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Alessandro Gnocchi per “il Giornale”
Nel 1969 i Velvet Underground hanno appena pubblicato il loro terzo omonimo album. La band di Lou Reed ha abbandonato in parte la sperimentazione e l'assalto sonoro di Velvet Underground And Nico (il «Banana Album» con copertina di Andy Warhol) e White Light White Heat .
John Cale, violista e anima sperimentale dei Velvet, se ne è andato per disaccordi con Lou Reed, ed è stato rimpiazzato da Doug Youle. Le morbide ballate di The Velvet Underground non hanno però il successo sperato. Lou Reed e soci sono infuriati con l'etichetta discografica, la MGM, accusata di aver affossato la loro carriera. I Velvet Underground entrano in trattativa con la Atlantic ma prima di traslocare devono onorare il contratto consegnando alla MGM un quarto disco. Si ritrovano in sala d'incisione e dopo poche sedute ne escono con materiale da mozzare il fiato, la giusta via di mezzo tra la furia degli esordi e la maturità del terzo capitolo.
Lou Reed è convinto che la MGM rifiuterà i nastri, giudicandoli, dal punto di vista commerciale, un passo indietro: non vede l'ora di incassare un diniego, per consegnare le nuove canzoni alla Atlantic. Sorpresa. La MGM in effetti rifiuta il disco ma ne rivendica la proprietà, bloccando la pubblicazione. I Velvet Underground sono liberi ma hanno perso un album, passato alla storia, appunto, come The Lost Album .
Nel corso degli anni, Lou Reed pescherà a piene mani da questo inedito scrigno di tesori, edificandovi sopra una parte della propria carriera solista (risuonando tutto da capo, ovviamente). Le incisioni originali faranno capolino in numerosi bootleg e saranno disseminati in due album ufficiali degli anni Ottanta, a Velvet Underground ormai disciolti da un pezzo, intitolati VU e Another View . Il 24 novembre, però, ritroveremo l'album perduto così come Lou Reed l'aveva pensato. Sta infatti per uscire un cofanetto celebrativo del terzo disco della band, che include anche le registrazioni di poco successive e ricostruisce la scaletta del gioiello dimenticato.
John Cale e Lou Reed a passeggio
Ci sono classici del repertorio di Reed come I Can't Stand It , Andy's Chest , She's My Best Friend , Lisa Says , We're Gonna Have A Real Good Time Together e Rock'n'Roll . C'è poi un pugno di brani eccezionali, ma meno noti, come I'm Sticking With You o Foggy Notion . Quasi tutti i mixaggi sono inediti. Nel complesso, il cofanetto offre sei cd: tre dedicati alle varie versioni di The Velvet Underground , uno a The Lost Album , due a live anch'essi quasi totalmente inediti.
Incredibile che qualcuno abbia chiuso nel cassetto roba del genere. Riascoltare The Velvet Underground e The Lost Album , entrambi del 1969, significa fare un tuffo nell'America che proprio non voleva stare alle regole musicali (e non solo) della controcultura. Due esempi da Velvet Underground . I'm Set Free si incarica di fare a brandelli, con sopraffina grazia, il sogno degli anni Sessanta: «Sono stato liberato e sono stato legato / lasciate che vi racconti tutto ciò che ho scoperto / ho visto la mia testa ridere mentre rotolava per terra e ora / sono stato liberato / per trovare una nuova illusione».
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Jesus è una spiazzante, delicatissima preghiera, scritta da un «miscredente» di famiglia ebrea: «Gesù aiutami a trovare il posto giusto per me / aiutami nella mia debolezza / perché ho perso la Grazia». Con tanti saluti di Lou Reed al nichilismo di maniera (innanzi tutto al proprio, tra l'altro). Mentre la musica tende a farsi tranquilla, le interviste tendono a farsi selvagge. Lou Reed prende a fucilate la scena freak di San Francisco e dintorni: «È noiosa, falsa e senza il minimo talento. Non sanno suonare e di sicuro non sanno scrivere. Mi riferisco a Jefferson Airplane e Grateful Dead».
Frank Zappa: «Non vale niente, è pretenzioso, accademico e non sa suonare. Tutto quello che fa è metterci dentro un po' di musica classica per far vedere che è colto». Il movimento e la rivoluzione: «Non riesco a immaginare gente che voglia andare dietro a Jerry Rubin (attivista e leader radicale, ndr) o tipi simili». Giuste cause: «Mi chiedono: perché non fai un concerto di beneficenza? E noi, no. E perché no? Non ci crediamo e poi non facciamo niente gratis. Crediamo nella gente che paga». E via così su industria discografica, giornalisti, critici, promoter.
Di lì a poco, Lou Reed entrerà di nuovo in studio per il quarto album (ufficiale) dei Velvet, il primo per la Atlantic, e sarà Loaded , che include la sua canzone più famosa, Sweet Jane. Lou però abbandona tutto prima della fine delle incisioni e torna a Coney Island dai genitori. Per il momento non ne può più.
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