondo digitale necessita di regole che devono essere per loro stessa natura sovranazionali». Così il sottosegretario alle telecomunicazioni Antonello Giacomelli, intervenuto sempre al Lingotto di Torino.
«Siamo convinti — ha proseguito — che la dimensione europea sia per noi la dimensione minima per affrontare temi tanto complessi, come ad esempio quello della trasformazione digitale. Per pesare bisogna avere una voce sola ed il semestre di presidenza italiana può rappresentare in quest’ambito una straordinaria occasione».
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