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giampiero mughini con la moglie michela e bibi
Giampiero Mughini a Dagospia
Caro Dago, nel difendere com’è suo pieno diritto le ragioni del suo recente libro sul come è morto Pier Paolo Pasolini e su chi lo avrebbe ucciso, Simona Zecchi fa riferimento a un certo punto agli “ex compagni di Lotta continua di Mughini”.
Ora quelli di Lotta continua non possono essere miei “ex compagni” per il semplice motivo che non un solo giorno né un solo istante io ho mai avuto nulla a che vedere con Lotta continua né con il loro giornale (che leggevo di tanto in tanto) e al quale avevo offerto la mia firma di “direttore responsabile” perché lo richiedeva la legge.
A parte i 26 processi e le 3 condanne che me ne sono venute, mai e poi mai io ho avuto nulla a che vedere con Lotta continua né con un qualche gruppetto o gruppettino o partito o partitino. Mai nella mia vita. Ovvio che raffrontati a “maoisti” e “trockisti”, loro erano il gruppo più fresco e originale nato dal Sessantotto. Mai avuto nessun rapporto, anche se molti li conoscevo sul piano personale, a cominciare da quelli di loro che mi hanno querelato in occasione del libro mondadoriano in cui dicevo di non avere dubbi sul fatto che fosse stato un commando di Lc ad assassinare Luigi Calabresi.
GIAMPIERO MUGHINI COMPAGNI ADDIO
Epperò da questo fatto dell’essere stato “uno di Lotta continua” sono perseguitato. Se un giornalista mi fa un’intervista non c’è alcun pericolo che mi chieda delle cose che sono state importanti nella mia vita - aver fondato e diretto per dieci anni “Giovane critica”, essere stato per nove anni nella redazione di “Mondoperaio’’, la rivista che minò alle fondamenta l’egemonia culturale del Pci a sinistra. Mai. Immancabilmente fanno riferimento a Lotta continua. Un supplizio. Non che io non sappia che nessuno legge niente e nessuno sa niente, ma che devo fare perché non mi rompano più i coglioni con la mia presunta appartenenza a Lotta continua?
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