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Laura Martellini per il ‘Corriere della Sera’
Massimo Giletti non va alla guerra, al massimo «con Fabio Fazio la domenica sera sarà guerriglia. Alla Rai ha un tg a fare da traino che è una corazzata. E non è vero che è stato lui a chiedere la mia testa».
Ma qualche sassolino dalla scarpa il conduttore se lo toglie («Un giorno vedremo il Papa seduto a Che tempo che fa») nonostante le lacrime che a un certo punto sgorgano sincere, alla presentazione di Non è l' arena, che sbarca su La7, da domenica alle 20.30. Un nome che sa di sberleffo, dopo anni di Arena sulla tv pubblica: «Ma è un titolo liberatorio, spero al settimo piano della Rai colgano l' ronia».
Ne ha da vendere, lui, nonostante le premesse pacifiste: «Non chiedetemi un giudizio sulle sorelle Parodi. Ma provo una certa tristezza a veder amalgamare polpette e frittelle ( il riferimento è alle ricette eseguite in diretta da Benedetta a Domenica In, ndr ) al posto di andare a stanare i problemi veri.
Dopo anni di onorato servizio e ascolti stellari, quasi 4 milioni di telespettatori per l'Arena , tanto che dopo l' annuncio della fine le offerte mi sono piovute addosso, mi sono sentito proporre di passare al varietà. Una tempesta umana e professionale. Uno strappo dolorosissimo.
Insieme a me, a rischio di scomparire è stata un' intera squadra di professionisti, che adesso porterò con me a La7. Con Cairo è stato un bell' incontro, nei bar di periferia per non dare nell' occhio. Deciso e determinato, sembrava uno della Juventus - sorride -. Una stretta di mano, e il mio destino è cambiato».
Precisa: «Non mi considero un martire. La Rai dovrà spiegare ai suoi abbonati le ragioni di quel che è successo. Trasformare l'Arena in un posto dove scegliere fra Forte dei Marmi e Riccione non è nel mio stile. Ho scalato tutti i piani di una tv pluralista, mi ritrovo vittima di un tentativo di normalizzare l' informazione.
Un'offesa alla dignità: sono nella stessa barca della Gabanelli, che del servizio pubblico dovrebbe essere l'incarnazione. E invece...». La giornalista ha presentato le dimissioni, effettive dal 15 novembre.
Nella prima puntata della nuova Arena , si partirà ovviamente dal caso Tulliani. I redattori del programma inviati a Dubai hanno contribuito all' arresto del cognato di Fini, ora in attesa di estradizione. Si parlerà anche di molestie sulle donne, «non si può puntare il dito su Asia Argento perché svela anni dopo la violenza subita. Troppo facile! È un burqa culturale. Poche interviste importanti ma contenuti forti, e qualche colpo teatrale».
Klaus Davi confermato come opinionista. E ci sarà Fiorello: «Sarà presente in un modo molto particolare. È stato fra i primi a domandarsi perché avessero chiuso il programma. Non finirò di ringraziarlo: persone come lui, e come Maria De Filippi che mi darà voce a Tu sì que vales su Canale 5, dopo aver insistito , m' immagino, con i suoi dirigenti, dimostrano coraggio. E mi ripagano dell' amarezza».
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