LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO-…
Elvira Serra per il Corriere della Sera
«Arrivo!».
Perentoria e tonica, si affaccia dal balcone della sua villetta milanese, dieci minuti a piedi dalla fermata metro di Crescenzago. Scende, apre il portone e si scusa: Maria è uscita. «Chissà dov' è, ma la capisco, mica può stare qui tutto il giorno. Vive con me da una decina d' anni. È ucraina. Uscivo da un' esperienza terribile con una romena disperata alla quale avevo permesso di portare la figlia, l' avevo iscritta a scuola e facevo i compiti con lei. Poi ho scoperto che quando non c' ero facevano baldoria a casa mia, e rubavano. Che delusione. Quando proposero a Maria di venire da me, chiese: "È un' altra vecchia?". "No, è una scrittrice che vive sola". "Ma è la Sveva?". Aveva letto tutti i miei libri».
Trucco sobrio, messa in piega, mezzo tacco, tailleur di lana, Sveva Casati Modignani dimostra dieci anni di meno (ma non diremo quanti ne ha) e neanche un' ombra di stanchezza per presentazioni, incontri e interviste per l' uscita di Dieci e lode (Sperling & Kupfer), l' ennesimo bestseller per lei che ha venduto oltre 12 milioni di copie e scritto 30 romanzi tradotti in venti Paesi. Roba che neanche Elena Ferrante.
A proposito: la conosce?
«Non la conosco, non so chi sia e non me ne importa proprio niente».
Cosa legge?
«Ultimamente mi stanno appassionando i gialli, Sellerio ha una collana bellissima. Elvira è stata una grande donna, un editore puro come il mio Tiziano Barbieri: suo figlio Antonio non è da meno».
Alla presentazione del suo nuovo romanzo, a Milano, si schierò apertamente per il «No» al Referendum. È contenta del risultato?
«Sì, mi sono tolta un peso dal cuore».
Addirittura?
«Da quando Renzi si era seduto nella poltrona del premier le cose non sono cambiate, anche se ci hanno contrabbandato l' aumento dei posti di lavoro con i voucher... Un bagno di umiltà gli farà bene».
In chi ha fiducia, ora?
«Un anno fa avrei detto Movimento 5 Stelle, ma dopo il pasticcio delle firme fasulle...».
Politici con la P maiuscola?
«De Gasperi e Togliatti, due persone perbene, anche se di schieramenti opposti. Mio papà, uomo di sinistra, mi insegnò a rispettare De Gasperi come un grande statista che aveva fatto tanto per il nostro Paese. Con Craxi la situazione è precipitata. Da anni abbiamo una classe politica disonesta: indagati, inquisiti, carcerati. Come fai una gara d' appalto c' è la truffa».
Chi vedrebbe bene a Palazzo Chigi?
«Maurizio Crozza».
Va bene, basta politica. Da bambina fu sfollata. Che ricordi ha?
«Era il 1943. A Milano infuriavano i bombardamenti, così i miei genitori mi mandarono dai nonni nel Pavese, in un complesso agricolo da cui noi bambini vedevamo il cielo infuocato dalle bombe sulla città. La mattina il nonno partiva con il calesse per accertarsi che mamma e papà stessero bene. Non era ancora nato il mio fratellino amatissimo: Carlo detto Lucio».
Ma allora è un vizio! Lei si chiama Bice Cairati, ma la conosciamo con lo pseudonimo creato assieme a suo marito Nullo Cantaroni.
Come dobbiamo chiamarla?
«Gli amici e i parenti mi chiamano Bice. Per le lettrici sono "la Sveva". L' anno scorso mi è successa una cosa buffa al supermercato, dove vado da 50 anni e nessuno batte ciglio. Alla cassa mi accorsi di aver scordato gli occhiali da vista, allora la cassiera suggerì di tornare indietro a cercarli tra gli scaffali, ma niente, non saltavano fuori. A un certo punto sentii dall' altoparlante una voce flautata che diceva: "La Sveva ha perso gli occhiali, aiutiamola a trovarli"».
Che bello. E come finì?
«Non glielo posso dire...».
Non ci pensi nemmeno!
«A casa li ritrovai in fondo alla borsa».
Ha sempre voluto scrivere?
«Fin da bambina».
I suoi genitori come erano?
«Mamma bellissima, mi diceva continuamente: "Come sei bruttina, assomigli tutta al tuo papà". O: "Che gambe storte, proprio come il tuo papà". Lui mi ha viziata moltissimo».
Sembrano i genitori di Fiamma, la protagonista di Dieci e lode .
«Racconto sempre quello che conosco».
E suo padre?
«Commerciava nei vini, la mamma aveva fatto un buon matrimonio. Poi dopo la guerra lei si fissò che era un lavoro volgare, voleva un marito industriale, e lo convinse ad aprire un' azienda per produrre fiale e provette da laboratorio. Andò bene per un po', poi qualcuno copiò il modello... Per farla corta, cominciammo ad avere seri problemi economici. Studiavo Lingue, quando mamma mi disse che non poteva mantenere sia me che mio fratello: lasciai l' università e cominciai a fare la segretaria».
Lei?
SVEVA CASATI MODIGNANI E IL MARITO NULLO
«Ero disastrosa. Rimasi due anni da un rappresentante di materiali per produrre la birra, poi andai a lavorare dal guru dell' arte italiana Carlo Cardazzo. Nella sua Galleria del Naviglio passavano Fontana, Tancredi, Campigli, Capogrossi. Lì conobbi un giornalista della Notte che mi portò da Nino Nutrizio. Lui fu chiaro: "Le donne non le assumo, ma può collaborare"».
E incontrò i Beatles.
«Alloggiavano in un hotel in via Hoepli, c' era la ressa. Sentii dal portiere che avevano chiesto qualcosa dalla cucina, intercettai una cameriera che saliva con il vassoio, le diedi una mancia, mi misi la sua divisa ed entrai al posto suo».
Non ci credo.
«E invece andò così. Dentro la camera c' era una puzza enorme, odore di erba, gente stravaccata. Paul McCartney era il più bellino, ma era strafatto. Ho pensato che fossero ubriachi. Invece si accorsero subito che non ero la cameriera e un energumeno mi accompagnò fuori. Ci ricamai su nel mio articolo...».
La sua carriera da giornalista era decollata!
«Macché. In redazione mi facevano la guerra. Era un ambiente davvero maschilista. Lasciai la Notte per andare allo Specchio , chiamata da Giorgio Nelson Page per seguire le cronache mondane; tolse l' incarico al Principe Filippo Orsini, un signore di una dolcezza... Comunque, andavo alla stazione con la busta del fuori sacco e spedivo i miei pezzi a Roma».
Lei cresciuta con idee di sinistra che lavorava in un giornale di destra.
«Mi tirai addosso le ire di molti amici, patii un po'. Restai un anno. Quindi mi chiamò Angelo Rozzoni, al Milanese: mi pagava una cifra spropositata, 2.000 euro di oggi a settimana, per due paginette di mondanità. Cominciai a dividermi tra Portofino e Capri, la Sardegna e i luoghi frequentati dalle sciure di Milano».
Forse per questo sa raccontare così bene il mondo dei ricchissimi, bellissimi, con ville e servitù. Sceglie sempre personaggi benestanti: è un espediente per far sognare le lettrici?
«No, piuttosto per sognare io. Ma i protagonisti del romanzo che uscirà nel 2018 sono un sindacalista alla Landini e una parrucchiera».
Le sue donne sono forti e indipendenti.
«Tengo molto al tema del riscatto femminile, le donne sono capaci di affermarsi da sole».
Parliamo del suo, di uomo. Nullo Cantaroni, scomparso nel 2004. Quando vi siete incontrati lui era sposato.
«Sì, un matrimonio destinato a naufragare.
Aveva una figlia di dieci anni più giovane di me.
Clandestini per anni, ci siamo sposati nel '71».
maurizio crozza nei panni di matteo renzi canta per maria elena boschi 6
Non deve essere stato semplice.
«Ogni tanto lo lasciavo, gli dicevo: non è vita, mi fanno tutti il mazzo. Ma lui mandava fasci di fiori, scriveva lettere strappalacrime. Ha fatto per me follie che non posso raccontare. Era così affascinante... La fregatura era dietro l' angolo».
Prego?
«Perché se prima era premuroso, pieno di attenzioni, dopo le nozze mi ha detto: "Io sono il tuo bambino e ora tu ti prendi cura di me"».
Non è possibile.
«Sì sì. Era uno scassapalle tremendo. È sempre stato una presenza ingombrante, tengo le ceneri nel suo studio».
Vi siete scelti, non lo può negare.
«Ah, sì: lui ha scelto benissimo».
Avete avuto un figlio.
«Nicola, nel 1972. Si occupa di computer. Vive a Firenze con la moglie e i figli, Lapo e Luna».
Che suocera è?
«Io e mia nuora non abbiamo un grande rapporto, ma lei mi rispetta molto. Sono una mamma ingombrante».
Anche lei, come Nullo...
«Quando usciamo insieme c' è sempre chi mi ferma e mio figlio si secca da matti».
E con i nipoti com' è?
«Li vedo poco. A marzo andrò in classe di Lapo, che è in terza media. Le insegnanti mi hanno invitata».
Quale musica ascolta?
«Milva, Celentano, Sinatra, Paolo Conte».
Tivù?
«Guardo quei bei filmetti sentimentali con Doris Day, e Downton Abbey».
Scrive ancora sulla Valentina rossa? Ormai è un reperto da museo!
«Certo! I nastri me li fa il signor Trovati».
Stacca il telefono quando lavora a un libro?
«Figuriamoci! Neanche stessi componendo la Divina Commedia...».
Crede in Dio?
«Credo nella bontà. Abbiamo smesso di essere buoni».
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