DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Giordano Tedoldi per “Libero quotidiano”
A costo di apparire provocatori quanto lo era lui nel 1976, quando minacciava l’integrità di microfoni,diffusori e padiglioni auricolari, in qualità di cantante e leader dei Sex Pistols, sosteniamo che John Lydon, in arte Johnny Rotten, è un filosofo.
O perlomeno lo è diventato, da quando il punk, di cui è stato il fondatore, si è dissolto in una nostalgia reducistica come un’ideologia del Novecento, senza contare che i Pistols hanno liberato tutta l’energia nell'unico album pubblicato, Never mind the bollocks, here’s the Sex Pistols (Non preoccupatevi dei coglioni, ecco i SexPistols), dopodiché alcuni di loro sono svaniti e i due più carismatici, Sid Vicious e Rotten, si sono scissi come un meteorite al contatto con l’atmosfera: Vicious si è autoannientato;
Rotten è sopravvissuto a se stesso, si è sposato (il matrimonio dura da trent’anni), ha partecipato a reality show, ha fatto la pubblicità del burro, e ha scritto due volumi autobiografici. Il secondo è uscito un mese fa in Inghilterra, Anger is an energy: my life uncensored (La rabbia è energia: la mia vita senza censure), un librone di 544 pagine pubblicato da Simon&Schuster.Ediverte vedere come, a 40 anni di distanza, Rotten riesca ancora a far uscire allo scoperto gli ipocriti. Figurarsi che il recensore del Telegraph si è scandalizzato perché il suo libro assomiglia a un «estenuante sfogo da pub», e perché «la sua [diRotten] padronanza dell’inglese non è così salda come crede» e, quale orrore!, il libro è pieno di onomatopee come «whoooaaargh », e «whopeee» e «uuungggh».
Ma che sorpresa: il libro del frontman dei Sex Pistols non è scritto con i criteri di una dissertazione per una borsa al Clare College di Cambridge. La dabbenaggine del recensore dimostra che ancora oggi ci sarebbe bisogno di uno schiaffone come quello affibbiato al loro esordio dai Pistols, nell’attesa si può attingere al Rotten-pensiero cavando alcune dichiarazioni come fossero aforismi filosofici la cui nota comune è di essere lucidamente cinici e sprezzanti delle pose da prima donna dei suoi presunti colleghi.
Quando Elvis Costello annullò per protesta alcuni concerti in Israele, Rotten dichiarò: «Se Elvis fottuto Costello vuole tirarsi indietro da un concerto in Israele perché improvvisamente gli è salita questa compassione per i palestinesi, allora buon per lui.Ma io ho solo una regola, giusto? E finché non vedo un Paese arabo, un Paese musulmano, con una democrazia, non capirò come qualcuno possa avere un problema sul modo in cui sono trattati».
Una dichiarazione con la quale si inimicò pressoché in blocco quei patetici personaggi che sono i punk contemporanei, politicamente alquanto irreggimentati, sui quali pure Rotten ha da dire qualcosa: «L'etica punk col tempo è diventata un’uniforme punk. È orrendo: io non sono entrato nel grande gioco della musica per arruolarmi in un esercito. Ognuno dovrebbe essere libero di esprimere la sua personalità e al diavolo ogni tipo di competizione».
Su Sid Vicious non si sforza di mostrarsi compassionevole, ma più volte ha dichiarato di sentirsi in colpa per averlo reclutato nei Sex Pistols come bassista: «Non era pronto per quello stress, il suo ego non poté gestirlo, la sua testa semplicemente esplose. Cose che accadono». La durezza del giudizio si spiega col desiderio di non voler favorire in alcun modo la tesi, accreditata anche dal film Sid e Nancy, che Vicious fosse un eroe romantico distrutto dal sistema mediante l'eroina.No, era un «miserable junkie», dice Rotten, cioè un patetico drogato, e «chi si droga sceglie di suicidarsi lentamente e non c’è nulla che tu possa fare per fermarlo».
Quindi avverte: «Non cascate nella trappola di quella sporca, drogata cultura rock». Stesso discorso su Kurt Cobain, il cantante dei Nirvana, fondatore del grunge che del punk viene considerato una derivazione: «Se avesse capito qualcosa,come l’ho capita io, non si sarebbe ammazzato, avrebbe capito che la vita è un bene prezioso». Sulla rivalità con l’altro gruppo antisistema britannico, i Clash di Joe Strummer: «Non mi piacevano per niente. La loro idea di musica era un po’ di citazioni di Karl Marx con uno straccio di melodia sotto», e nel suo libro sempre sui Clash: «Giacche di pelle borchiate per tutti non è un credo in cui posso riconoscermi».
SEX PISTOLS GOD SAVE THE QUEEN REGINA ELISABETTA
Oggi, i suoi gusti musicali si orientano piuttosto verso le sontuosità decadenti di Rachmaninov o il pop patinato dei Duran Duran. Dice che è dura essere Johnny Rotten, «mantenersi integro ». Viste le sue idee e la società attuale, avrà trovato più comodo invocare l’anarchia negli anni ’70.
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