L'ULTIMA REGINA ITALIANA CEDE LO SCETTRO – PAOLA RUFFO DI CALABRIA, INQUIETA E BELLISSIMA, MAI AMATA DAI SUDDITI, CHE SALVO’ LA MONARCHIA DALLE CORNA REALI

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Laura Laurenzi per "la Repubblica"

Non era particolarmente amata dai belgi, quanto invece lo è oggi la quieta Matilde, tanto impeccabile da sembrare finta. Finta Paola non è sembrata mai. Era l'ultima regina italiana: da ieri a 76 anni ha lasciato il trono e ogni ruolo pubblico e lo ha fatto con un sospiro di sollievo.

Avrà più tempo per la famiglia, i tre figli, i dodici nipoti, più spazio per le sue sincere attività di volontariato e per gli impegni di Rinnovamento Carismatico in cui trovò cattolicissimo conforto nei tempi difficili. Si fa fatica a credere ci siano stati tempi difficili per una regina cresciuta e vissuta come lei nel privilegio, donna Paola Ruffo di Calabria dei principi di Scilla, nata bene a cominciare dal posto, Forte dei Marmi, settima e ultima figlia dell'asso italiano dell'aviazione Fulco Ruffo di Calabria.

Frequentava tutti i balli aristocratici della Dolce vita quando, in un ricevimento all'ambasciata belga per l'incoronazione di papa Giovanni XXIII, incontrò il principe Alberto che rimase folgorato dalla sua bellezza. In effetti era considerata la ragazza più bella di Roma: fascinosa, elegante, chic, nonché di ottima famiglia. Il matrimonio fu celebrato nel luglio ‘59 nella cupa cattedrale di Sainte Gudule a Bruxelles davanti a tutto il gotha europeo. Nel suo pregiato velo di pizzo antico, la sposa splendeva di una bellezza botticelliana ma aveva lo sguardo già velato di malinconia.

I giornali la definirono «un lampo di luce nelle nebbie della corte più austera d'Europa» ma presto la rimproverarono di preferire le vacanze alla beneficenza e di non volere imparare il fiammingo. Nei primi e faticosi anni a palazzo, la sua riuscita come principessa fu deludente se non pessima, i termini di paragone essendo quelli monastici e ascetici della regina-suora Fabiola, più sposa di Cristo che di re Baldovino.

Paola, l'italienne, era l'esatto opposto: bellissima, inquieta, insofferente al protocollo, spesso fuggitiva in incognito, fotografata su una spiaggia della Costa Smeralda teneramente abbracciata a un belloccio dalla barba bruna. Nel ‘69 dà scandalo quando, sempre in incognito, viene respinta davanti ai sacri portoni di San Pietro come una turista qualunque perché la sua minigonna è considerata indecente. Un altro scandalo la investe a Bruxelles quando Adamo, ex minatore diventato cantante, le dedica una canzone fremente di adorazione piagnucolosa giudicata non casta, "Dolce Paola".

Regina "per caso", quando vent'anni fa suo marito sale al trono succedendo al fratello Baldovino morto prematuramente, Paola sembra aver risolto i suoi dissidi coniugali che avevano portato la coppia sull'orlo del divorzio. Per colpa di chi? Se era lei, in gioventù, la paparazzata e l'intemperante, fu lui però che ebbe una figlia segreta da un'amante baronessa; proprio in questi giorni Delphine Boël, che oggi ha 45 anni, si è rivolta al tribunale chiedendo il riconoscimento di paternità.

Mai un lamento in pubblico. Con dignità e riservatezza, "Dolce Paola" si è dimostrata una formidabile incassatrice, riuscendo a mediare i conflitti, si disse, anche attraverso la fede. Ha anche saputo invecchiare con grazia e signorile rassegnazione, senza deturparsi con plastiche e lifting. E proprio nella terza età, in un progressivo riavvicinamento, è diventata la più fida consigliera del marito, la sua ombra.

 

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