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Tommy Cappellini per "il Giornale"
A volte anche la storia di un artiÂcolÂo può essere rivelatrice del perÂsonaggio di cui si parla. Una settiÂmana fa ci siamo messi alla ricerca di Maurizio Milani perché in redaÂzione era sorta, all'improvviso, la domanda: «Ma che fine ha fatto? Quando è stata l'ultima volta che si è visto in tivù?».Tuttavia di MilaÂni nessuna traccia. Cellulari spenÂti. Telefono fisso che squilla a vuoÂto. Indirizzi mail, il comico non ne possiede. Solo la mattina del settiÂmo giorno l'abbiamo trovato.
Milani, finalmente.
«Mi spiace, ero in ritiro sul TrebÂbia, tra i pioppi, nelle golene. PurÂtroppo i livelli di acqua del fiume sono scesi, oggi è quasi un torrenÂte, ma quando entra nel Po a PiaÂcenza ha ancora una portata tale da renderlo navigabile fino a CreÂmona. In linea d'aria tra le due citÂtà c'è una quarantina di chilomeÂtri, ma sull'argine diventano molÂti di più. Li ho fatti in mountain bike. Ogni tanto vedevo passare la Caronte , motonave piacentina, o la Stradivari , cremonese».
Invece di stare in tivù per la gioÂia dei fan. Ultima apparizione, maggio 2009. Che è accaduto?
«Ho fatto sei edizioni su otto di Che tempo che fa , poi ho abbandoÂnato. Non avevo rivendicazioni di carattere economico, ma di spaÂzio sì. A cinquant'anni,per princiÂpio, non posso fare il figurante. Mi mettevano nell'anteprima del programma, il che poteva anche andare, ma il tempo a disposizioÂne ogni volta era risicato».
Non proprio un prime time .
«Qualche puntata riusciva a passare dall'otto di share al nove. Prendevo un milione di spettatori e ne consegnavo un milione e cenÂto alla pubblicità . Ma è chiaro che era con la fine dei Tg delle 20.30 che arrivava il grosso del pubbliÂco. Ad ogni modo, lo sanno tutti, Che tempo che fa sta in piedi per la Littizzetto, che lo prende al 10 per cento di share e lo porta al 30. Poi loro fanno la media e dicono 20, ma la realtà è questa».
Avevi più spazio a inizio carrieÂra.
«A 27 anni a Fuori Orario , con Enrico Ghezzi e Linda Brunetta, avevo quarti d'ora interi. Quando c'era Guglielmi, all'epoca di Su la testa! di Paolo Rossi, Rai 3 era un'altra cosa. Ringrazio Ferrara che mi ha dato, tempo fa, una punÂtata completa di Otto e mezzo ».
E così a Che tempo che fa hai fatÂto come Balotelli con MouÂrinho nella finale con il BarcelÂlona. Hai fatto volare la maÂglia.
«Grazie del paragone. Ero giù di morale. Se sbagli, è giusto fare un po' di panchina, ma se sei uno da gol, non farti giocare è sbagliato».
La ragione di questa marginaÂlizzazione?
«Non la so. Potrebbe essere una mia disorganicità con l'amÂbiente della comicità italiana. Ma per come sono messe le cose oggi, si tratterebbe comunque di una ragione politica. Quasi tutti i coÂmici italiani sono di sinistra e la cosa che più gli preme è metterti il cappello il prima possibile, sapeÂre che sei dei loro. Tanto valeva iscrivermi al PC trent'anni fa, adesso lavorerei di più. QualcuÂno non è stato contento quando ho iniziato a scrivere sul Foglio ».
Che Rai 3 sia storicamente di siÂnistra è risaputo.
«Strano però che siano tutti miÂliardari. Passano il tempo in trasmisÂsionÂe a lanciare appelli a favore delÂl'ambiente, dell'uguaglianza e quant'altro, ma poi arrivano in stuÂdio con una 5000 di cilindrata- quanÂdo io ci arrivavo in metropolitana- e hanno la piscina privata con l'acqua riscaldata. Se gli dici che dovrebbeÂro loro per primi modificare lo stile di vita in base alle loro idee, ti risponÂdono no, che poi si ferma l'econoÂmia. Mentono sapendo di mentire. E qualche volta ti censurano i partiÂcolari, perché non sopportano la miÂnima discordanza con le loro idee».
Che tipo di censure?
«Una volta, per Che tempo che fa , avevo scritto uno dei miei pezzi surÂreali, tipo io che invito Giovanna Melandri al McDonald's per un cafÂfè e lei sviene. In redazione mi chiedono: al posto della Melandri puoi mettere la Prestigiacomo? EravaÂmo a questi punti. Il problema è che poi, da Santoro alla Dandini, fanno tutti le vittime. Le vittime di chissà quale presunta dittatura berlusconiana. Ma a questo propoÂsito te ne racconto un'altra».
Raccontiamola.
«Agli inizi, quando lavoravo a Zelig, il cabaret era gestito da tutti quei comici che venivano da un certo ambiente milanese, la StataÂle e via così. Cameriere non in reÂgola, Siae frequentemente non paÂgata: la prassi era questa. Da quanÂdo è arrivata Mediaset, contratti regolari per tutti e più legalità . In pratica, il contrario della vulgata alla Vito Mancuso che sfruculiava tempo fa le illegalità di MondadoÂri ».
Insomma, vogliamo sapere: quando tornerà in scena MilaÂni?
«Le presentazioni dei miei libri spesso si trasformano in spettacoli che vengono ripresi dalle tivù locali, un bel bacino. Se invece intendi in scena come Grillo o Celentano, no, non sono così intelligente. Loro tenÂgono in pugnÂo il pubblico sostenenÂdo che il pinguino reale va scompaÂrendo perché fa troppo caldo. Io, inÂvece, sono l'uomo qualunque. Se non fossi l'uomo qualunque, farei come Bersani: una bella class action contro tutti coloro che non la pensaÂno come me.E sono molti».
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