"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
Carlo Tecce per il Fatto Quotidiano
Ore 22:45 di martedì, Cologno Monzese, ordinata periferia di Milano, sede Mediaset con l’antenna azzurra. Gara del girone eliminatorio di Champions League, la Juventus ha appena violato per 2-1 il campo del Manchester City. A Cologno Monzese per poco non scattano i caroselli con le bandiere bianconere. Per scippare a Sky Italia un triennio di diritti tv per la coppa più prestigiosa d’Europa, Premium (cioè Mediaset) ha investito 630 milioni di euro sul pallone. Il Biscione ha tifato per la squadra degli Agnelli perché le italiane in Champions rappresentano un’irrilevante minoranza: due formazioni in corsa (la Roma ha giocato ieri sera), contro le cinque inglesi e addirittura le sei spagnole.
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Il piano di rientro, che poi è un’alchimia molto fragile di previsioni e incassi stimati, impone lo sbarco sui canali del Biscione di almeno 500.000 abbonati in tre anni. Ai blocchi di partenza, a metà giugno, Premium era ferma a 1,7 milioni di clienti e il gruppo di Murdoch a 2,75. Oltre le campagne di stampa e oltre i comunicati pregni di entusiasmo, per adesso, Pier Silvio Berlusconi non svela le cifre.
Per le indiscrezioni di settore, Premium ha raccattato qualche decina di migliaia di nuovi utenti. Più di 50 mila o meno di 50 mila, la differenza è psicologica, non contabile. Perché qui c’è da assorbire un esborso di 210 milioni di euro a stagione, senza annotare le spese per le maggiori produzioni. Un colpo non facile da attutire. Peggio: una mina nel bilancio 2015 del Biscione. Forse, se la raccolta d’autunno termina con decenza (a Cologno lo chiamano “successo”), a fine mese Pier Silvio darà i suoi numeri. Quelli di Auditel non sono confortanti. Anche se da Premium supplicano di evitare letture troppo istantanee e perciò troppo ingannevoli.
L’intera serata di Champions, martedì, ha radunato 1,019 milioni di telespettatori su Premium: la quota più consistente, 800.000 circa, ha seguito la Juventus. E va rammentato, ancora una volta, che Sky era fuori dai giochi. In tutti i sensi. Un paio di anni fa, serata quasi identica di settembre, la Juve esordì in Danimarca con l’anonima squadra del Copenaghen, una partita non di certo affascinante per il tifoso distratto. La Champions era in condominio tra Premium e gruppo Sky, la trasmettevano entrambi.
Premium registrò più ascolti di martedì, 1,1 milioni (di cui 830.000 per la Juve in trasferta). Questo significa che Premium non ha scompigliato il mercato con l’esclu - siva della coppa. Il pericolo: il destino degli affari non può legarsi in maniera così inestricabile alle vicende sportive di Roma e Juve. A Cologno Monzese non possono che tifare una volta per i bianconeri e una volta per i giallorossi. E pregare.
È presto per considerare un fallimento la mossa di Pier Silvio, ma è già tardi per considerare la Champions League un’attrazione capace di muovere centinaia di migliaia di italiani. Dopo anni di spartizioni, neppure la rissosa rivalità con Sky ha agevolato il compito di Mediaset. Il Biscione ha oscurato i suoi canali presenti sulla piattaforma di Murdoch e, in una settimana, ha perso in media lo 0,6 per cento di share al giorno. Non è una tragedia, ma è pur sempre una perdita, un evidente segno meno, un valore pubblicitario da troncare.
Allora torna in auge l’ingresso in Premium di un socio straniero, o poi neanche tanto straniero. A Cologno Monzese non sbarrano le porte, anzi le spalancano se il socio straniero ha il nome di Vincent Bolloré, il francese di Vivendi, già primo azionista di Telecom, che dispone di diversi miliardi di liquidità e pare intenzionato a fare altre compere in Italia. I contatti fra Silvio Berlusconi e il requin (squalo) Bolloré sono frequenti, ma l’unica trattativa intavolata dall’ex Cavaliere per la cessione di Premium è stata con la famiglia Murdoch.
Il figlio Pier Silvio non vuole vendere. Deve dimostrare al padre che l’azienda può sopravvivere anche senza la protezione paterna. In questo scenario non proprio luminoso per le tv di Berlusconi, non stupisce l’accordo per il polo delle radio con gli Hazan (Radio 105, Monte Carlo, Virgin). A Mediaset non vogliono morire per la tv a pagamento. Non tifando Juve.
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