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MATTIA FELTRI SGONFIA NICOLA MORRA: “SONO SINCERAMENTE STUPITO DALLA SARABANDA CHE HA SOLLEVATO. DICE UNA COSA SU JOLE SANTELLI, MORTA DA POCHE SETTIMANE, SUL FATTO CHE I CALABRESI NON DOVEVANO VOTARLA, NON SO SE PER LA MALATTIA, IL CANCRO, O PER IL PARTITO, FORZA ITALIA. HO ASCOLTATO LA FRASE QUATTRO O CINQUE VOLTE E NON CI HO CAPITO NULLA. EPPURE È UNO CHE SA USARE LE PAROLE MA STAVOLTA L'EURISTICA DELL'AGIRE GLI È VENUTA UN PO' A CAZZO…”
Mattia Feltri per “la Stampa”
mattia feltri premio e' giornalismo 2018 8
Sono sinceramente stupito dalla sarabanda sollevata da Nicola Morra. Va a radio Capital e dice una cosa su Jole Santelli, morta da poche settimane, sul fatto che i calabresi non dovevano votarla, non so se per la malattia, il cancro, o per il partito, Forza Italia. Ho ascoltato la frase quattro o cinque volte e non ci ho capito nulla.
Eppure Morra è uno che sa usare le parole, è laureato, ha insegnato al liceo, cita Aristotele, Max Weber, Jacques Maritain, ragione per cui è molto stimato fra i cinque stelle. Ieri, per esempio, per ricondurre la discussione sui piani di una dialettica attualistica si è offerto di «riverginare l'imene». Già un altro passo. Un' altra lucidità.
L'ho sentito, negli anni, dissertare sulla «biodiversità» del movimento, su sé stesso «politicamente castrato» prima di imbattersi in Beppe Grillo, cioè «nell' attesa degli esiti della maieutica». Ecco, questo è il Morra che conosco. Il Morra issato sul piedistallo del sapere e della loquela. Quando si decide di andare al governo, lui telefona al garante preoccupato che si sconvolga «l' ontologia» del Movimento. In Parlamento avverte che bisogna dire la verità, ma «gnoseologicamente».
nicola morra con la moglie patrizia foto di bacco
Si scaglia contro le «prolisse omelie mistificatorie» degli «epistemologi». Invita a «denudarsi delle sovrastrutture», ad amare la famiglia nel «senso della trascendenza», ad acquisire una «mentalità tomistica», ad affrontare il Covid distinguendo «doxa ed episteme», insomma, a praticare «la vera politica che sposa come euristica dell' agire la procedura del confronto». Mettiamola così, si vede che stavolta l' euristica dell' agire gli è venuta un po' a cazzo.
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