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Andrea Montanari per "Milano Finanza"
Con l'arrivo di Urbano Cairo, sul cui shopping sta già chiedendo lumi la Consob che potrebbe convocarlo pure a Roma per capire le motivazioni e le modalità tecniche dell'operazione, quello di Rcs Mediagroup più che un salotto buono (dell'editoria) pare essere divenuto un campo da calcio. O, vista l'importanza e l'allure di alcuni azionisti di Via Rizzoli, la tribuna vip del giornalismo italiano.
Il patron del Torino, che per rilevare il 2,8% del gruppo proprietario tra gli altri del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport ha investito 14,93 milioni (poco più di quanto incassato dalla vendita del difensore Angelo Ogbonna alla Juve), non è altro che il terzo imprenditore con la passione del pallone arrivato al soglio di Via Solferino.
Perché fin dal 1984 c'è, e ora si è rinforzata fino a divenire il primo socio del patto con il 20,5%, la Fiat di proprietà degli Agnelli che vantano pure il club più scudettato d'Italia, il sodalizio bianconero con il quale Cairo sta facendo affari (c'è pure di mezzo l'attaccante Ciro Immobile, nuovo granata e finora in comproprietà tra Genoa e Juve).
E da anni nell'azionariato di Rcs figura anche Diego Della Valle (8,99%), proprietario assieme al fratello Andrea della Fiorentina, club storicamente antagonista della Juve. Un intreccio di sport, affari, interessi personali e societari, relazioni ad alti livelli e traguardi calcistici prese) che non può sfuggire al mercato.
Ed è per queste ragioni che sul mercato già si ragiona non tanto sul futuro, sul destino e soprattutto sulla presa del CorSera, che resta pur sempre il quotidiano italiano più diffuso e più influente per la scena politica, ma su quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi sull'attività editoriale sportiva del gruppo di Via Rizzoli. Perché l'azienda controlla anche la Gazzetta, ovvero il quotidiano più letto del Paese e pure lo spagnolo Marca, testata di riferimento sul mercato iberico per quel che riguarda calcio&sport.
Giornali anch'essi con una forza intrinseca non di natura editoriale: l'importanza delle testate non viene affatto trascurata da istituzioni calcistiche e dai massimi sistemi che governano i vari campionati. Così chi entra in possesso, direttamente o indirettamente, di quote azionarie, può in qualche modo entrare nella stanza dei bottoni. O quantomeno avere la convinzione di poterlo fare.
Ma va detto che due testate come la Rosea in Italia e Marca in Spagna (e potenziamente anche nei Paesi a lingua spagnola dell'America Latina) hanno una elevata brand awarness che ha permesso diversificazioni di prodotto e ampliamento dell'offerta: dai canali web gli allegati tematici, dal merchandising alle iniziative collaterali. Valga come esempio il fatto che Rcs Sport organizza la più importante manifestazione ciclistica nazionale, il Giro d'Italia.
Ed ecco che in scia a queste considerazioni, i soci, vecchi e nuovi, a spiccata vocazione calcistica potrebbero lavorare alla definizione di un progetto industriale dal respiro internazionale.
Perché se tra le linee guida del piano dell'ad Pietro Scott Jovane c'è la valorizzazione anche in chiave multimediale dei due quotidiani in Italia, gli azionisti potrebbero ipotizzare un grande matrimonio su scala europea con la prestigiosa testata francese L'Equipe di proprietà del gruppo Editions Philippe Amaury che controlla tra gli altri France Football (che assegna il Pallone d'oro) e il quotidiano della capitale transalpina, Le Parisien (con la sua versione a tiratura nazionale Aujourd'hui en France) e organizza il mitico Tour de France, la maratona di Parigi e l'open di golf di Francia. Attualmente il gruppo è gestito da Marie Odile Amaury, vedova del fondatore, e dalla figlia.
Azionisti che lo scorso aprile si sono ricomprati dal gruppo Lagardère il 25% della casa editrice. Ma nel settore c'è chi sostiene che l'attuale proprietà , se trovasse un partner di settore, potrebbe anche decidere di privarsi de L'Equipe. E Rcs sarebbe, si sostiene in ambienti finanziari, l'alleato migliore per un progetto che avrebbe una eco globale e avvicinerebbe anche le due gare ciclistiche più importanti d'Europa. Un progetto che, a onor del vero, era già stato accarezzato e studiato da qualche ex manager di Via Rizzoli che aveva persino intravisto le potenziali commerciali e industriali.
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