COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima.
La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti”
e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
le dirette skype di sallusti con gli ortaggi come sfondo 1
Conclusione dell’editoriale di prima pagina del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti: «Quindi c’è solo da sperare che Draghi taccia ancora per qualche giorno, quelli necessari al presidente Mattarella per fare di conto». C’è anche da sperare che diventino alcuni giorni, così la concordanza è salva.
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Dalla pagina Facebook di Pomeriggio 5 programma pomeridiano di Canale 5: «Siamo in diretta dal Duomo di Napoli dove non si è ancora rinnovato il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro. Tra poco tutti gli aggiornamenti di cronaca, e poi una parte dedicata all’aldilà con una medium certificata dall’Università di Pavia». Il master in Ematologia della professoressa Barbara D’Urso si arricchisce di nuove materie al di là del bene e del male.
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«Il consiglio di amministrazione dell’Enel dà mandato all’ad Francesco Starace di andare avanti con la vendita al fondo australiano Macquarie della propria partecipazione in Open Fiber», informa Sara Bennewitz sulla Repubblica.
«L’operazione, piuttosto articolata, dovrebbe chiudersi entro il giugno del 2021 e prevede per Enel la possibilità di incassare fino a 2,65 miliardi, e la prospettiva di un’ulteriore conguaglio». L’articolo indeterminativo che precede «ulteriore» diventa maschile o femminile a seconda del sostantivo cui si riferisce. Dato che «conguaglio» è maschile, in questo caso non poteva essere «un’», cioè «una» con l’apostrofo a indicare l’elisione della vocale «a».
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Didascalia sul Domani del 20 dicembre: «Milan e Lille si sono incontrati nel girone di Europa League. Vittoria dei francesi in casa 3-0, pareggio 1-1 a San Siro». È esattamente il contrario. Il Lille ha vinto 3-0 a San Siro il 5 novembre e pareggiato 1-1 in casa propria il 26 novembre. Poco ferrati sul domani, molto scarsi sull’altrieri.
La Stampa pubblica un’intervista di Fulvia Caprara con l’attrice Valentina Ludovini. Questo l’incipit: «Nella parola “sicché”, usata spesso per tirare le somme del discorso, c’è molto del sano pragmatismo di Valentina Lodovini». Spesso ma non troppo: nel dialogo che segue «sicché» non compare neppure una volta.
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Sempre sulla Stampa, intervista con lo chef Berton, allievo di Gualtiero Marchesi. Nel testo e nel sommario è correttamente presentato come Andrea Berton. Nell’occhiello diventa Paolo Berton. Almeno Non è il solito brodo, come recita il titolo del libro pubblicato qualche anno fa dal cuoco stellato.
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Nella sua rubrica Ma mi faccia il piacere, Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, scrive quattro volte «perchè». Perché, perché, perché, perché si ostina a usare la «e» con l’accento grave anziché quello acuto?
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Titolo dalla pagina Facebook del Corriere della Sera: «Tiziano Terzani gratis e online: l’operazione “redux” del figlio Falco». Devono averlo scambiato con il pupo di Flavio Briatore ed Elisabetta Gregoraci. In realtà si chiama Folco Terzani.
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La Verità indaga su una delle aziende selezionate per la fornitura delle siringhe con cui verrà somministrato il vaccino contro il Covid-19. Gli autori dell’inchiesta, Fabio Amendolara e François de Tonquédec, riescono a sbagliarne per sei volte il nome, indicandola come ItalHealt srl. In realtà si chiama ItalHealth. Anche uno scolaro l’avrebbe subito intuito, visto che «health» significa «salute» mentre la parola «healt» in inglese non esiste.
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Secondo La Verità, che lo scrive in un titolo, «il mega convegno sull’“economia di Francesco” suscita seri dubbi sulla visione del mondo del Pontefice». I dubbi sono sul mondo del Pontefice o sulla visione che il Pontefice ha del mondo? Nel secondo caso, bastava dirlo esattamente così.
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Pensoso editoriale del Giornale, a firma di Stefano Zurlo, che parla della nuova variante del Covid-19: «In teoria, potrebbe pure sfuggire ai vaccini messi a punto in una corsa a perdifiato senza precedenti. Si spera e si pensa di no, ma non è detto. (...) Chissà. Forse andrà bene e il pericolo rientrerà. Forse. È probabile, fra mille cautele. Ma vai a sapere. Il ceppo in rampa di lancio potrebbe pure costringerci ad interrompere il countdown verso la riconquista della libertà. Del ritmo antico che sentiamo dentro. Delle abitudini che foderavano i nostri Paesi fino a ieri. Oscilliamo, come su una nave in mezzo alle onde.
(...) Ma si va avanti: un passo e poi un altro mezzo all’indietro. Una mezza giravolta delle nostre presunzioni, già ammaccate dal velenosissimo 2020. Prima di addormentare il drago una volta per tutte e scrivere – ne siamo certi – il lieto fine». Talmente certi che in teoria, si spera, ma non è detto, chissà, forse andrà bene e il pericolo rientrerà, forse, è probabile, ma vai a sapere.
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Sempre sul virus modificato, Il Giornale titola: «Veloce, aggressivo ma non più letale». Quindi non ammazza più? O non è maggiormente letale della variante precedente?
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