DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL…
Angelo Aquaro per "la Repubblica"
Einstein aveva ragione. Avete presente la teoria della relatività ? Beh, la fila all´imbarco è la dimostrazione pratica della legge che regola l´universo, con i passeggeri costretti nei loro movimenti attraverso lo spazio, quello limitato della cabina, e il tempo: sempre più lungo. La battuta di un astrofisico non è solo una battuta. Gli ingegneri della Boeing hanno fatto due calcoli per scoprire, con orrore, che i tempi si sono paurosamente dilatati nello spazio, appunto, di un tempo ristretto. Raddoppiati, e anche più, in poco più di trent´anni. Siamo diventati tutti più lenti o cosa?
Il dilemma tortura manager e matematici. Se negli anni â70 le compagnie riuscivano a imbarcare un aereo con 140 persone a bordo nel giro di 15 minuti, oggi ne occorrono di media il doppio o anche di più: 30 o 40. Possibile? Naturalmente i soliti sospetti si appuntano proprio sulle compagnie. Che soprattutto in America, ma ormai anche da noi, hanno trasformato l´imbarco in una festa mobile, dove prima si fanno salire i passeggeri di prima, poi quelli con la tessera fedeltà , poi quelli che hanno pagato per uno spazio maggiore, poi quelli che hanno pagato quest´altro...
Non si tratta soltanto di un problema d´imbarco. L´allungamento delle operazioni alla partenza finisce spesso per costituire quella piccola dote di ritardo che si riflette sull´intero volo. Che fare? La rivoluzione parte come sempre dalla piazza più grande, che è quella americana. Ma nella patria del libero mercato la corsa è, manco a dirlo, in ordine sparso.
Prendete la questione dei balzelli sulle valigie, che riguarda un po´ anche noi, visto che molte compagnie low cost - da Ryanair a EasyJet - tassano anche il bagaglio a mano. Ecco, la tassa sul bagaglio porterà quest´anno alle compagnie la bellezza di 12 miliardi di dollari e mezzo in più, riflettendo l´aumento degli incassi per questo genere di servizi negli ultimi quattro anni. Ma i tempi di salita non sono per niente diminuiti, anzi.
E i viaggiatori pagano due volte: per il bagaglio e per il ritardo. La soluzione? Due compagnie hanno cercato di monetizzare anche quella: arrivando a conclusioni diametralmente opposte. La piccola Spirit Airlines sostiene di aver guadagnato sei minuti nei tempi d´imbarco tassando al contrario i bagagli a mano, da 20 a 40 dollari: si paga di meno per spedirli, e così la maggioranza preferisce la stiva. Un colosso come American Airlines ha deciso invece di far pagare un ticket d´ingresso, un imbarco prioritario: sborsi dai 9 ai 19 dollari in più, sali prima e hai dunque più probabilità di trovare lo spazio disponibile.
Poi, dopo la prima, gli accessi prioritari e speciali, i passeggeri vengono divisi in tre gruppi e fatti salire. Anche loro sbandierano il risparmio di tempo: da quando è stato introdotto il nuovo sistema, nel maggio scorso, gli aerei lasciano la postazione cinque minuti prima. Ma davvero non c´è altro modo che spremere il povero consumatore?
Qui entrano in gioco i maghi della matematica. Il sistema più usato, e quello a noi più familiare, è quello degli ultimi che saranno i primi - in inglese molto più prosaicamente detto "back to front".
Malgrado la logica apparente, la tecnica di imbarcare prima chi siede dietro però non funziona: i passeggeri formano comunque dei blocchi mentre sistemano i bagagli, rallentando l´ingresso delle file davanti. Poi c´è la cosiddetta "piramide rovesciata": prima si siedono i passeggeri con posto di finestrino sul fondo dell´aereo, poi a poco a poco si vanno a riempire i posti verso l´entrata.
L´altro sistema è quello "dall´esterno verso l´interno": si fanno salire tutti quelli col posto finestrino, che si sistemano e liberano appunto il corridoio, poi tutti gli altri. Ma entrambe le procedure si sono rivelate troppo complicate da poter essere eseguite dai passeggeri. Ultima è la tecnica delle "zone rotanti", la più usata insieme alla prima elencata: sale prima il gruppo che siede più in fondo, poi quello che siede più avanti, poi un secondo gruppo in fondo e un secondo gruppo avanti - e via di seguito.
Risultato? Dice il New York Times che un astrofisico dei Laboratori Fermi di Chicago, Jason H. Steffen per risolvere il problema vi ha applicato un algoritmo complicatissimo, noto agli scienziati come «Markov chain Monte Carlo». Sorpresa. Ha scoperto che sarebbe meglio fare salire i passeggeri a caso: si guadagnerebbe più tempo. Ma quanti balzelli perderebbero le compagnie?
PASSEGGERI AEREO Markov chain Monte Carlo INCAZZATURE AL GATE Jason H Steffen FILE RYANAIR DELIRIO ALL IMBARCO INCAZZATURE AL GATE
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