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DAGOREPORT
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Milioni di persone si sono iscritte alla nuova piattaforma âsociale' Pinterest per creare i propri album fotografici virtuali. Ma la facilità con cui gli utenti possono pubblicare e condividere le immagini alimenta le preoccupazioni sulle possibili violazioni del diritto d'autore, tanto che alcuni commentatori hanno già bollato Pinterest come "il nuovo Napster".
Il social network sarà oscurato come il celebre sito di "peer to peer" musicale, precursore di tutti i siti di condivisione di contenuti on line?
Pinterest nasce nel 2010 dagli sviluppatori della Cold Brew Labs Inc., in California, in poco meno di due anni conta già 12 milioni di utenti che aumentano a un ritmo di 50 nuovi iscritti all'ora. Un vero fenomeno del web. Ma come tutte le cose fatte e cresciute in fretta (il sito è ancora in versione Beta), anche Pinterest si è lasciata dietro le spalle alcuni dettagli non trascurabili, come appunto le regole sul diritto d'autore, tanto a cuore nell'ultimo periodo alle Authorities di tutto il mondo.
Il problema è questo. Gli utenti di Pinterest possono "pinnare", cioè appuntare sulla bacheca virtuale del sito, le loro fotografie e condividere quelle degli altri utenti con un meccanismo molto simile a quello del "retweet", chiamato appunto "repin". Non a caso il nome del sito nasce dall'unione dei due termini, "pin" (puntina) e "interest" (interesse).
Oltre a contenuti inediti, cioè le foto personali presenti sul proprio hard disk, gli utenti possono pubblicare anche foto che trovano già pubblicate sul web con un semplice âclick', grazie all'apposito widget di Pinterest. Tradotto in soldoni, non è difficile trovare sulla bacheca di un "pinco pallino" qualunque foto di grandi artisti, scatti di design e illustrazioni blindate dal copyright.
E vallo a scoprire che, nei meandri del regolamento, scritto piccolo piccolo e in inglese, gli utenti si impegnano a "condividere solo contenuti di cui siano titolari, a non condividere (anche tramite "repin") contenuti che ledano i diritti di proprietà intellettuale di terzi" e che, in caso di denuncia da parte dei detentori dei diritti, "l'utente si impegna a tenere i gestori di Pinterest indenni da qualsiasi azione legale"!
Per ovviare al problema, almeno in questa prima fase Beta del servizio (Beta mica tanto, ormai il sito è lanciatissimo), i gestori di Pinterest hanno messo a disposizione dei detentori del diritto d'autore uno speciale codice, chiamato "No Pin", che, se incollato in testa alla pagina .html del proprio sito, impedisce che le foto vengano "rubate" e pubblicate illegalmente sulle bacheche di Pinterest.
Fatta la legge trovato l'inganno. E non ci voleva un genio! Basta semplicemente copiare le foto sul proprio hard disk e ricaricarle manualmente per aggirare il copyright con due semplici mosse. E queste sarebbero le dure contromisure di Pinterest? I legislatori esigeranno ben altro.
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