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1- CALCA GLAMOUR PER «THE MASTER» I PAPARAZZI A CACCIA DI FASSBENDER
Maria Luisa Agnese per il "Corriere della Sera"
- Dive addomesticate e accessibili nella calca glamour della palazzina Grassi, dove il trio Vanity Fair-Chopard-Moet et Chandon nella notte festeggia The Master. Isabella Ferrari, in versione mamma sollecita, che scorta Ina, 14 anni, a Venezia per cinque giorni (poi a studiare): Ina, avvezza alla fama, non perde la testa di fronte a Zac Efron e Joaquin Phoenix e dice con sincerità «il Festival me l'aspettavo così, forse un po' più divertente».
- Madisen Beaty, attrice nel film, di fronte agli abiti di Valentina Cervi e di Patrizia, moglie di Luca Dini direttore di Vanity Fair, chiede: «Che belli, di chi sono?», risposta: «Di Ferretti, come il suo». Altrettanto disponibile Wilma Elles, attrice tedesca eroina di una serie tv di culto in Turchia, che accetta di togliere per un attimo lo splendente collier Chandelier disegnato da Caroline Scheufele di Chopard (circa 600 mila euro), per la gioia del pierre Carlo Mengucci che per un momento lo indossa, chiede un clic e posta su Twitter.
- C'è un contro Red carpet al museo in Palazzo Mocenigo: passerella di abiti indossati dalle star in decenni di Festival - da Anna Magnani a Madonna - montati su manichini con testa trasparente per ospitare una foto con didascalia, sparsi fra le sale settecentesche, compreso il bagno con bidet d'antan.
- à Trame di Moda, la Mostra allestita con maestria da Fabiana Giacomotti e Alessandro Lai, inseguendo anche la ricostruzione di abiti da set: «Il bolerino indossato da Angelina Jolie in The Tourist è stato sistemato sul manichino personalmente dalla costumista Colleen Atwood che quando è arrivata ha cominciato a parlare con la finta Jolie come fosse lei: "Ciao Angie, ora te lo sistemo io..." racconta Giacomotti. Insomma, un effetto da Sindrome di Stendhal come sintetizza Cecilia Matteucci, gran collezionista di abiti.
- La famiglia Rivera vestita da sera non beve barbera, ma cappuccino: sono le 10,10 quando arrivano al breakfast dell'Excelsior, lei marcia in abito lungo smeraldino a schiena nuda, lui il glorioso Gianni, le caracolla dietro vestito come per Ballando con le stelle.
- «Ma chi è?». à Michael Fassbender, che l'anno scorso si era congedato dal Festival facendo galantemente bere champagne alle signore dalla coppa Volpi, tornato ora al Lido - con clamor di paparazzi e tuttora con sguardo malandrino - per il premio al miglior corto, You Tube Your Film Festival, riservato ai giovani: con The Guilt vince i 500 mila dollari lo spagnolo David Victory Blaya.
- Carriere mancate. Il giorno dopo l'omaggio a Rosi si scopre che anche Luigi Abete aveva lavorato per lui. Un giorno da comparsa per Cadaveri Eccellenti a 50 mila lire, dove creativamente aggiunse al copione un baciamano. E dovette ripetere la scena.
2- ZANZARE SUL LIDO DEI DANNATI
Michele Anselmi per "il Secolo XIX"
CINECITTÃ LUCE O DE LUXE?
L'altra faccia di Cinecittà , non la società che gestisce gli studi oggetto di contestazioni, ma quella che fa capo al ministero dei Beni culturali, da poco ribattezzata Istituto Luce-Cinecittà e presieduta da Rodrigo Cipriani, già uomo di fiducia dell'ex ministro Galan, s'è istallata all'Excelsior su due piani.
Spesa ufficiale attorno ai 100 mila euro, ma in realtà sarebbero, tutto compreso, 300 mila. Con trasferta numerosa. Cipriani s'è portato addirittura l'assistente di fiducia. Che dire? Non sarà un'enormità rispetto al passato megalomane, quando i consiglieri d'amministrazione di Cinecittà Holding albergavano al Lido per tutto il tempo, fingendo pure di riunire il cda, ma c'è chi si chiede se quei soldi, con l'aria che tira, non si potrebbero usare meglio. Non bisogna essere "sobri"?
PURO "ACCIAIO" RCS
Batti e ribatti, abbiamo capito. Il "Corriere della Sera" fa un tifo sperticato per il film, ospitato dalle Giornate degli autori, che Stefano Mordini ha tratto dal romanzo "Acciaio" di Silvia Avallone, cara a Paolo Mieli e a tutta la Rizzoli. Il rischio è di esagerare un po', in attesa che il film passi al Lido. Un articolone domenica 26 agosto, un altro mercoledì 29, si attendono altri fuochi di artificio dopo la prima.
Dev'essere partito proprio un ordine di scuderia. Del resto non è un segreto che il produttore Carlo Degli Esposti, quello del Montalbano televisivo, intrattenga ottimi rapporti sia con la Rcs sia con la Mostra di Venezia: due dei film in concorso, "à stato il figlio" di Daniele Ciprì e "Un giorno speciale" di Francesca Comencini, sono stato prodotti proprio dalla sua Palomar. Lontani i tempi di Lotta Continua.
ROSI STA CON MONTI
Destinatario del Leone d'oro alla carriera, ritirato dalle mani dell'amico Tornatore, Francesco Rosi ha espresso simpatia nei confronti del governo Monti, parlando dei suoi «sforzi encomiabili». Non si capisce bene come la pensi su Napolitano e la probabile/possibile trattativa Stato-Mafia, ma a occhio sta col Quirinale. Non per niente il presidente della Repubblica ha lodato Baratta e Barbera per il riconoscimento dato al quasi novantenne Rosi. Il quale si diletta da tempo a stabilire chi siano i suoi eredi cinematografici: Giordana, Sorrentino, Martone e Andò.
EMBARGO DA RIDERE
La Mostra «raccomanda ai giornalisti accreditati l'assoluto embargo per le proiezioni anticipate stampa dei film della 69ª Mostra». In pratica le recensioni non devono essere pubblicate fino al giorno successivo alla proiezione pubblica. Beata illusione. Specie per i film più attesi o che producono "scandalo" mediatico come "Paradiso. Fede". Barbera dovrebbe saperlo: i film più stuzzicanti e gettonati vanno proiettati a stampa e pubblico lo stesso giorno, così nessuno farà più scherzi.
TRADUZIONI FANTASIOSE
Fa notare Chiara Pavan sul "Gazzettino" che le traduzione simultanee regalano qualche simpatico sfondone. Così "Il Gattopardo", inteso come film, diventa "Il Ghepardo", mentre la mitica Scarlett di "Via col vento" diventa Rossana invece di Rossella.
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