DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
1. L'EX MOGLIE DI PIRLO: «GIUSTO L'ASSEGNO DOPO IL DIVORZIO»
Andrea Pirlo e Deborah Roversi
Il 10 maggio la Corte di Cassazione ha stabilito con una sentenza che, in caso di divorzio, l’assegno di mantenimento va stabilito facendo riferimento al criterio dell’indipendenza o autosufficienza economica e non al tenore di vita goduto nel corso delle nozze. Nel dare la notizia, molti giornali hanno ricordato divorzi famosi, come quello del 2014 tra l’ex campione del mondo della Nazionale italiana, Andrea Pirlo, e Debora Roversi, sua moglie per 13 anni e madre dei suoi due figli Nicolò, nato del 2003, e Angela, nata nel 2006.
Ma l’ex signora Pirlo, in proposito, su questa sentenza ha qualcosa da dire. E ci ha scritto una lettera.
Andrea Pirlo e Deborah Roversi
Sulla mia vicenda personale, diventata come era inevitabile anche una vicenda mediatica, ho ritenuto a ragione di mantenere la massima riservatezza. I giornali e i mass media ne hanno parlato a lungo, come peraltro è comprensibile quando la fine di un matrimonio riguarda un campione.
Ho accettato mio malgrado di non avere un ruolo e di non prendere posizione diretta su quanto ha interessato e travolto la mia vita. La propria sofferenza è un’esperienza personale, soprattutto quando rischia di essere fraintesa se non addirittura strumentalizzata.
Andrea Pirlo e Deborah Roversi
In occasione della recente sentenza della Corte di Cassazione che riguarda gli assegni in favore delle ex mogli, sono stata personalmente coinvolta come se fossi una donna che a dispetto del marito si è arricchita. Dopo aver riflettuto a lungo, ho capito che avrei dovuto prendere posizione direttamente ed esprimere la mia vera situazione di donna e di moglie, evitando che nel mio silenzio venissero coltivati ingiusti malintesi, volontari o meno che siano.
Le mie riflessioni non riguardano solo la mia vita ma anche quella di molte donne di ogni ceto sociale, che hanno donato la propria esistenza per la realizzazione dei sogni e dei progetti dell’uomo amato.
deborah roversi ex di pirlo con alessio
L’assegno che mi è stato riconosciuto non è un assegno divorzile ma è quello che la legge stabilisce nella separazione dei coniugi. L’importo non è quello indicato dai mass media (53 mila euro, ndr). Dedotto l’assegno di mantenimento dei figli e le imposte che verso regolarmente, l’importo è di gran lunga inferiore (di quasi due terzi).
Il mio matrimonio è stato un matrimonio di vero amore. Eravamo appena sedicenni; Andrea giocava da poco nel Brescia ed entrambi non sapevamo che sarebbe diventato un campione.
Deborah Roversi, ex moglie di Andrea Pirlo 2
Nati in un paesino della provincia bresciana, l’unica certezza che avevamo era di amarci da impazzire, con il desiderio incontenibile di un futuro e una famiglia per sempre insieme. La nostra era una vera storia d’amore, con fughe da casa per sottrarci di nascosto al controllo dei genitori e tante stelle guardate a lungo insieme, sognando ad occhi aperti, ciascuno negli occhi e nel cuore dell’altro. Ogni incontro era magico e fantastico. I nostri occhi brillavano alla vista dell’altro ed era come se un cuore solo battesse per due. Come accade soltanto in una vera storia d’amore.
DEBORAH ROVERSI E RICCARDO GRANDE STEVENS FOTO DA CHI
Andrea, intanto, si affermava nel lavoro con crescenti risultati, sino al successo che tutti conosciamo. Io sempre al suo fianco ed entrambi con la purezza di sempre e con la semplicità che avevamo ereditato dal nostro paesino di gente vera. Non cambiava nulla dentro di noi. Umiltà e naturalezza, mai arroganza o superbia tra noi o verso gli altri.
Il nostro amore era vigoroso e si irrobustiva ogni giorno, ancora di più con l’arrivo dei figli.
DEBORAH ROVERSI E RICCARDO GRANDE STEVENS FOTO DA CHI
Non è stato semplice rinunciare a me stessa. Il mio amore era allo stesso tempo abnegazione e rinuncia. Non era possibile immaginarlo diversamente con un uomo che diventava Campione, al quale era necessario donarsi per non impedirgli il futuro. Ho compreso il mio ruolo con spirito di partecipazione e di sacrificio, ed ho offerto a lui ogni attimo della mia esistenza incondizionatamente per la sua sicurezza, la sua serenità, la sua concentrazione.
Ero consapevole dell’importanza del mio compito al suo fianco. Man mano che Andrea confermava le sue qualità e raggiungeva i risultati che compivano il suo destino; man mano che egli vinceva e prendeva forma la sua storia di Campione, io avevo già compreso il mio ruolo, che si racchiudeva nella responsabilità di tutelare la sua persona e la sua professione; ma anche l’immagine di un simbolo e di un sogno collettivo, che riguardava ogni tifoso e anche ogni italiano, come in alcune notti infinitamente magiche che rimarranno nel cuore di tutti.
In quelle notti sono rimasta moglie e madre e vincevo anch’io per la gioia del nostro amore.
Non potrò mai dimenticare il lavoro silenzioso su me stessa e sulla mia vita per amore di lui che si apriva al destino di Campione e che anch’io ogni giorno ho aiutato a compiersi.
Andrea Pirlo e Deborah Roversi
È difficile raccontare l’abnegazione, la rinuncia e l’annullamento di me stessa al fianco di un Campione. Un senso di responsabilità continuo, a volte anche ansioso e preoccupato vissuto dentro senza dirlo, che ha permeato l’intera mia esistenza al suo fianco soltanto per lui e per la sua storia che prendeva forma.
Nessuna interferenza, nessun condizionamento; approvazione e sostegno continui anche quando avrei voluto esplodere per affermare me stessa. Dominio e negazione della mia vita per il suo bene e per il suo sogno che doveva compiersi e che si è compiuto come entrambi desideravamo anche per merito mio.
Andrea Pirlo e Deborah Roversi
Dirigenti, allenatori, giocatori e tifosi sanno tutti quanto sia decisivo il ruolo della moglie di un campione. Il suo destino si avvera attraverso regole sane e relazioni sane, tra cui quella decisiva con la moglie e la famiglia.
Umiltà, misura, responsabilità, amore devoto verso Andrea e i figli. Senso di servizio verso la famiglia, per il bene comune e per l’accrescimento di ogni potenzialità di Andrea mettendo a disposizione me stessa senza limiti e senza riserve.
Andrea Pirlo e Deborah Roversi
Non ho mai pensato di sfruttare la situazione, di procurarmi vantaggi di alcun tipo per prevenire i rischi del futuro. Non ho mai pensato a me stessa ed ho donato la mia vita interamente senza alcuna polizza per me e nessuna previdenza per il mio futuro.
Questo mio dono, ne sono convinta, è stato uno dei cardini del suo successo. Ogni momento della sua vita e della sua professione si fondava sull’amore, sulla fiducia e sulla certezza della mia presenza premurosa.
L’autentico dono di sé non ha un prezzo e non deve esser dimenticato nell’oblio una volta realizzato il proprio progetto. Il dono di sé non deve essere rinnegato dall’altro e ogni suo frutto, quando finisce l’amore, non potrà essere trasferito ad altri.
Andrea Pirlo e Deborah Roversi
Ecco perché la sentenza, a cui è stato riservato molto clamore, non può riguardare le donne che hanno sacrificato interamente la propria vita per il proprio uomo, rinunciando ai propri studi o al proprio lavoro e alla propria realizzazione personale.
Non sono condivisibili le pretese di chi, pur avendo realizzato se stessa nel corso del matrimonio, voglia anche parte di quanto realizzato dal marito. Questo anch’io non lo considero giusto. Tuttavia la sentenza della Corte di Cassazione deve far riflettere sulla situazione di mogli che hanno donato completamente la propria esistenza, per le quali un semplice assegno «assistenziale» sarebbe non solo ingiusto ma anche offensivo.
Non ho il compito e la competenza di leggere le norme; non mi sfugge tuttavia di comprendere che quando una donna ha contribuito alla ricchezza del marito perdendo le chances per la propria autorealizzazione, al momento della cessazione del matrimonio, a maggior ragione quando avviene per cause a lei non attribuibili (come nel mio caso), non sarà sufficiente un mero assegno «assistenziale» sarà necessario invece considerare anche il diritto ad un risarcimento per la propria vita donata per amore ed anche un compenso proporzionato al proprio contributo come avviene in una vera e propria impresa familiare.
Il dono della propria vita non sarà mai ripagato, ma almeno sarà impedito l’oblio a cui si vorrebbe destinare la vita altrui, spesa con amore e poi abbandonata.
2. DIVORZI: LA PACCHIA È FINITA
Gisella Desiderato per ‘Novella 2000’
Attenzione: da febbraio 2014, quando è stata depositata dal Tribunale di Monza la sentenza di uno dei divorzi più celebri della storia, Veronica Lario percepisce dall’ex marito Silvio Berlusconi un assegno di mantenimento della bellezza di un milione e quattrocentomila euro al mese, oltre quarantaseimila euro al giorno, quasi duemila euro l’ora (lei aveva ottenuto tre milioni al mese, ridotti poi dal giudice).
SIlvio Berlusconi e Veronica Lario
La novità è che questa cifra potrebbe essere falcidiata. Motivo? Silvio Berlusconi ha presentato un ricorso per ridurre l’ammontare dell’assegno di divorzio. La causa è appena iniziata, il Cavaliere ha probabilità di vincerla. A regalare speranze all’ex premier, e in realtà a determinare l’avvio di questo ricorso, è la recente sentenza della Cassazione che, a detta di tutti gli esperti del settore, sta rivoluzionando il diritto matrimoniale.
eleonora berlusconi e veronica lario
Prevede che l’assegno di mantenimento dell’ex coniuge più ricco non debba più garantire lo «stesso tenore di vita tenuto durante il matrimonio », ma vada parametrato «all’indipendenza o autosufficienza economica» di chi chiede l’assegno. Precisiamo: parliamo solo di mantenimento dell’ex, e non di quello dei figli che continua a seguire le vecchie regole.
Comunque, la sentenza della Cassazione, emessa solo un mesetto fa, decreta un principio rivoluzionario: il matrimonio non va più considerato come un “contratto” che ti sistema a vita, garantendo appunto lo stesso tenore di vita anche dopo che la coppia scoppia, ma stabilisce che il matrimonio va considerato come relazione affettiva, d’amore, e come tutte le relazioni umane può finire. E se finisce, finiscono pure i rapporti economico-patrimoniali sottesi. Addio quindi agli assegni di mantenimento milionari corrisposti in eterno dall’ex straricco.
Il matrimonio non è più un vitalizio, la pacchia è finita. Ecco perché Berlusconi, dopo diciannove anni di matrimonio con la Lario (dal 1990 al 2009, ma la loro relazione è iniziata nel 1980, quando lui l’ha vista recitare al Teatro Manzoni, se ne è innamorato e ha mandato all’aria le nozze con Carla Dall’Oglio), dopo circa quattro di separazione (da novembre 2009 a febbraio 2014) e poi di divorzio, si è precipitato a chiedere il ricalcolo dell’assegno.
VERONICA LARIO E SILVIO BERLUSCONI
Chissà se anche questo ci sarà nel film che Paolo Sorrentino sta preparando su Berlusconi (interpretato da Toni Servillo). Questa nuova causa di ricalcolo appena iniziata non ha nulla a che vedere con l’altra, appena conclusa, in cui la Lario ha avuto la conferma della sentenza di separazione della Corte d’Appello di Milano del 2014, che fissava in due milioni al mese (oltre sessantacinquemila euro al giorno, duemilasettecento euro l’ora) il mantenimento a carico dell’ex premier. A proposito, nelle settimane scorse in rete è girata la notizia che la sentenza della Cassazione che rivoluziona l’assegno di divorzio non si applica al caso Lario- Berlusconi.
Va precisato che quella sentenza non si applica perché riguarda solo il divorzio e non la separazione che, secondo i Supremi Giudici sospende i doveri di «convivenza, fedeltà e collaborazione», non quelli di «natura patrimoniale» che rimangono in essere. Tradotto: i due milioni confermati alla Lario si riferiscono al periodo di separazione, e non possono dunque essere intaccati dalla sentenza della Cassazione. Ma l’assegno di un milione e quattrocentomila che la Lario percepisce per il divorzio può essere intaccato, eccome.
Berlusconi è stato il primo a dare il via al ricalcolo dell’assegno di divorzio. Ma sono tanti i casi di “rotture celebri” in cui i molti zeri dell’assegno di divorzio rischiano di essere falcidiati. C’è ad esempio Gigi D’Alessio che dal 2014, quando ha divorziato, versa all’ex moglie Carmela Barbato quindicimila euro al mese. Il loro matrimonio è durato vent’anni fino al 2006, quando poi il cantautore ha ufficializzato la relazione con l’attuale compagna Anna Tatangelo.
E c’è Andrea Pirlo, a breve papà del primo figlio con l’attuale compagna Valentina Baldini: il calciatore è fresco di separazione da Deborah Roversi. Nel 2014 i giudici hanno chiuso i loro dodici anni di nozze con un assegno di cinquantacinquemila euro al mese che lui deve versare a lei. I due potrebbero chiedere a breve il divorzio. E grazie alla sentenza della Cassazione, l’assegno di Deborah potrebbe calare di tanto rispetto a quello della separazione.
alena seredova con la maglia di buffon per le mutande chiedere di ilaria
In una situazione simile si trovano dopo tre anni di nozze (in totale nove di relazione e due figli), si sono separati nel 2014 (quando lui si è invaghito della giornalista Ilaria D’Amico). I tempi per il divorzio breve sono maturi. In questo caso però le cifre del mantenimento non dovrebbero cambiare molto: pare che già ora da separati lui versi a lei solo lo stretto necessario per i figli. Lei ha un altro amore (e che amore!) Alessandro Nasi, manager della famiglia Agnelli e Buffon è legatissimo alla D’Amico.
gigi d'alessio e carmela barbato
C’è poi Raoul Bova che, dopo tredici anni di matrimonio, nel 2013 si è separato da Chiara Giordano, per iniziare la relazione con l’attuale compagna Rocìo Morales. Le cifre del mantenimento della separazione non si conoscono, ma pare che la coppia abbia tribolato per definirle. Ricordiamo che la mamma di Chiara è Annamaria Bernardini de Pace, noto avvocato matrimonialista.
gigi d'alessio e carmela barbato 3
Ora forse un po’ preoccupata proprio perché, avvicinandosi i tempi per il divorzio, con la sentenza della Cassazione, l’assegno alla figlia potrebbe dimagrire un po’. Fatto sta che la Giordano, commentando la sentenza, ha detto: «Tutela i “polli” dalle “stronze” che li vogliono accalappiare. Ma non difende le donne che si immolano per la famiglia». Perché le donne che rinunciano a lavorare per seguire il marito ricco possono incontrare problemi a ricollocarsi dopo il divorzio.
Sicuramente non il caso della Giordano. Non hanno bisogno della sentenza della Cassazione Barbara d’Urso e Sabrina Ferilli. Alla signora di Canale 5, pochi giorni prima della Cassazione, i giudici hanno dato ragione: ha fatto bene a non versare, perché non doveva farlo, l’assegno all’ex Michele Carfora (da cui è separata dal 2006, dopo tre anni di nozze) visto che lui ha creato una nuova famiglia, che fa «venire meno l’obbligo di solidarietà post-coniugale ».
raoul bova divorzia da chiara giordano 0
Non ha tribolato la Ferilli che dall’ex Andrea Perone, con cui è stata sposata un paio d’anni fino al 2005, non ha ricevuto richieste di mantenimento. Ricordiamo che quelle nozze sono finite dopo un tradimento di lui, paparazzato su uno yacht alle Eolie in compagnia di Sara Varone, che presentava Buona Domenica accanto a Elisabetta Gregoraci.
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