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1. RISTABILITI I TRADIZIONALI ORDINI A CAPRI: RAGAZZINI CONTRO LE RAGAZZINE SENZA TOLLERARE ECCENTRICITÀ E STRAVAGANZE GAIE
Alberto Arbasino per “Il Corriere della Sera”
Come è cambiata, la già famosa Piazzetta di Capri. Adesso, in preda a vasti gruppi di ragazzini napoletani che ristabiliscono i tradizionali ordini — ragazzini contro le ragazzine — senza tollerare eccentricità e stravaganze. Già illustri e famose. La Piazzetta prosperava sulle stravaganze, tipo «Totò a Capri» o «a Capri c’è la gioia della vita, a Capri c’è la cica-cica-bum-ci»...
Ma adesso, senza spendere o incassare soldi, come faranno i locali?
2. SOLO IN ITALIA! L’IMPOSSIBILITA’ DI POTER PAGARE UN BIGLIETTO FERROVIARIO
Michele Serra per La Repubblica
La stazione di Capalbio Scalo è una delizia, con i binari dritti che sbucano dai pini e dentro i pini spariscono, gli oleandri in fiore, la luce marina che rende tutto nitido e smagliante. Di una biglietteria neppure una remota traccia, dicono che le ultime biglietterie ferroviarie furono abolite già dagli etruschi, se ne trova ancora qualcuna in funzione nelle stazioni molto grandi, ammesso di riuscire a individuarle nel dedalo di negozi di abbigliamento, di scarpe, di orologi, le parafarmacie, i bancomat. Online i biglietti, per i treni minori, non si possono fare. Ma ci sono ben due macchine obliteratrici automatiche, si farà lì il biglietto.
Sandro Veronesi e Michele Serra
No, sono spente, forse svenute forse morte. Indigeni gentili (il barista, un passante) e altri viaggiatori dicono però che certamente sarà possibile fare il biglietto sul treno. Ci sarà il bigliettaio. Il treno arriva e sembra al passo con l’insperato decoro della stazione: pare sfuggito, per qualche strano caso, alle cure dei writers, e dunque non è orribilmente tatuato, è un trenino bianco e azzurro di bell’aspetto.
Si parte per Roma. Di bigliettai o altri obliteratori facenti funzione, anche precari, anche in subappalto, o volontari, o controllori rimasti sul treno da precedenti epoche ferroviarie: neppure l’ombra. Dimmi, mio bel trenino: in quanti ci hai portato gratis dalla Toscana a Roma? E quanto ha risparmiato la tua mamma Trenitalia, decimando il personale, e quanto perde impedendo di pagare il biglietto e chi vorrebbe tanto pagarlo?
3. A CHE SERVONO LE PRESENTAZIONI DEI LIBRI?
Alberto Arbasino per “Il Corriere della Sera”
Pordenone davvero legge?... Si rimase con una immagine contraria, parecchi anni fa, perché in un pomeriggio festivo il teatro principale era pieno. Tanta gente, e si divertivano molto: duettavo con Raffaele Manica, sul palco, e poi eravamo invitati da Matteo Codignola, nella pizzeria di fronte. Però nessuno si offriva di comprare una copia, dalle pile all’ingresso. E allora, si ragionò: neanche con Shakespeare o Pirandello, si comprano i testi dopo lo spettacolo.
Poi si presentarono alcuni anziani, con vecchie copie ormai fuori da tutto. Si commentò: ma che strano. Tanti conservano le prime edizioni, e desiderano la firma. Sono lettori di una volta!
Ma presto si capì. Erano rivenditori di libri usati, e con una firma o una dedica potevano aumentare un pochino il prezzo.
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