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Antonella Piperno per agi.it
La nonna Maria Anna Schcklgruber messa incinta da un ebreo, tal Frankenberger da cui lavorava come servetta a Graz, la mamma che portava un cognome comune tra gli ebrei convertiti al cattolicesimo a cui l’imperatrice Maria Teresa aveva concesso la cittadinanza austriaca. Le leggende metropolitane che si sono perfezionate negli anni, tese a dimostrare che Hitler fosse un ebreo deciso a dimostrare di non esserlo sterminando i suoi simili, sono state tutte regolarmente e decisamente respinte dagli storici.
Della prima si conosce anche l’autore: Hans Frank, avvocato di Hitler e governatore nazista della Polonia occupata che al processo di Norimberga dichiarò di avere delle prove (false) sull’ebraismo del Fuhrer. Confutazioni evidentemente snobbate dal ministro degli Esteri russo Lavrov: a ‘Zona Bianca’ (Mediaset) ha appena dichiarato, provocando l’indignazione israeliana e di tutto il mondo ebraico che l’ebraismo (reale) del presidente ucraino Zelensky non sarebbe in contraddizione con le sue “idee naziste e antisemite” (quelle sottese alla tesi putiniana dell’Ucraina “da denazificare”) visto che “anche Hitler aveva origini ebraiche e che i più grandi antisemiti sono ebrei”.
Che non ci sia neanche un briciolo di verità nelle parole di Lavrov lo conferma all’AGI lo storico Amedeo Osti Guerrazzi, esperto di Shoah che appena firmato la docufiction ‘Storie della Shoah in Italia. I complici’: “Sono esternazioni che si nutrono di leggende metropolitane e di complottismi nati in ambienti neonazisti e negazionisti - chiarisce - tesi a dimostrare che ammesso che ci sia stata un Olocausto la colpa è da ricondurre agli ebrei, trasformandoli quindi da vittime in carnefici”.
Gli unici rapporti di Hitler con persone ebree e che nulla c’entrano con parentele e consanguineità sono, spiega Osti Guerrazzi, quelli con il medico, Eduard Bloch che curò sua madre e quella con l’ufficiale ebreo che durante la prima guerra mondiale lo propose per la croce di ferro, l’unica onorificenza conquistata dal Fuhrer”.
Anche sul medico di Hitler si è ricamato non poco: la vox populi vuole infatti che Hitler, alla morte dell’amatissima madre, trasferì sul popolo ebraico l’ira rivolta al medico che non era stato capace di salvare sua madre, ma Osti Guerrazzi la attribuisce a una versione psicanalitica dell’antisemitismo. “In realtà la famiglia di Hitler non ha mai dichiarato nulla contro Bloch, anzi pare che fosse stata contenta di come curò la mamma fino alla fine”.
Altra leggenda metropolitana, insomma, come quella, simile a quella che ha alimentato il pensiero di Lavrov riferita al generale delle SS Reinhard Heydrich: anche del “macellaio di Hitler”, uno dei più grandi responsabili dell’organizzazione dello sterminio degli ebrei, sottolinea Osti Guerrazzi, “si diceva che avesse un nonno ebreo”. Corsi e ricorsi della storia rivista e scorretta.
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