lucio battisti molteno

“LE CAUSE LEGALI CON LA VEDOVA SONO ANDATE AVANTI ANNI E ADESSO DOVREMMO ANCHE INTITOLARGLI UNA VIA? NO, MAI” – LA DECISIONE DI DEDICARE UNA STRADA A LUCIO BATTISTI SCATENA LA PROTESTA DEI RESIDENTI DI MOLTENO, BORGO DI QUELLA BRIANZA “VELENOSA” CANTATA DALL’ARTISTA (CHE QUI HA VISSUTO DAL 1973 FINO ALLA MORTE) – SONO STATE RACCOLTE 117 FIRME CONTRO L’IPOTESI DI UNA VIA PER IL CANTANTE. VECCHI RANCORI (IL FESTIVAL A LUI DEDICATO AL CENTRO DI UNA LUNGA BATTAGLIA GIUDIZIARIA TRA L’AMMINISTRAZIONE E GLI EREDI, LA SALMA SPOSTATA DAL CIMITERO DEL PAESE) SI AGGIUNGONO AL TIMORE DI INCORRERE IN PROBLEMI BUROCRATICI. MOGOL: “GLI ABITANTI DI MOLTENO DOVREBBERO ESSERE ORGOGLIOSI DI LUCIO” - IL SINDACO: “SANIAMO I RANCORI” - VIDEO

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Barbara Gerosa per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

 

 

Al bar, in centro paese, tra un caffè e una briscola ognuno dice la sua.

 

lucio battisti

«Le cause legali con la vedova sono andate avanti anni e adesso dovremmo anche intitolargli una via?», la frase scivola sul tavolo insieme all’asso di coppe. «Io sono contento, se lo merita, è stato un grande». Altro parere, altro gioco, primiera e settebello. La discussione si anima. Per le carte. Non per Battisti. «I cittadini di Molteno sono come era lui: riservati. E il tema in fondo credo interessi solo chi abita in via Aldo Moro», chiosa il sindaco Giuseppe Chiarella.

 

La decisione di intitolare una strada a Lucio Battisti, musicista, cantante, poeta, ha scatenato la protesta dei residenti lungo il vialone che porta al Dosso di Coroldo, frazione collinare del piccolo borgo della Brianza lecchese dove l’artista ha vissuto dal 1973 fino alla morte, nel 1998. Il suo rifugio per 25 anni, ma anche la «Brianza velenosa» di «Una giornata uggiosa».

 

lucio battisti molteno

Le villette abbracciate dal verde e la petizione con 117 firme protocollata in Comune, e inviata anche alla Prefettura, a cui spetta il nulla osta alla delibera approvata dalla giunta, per chiedere di rinunciare all’intitolazione di parte di via Aldo Moro (meno di un chilometro, una trentina di case) al celebre cantautore. Vecchi rancori, il festival a lui dedicato al centro di una lunga battaglia giudiziaria tra l’amministrazione e gli eredi, la salma spostata dal cimitero del paese, si aggiungono al timore di incorrere in problemi burocratici.

 

«Sarebbe stato opportuno un incontro preliminare per avvisare i residenti — spiegano i cittadini —. Le rassicurazioni sul generico supporto che gli uffici comunali daranno agli abitanti non bastano: non c’è alcun riferimento alle spese da sostenere per la nuova denominazione». «Siamo qui dal 1990 — spiega Christian Broch, presidente della Cooperativa sociale Accoglienza e Lavoro, che aiuta alcolisti e tossicodipendenti —.

 

Battisti e Mogol sono stati a lungo i nostri vicini di casa.

lucio battisti mogol

 

Col primo non abbiamo mai avuto rapporti, Giulio Rapetti invece ci ha aiutato molto. Abbiamo firmato la petizione perché un cambio di intitolazione della via comporterebbe molti disagi. Non solo: Aldo Moro è un simbolo per noi. La persona prima di tutto, la sua frase, è parte fondante del nostro agire».

 

«Lucio ha deciso di venire a vivere a Molteno dopo che io, per primo, mi ero trasferito al Dosso di Coroldo — ricorda Rapetti, in arte Mogol, autore della maggior parte dei testi di Battisti —. È stato un periodo magico. Non comprendo la polemica: è giusto gli venga intitolata una strada, i suoi meriti come musicista e interprete sono immensi. Gli abitanti di Molteno dovrebbero esserne orgogliosi».

 

E invece nella lettera che accompagna la raccolta firme non manca un passaggio sui rapporti burrascosi del passato, a partire dal contenzioso che ha visto l’amministrazione vincere in Cassazione la causa avviata dagli eredi contro il festival organizzato a Molteno. «Le vie legali per impedire che il Comune promuovesse qualsiasi iniziativa per ricordare l’artista, così come il gesto della traslazione dei suoi resti hanno colpito tutta la comunità moltenese, offendendola dopo decenni di rispettosa convivenza».

 

Getta acqua sul fuoco il sindaco Chiarella. «È il momento di sanare i rancori del passato onorando la memoria di Battisti — sottolinea —. C’è stato un riavvicinamento della famiglia a Molteno e tutte le decisioni sono state prese in accordo con la vedova Grazia Letizia Veronese.

Lucio battisti Grazia Letizia Veronese