DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
1 - GENTILONI APRE: "VIGILANZA AI GRILLINI? DOVEROSO"
Paolo Gentiloni su twitter
Presidenza della Vigilanza #Rai al Movimento 5 Stelle? Doveroso. Le regole, anche non scritte, vanno sempre rispettate
2 - VIGILANZA RAI A M5S, NON SOLO FAIR PLAY
Pierluigi Battista per "Il Corriere della sera"
Non sarebbe solo fair play istituzionale se i partiti della maggioranza di governo avessero la sensibilità di assegnare la presidenza della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai a un esponente del Movimento 5 Stelle. Hanno paura? Temono le incursioni di una minoranza aggressiva e petulante? Dubbi infondati: in fondo avere la presidenza di una commissione parlamentare non ne rovescia gli equilibri numerici e da solo il presidente non può prescindere dalla volontà maggioritaria dei suoi componenti.
Inoltre, una scelta tanto saggia diraderebbe i sospetti sulle intenzioni spartitorie della «grande coalizione», costringerebbe la Rai a essere più attenta alla pluralità dell'informazione, arginerebbe l'ingordigia dei partiti che trattano da sempre la Rai come il pascolo delle loro clientele e delle loro lottizzazioni. I maggiori partiti preferiscono lasciare in ombra la questione della Rai, perché sanno di aver commesso molti peccati.
Hanno volutamente ignorato per decenni un referendum favorevole alla privatizzazione della tv di Stato, finanziata da un canone giustificato da finalità di «servizio pubblico» sempre più evanescenti. Hanno promosso una lottizzazione invadente e capillare della «più grande industria culturale» italiana. Il centrodestra ha preferito l'immobilismo per onorare una coabitazione non conflittuale con le televisioni di Berlusconi. Il centrosinistra si è irrigidito nel dogmatismo del «partito Rai» che si sente investito della missione di riequilibrare lo strapotere televisivo dell'avversario berlusconiano.
La logica che ha ispirato ambedue gli schieramenti è lo stessa: quella di preservare un territorio in cui la dipendenza della Rai dal predominio dei partiti non fosse mai allentata. La consacrazione di una commissione parlamentare istituita ad hoc è sempre stata la ratifica istituzionale di questa prassi. Rompere questa tradizione, in un clima così contrito per gli eccessi di cui i partiti si sono impunemente macchiati in questi anni, sarebbe un buon segnale.
Un grillino alla presidenza della Vigilanza Rai, tra l'altro un gesto che sarebbe compiuto in omaggio alla regola che la assegna alla principale forza di opposizione, potrebbe essere un freno, una remora, un impedimento dissuasivo per non continuare impunemente sulla strada sbagliata. Sarebbe un controllo scrupoloso, al limite della pedanteria, sulle pratiche spartitorie che i partiti, ancor più in un'atmosfera di «larghe intese», certamente vorrebbero portare a compimento anche in questa legislatura.
Sarebbe uno stimolo in più a riaprire la questione Rai, ribaltando le priorità che sinora sono state date per ovvie e acquisite. Sarebbe un modo per parlare nuovamente di privatizzazione, liceità del canone, lottizzazione, ridefinizione del concetto stesso di «servizio pubblico». Se invece i partiti volessero accomodarsi con una soluzione compromissoria, favorendo opposizioni più indulgenti e corrive, commetterebbero l'ennesimo errore. E non c'è più tempo per sbagliare.
Pierluigi Battista PAOLO GENTILONI RaiNIKI VENDOLA SILVIO BERLUSCONI
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