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Nel mondo della moda decolla l’era del see now, buy now. Vedi quel che sfila in passerella, clicchi sui social e compri subito. Lo shopping è immediato e si annullano i sei mesi di attesa per l’arrivo della collezione nei negozi. Risultato: se prima, in questa stagione, sfilavano abiti estivi, ora è la volta di cappotti e giacconi in vista dell’inverno. Una rivoluzione.
Ma non tutti gli stilisti sono d’accordo sulla formula. Anzi. Tra i grandi sostenitori c’è Tommy Hilfiger: «È un format che gratifica il consumatore, ma anche un modo per rendere la moda democratica e aprire le porte al pubblico». Da Hilfiger, infatti, la sfilata non è più uno show per soli addetti ai lavori.
L’altra sera, sul molo 16 di New York, il brand ha allestito un mega luna park con duemila invitati, la metà dei quali giovani fans. Una sfilata spettacolo, con giostre, hot dog e tatuatori. Ad aprire lo show la top model del momento, Gigi Hadid, che Hilfiger considera «la nuova Brigitte Bardot ». Da questo feeling è nata anche una collezione disegnata da Gigi per Tommy. La moda Hilfiger è un inno allo stile nautico, con pantaloni da marinaio, trench e giacconi, galloni e ancore ricamate in filo dorato e grandi felpe colorate. Il mood è casual-chic con un tocco sexy sfrontato e irriverente come piace ai giovani.
Tra i fan del see now, buy now anche Tom Ford. Prima di andare a Venezia a ritirare il premio per il film Animali notturni, ha presentato la sua collezione, super glamour, al Four Seasons, a un selezionato giro di amici: tra loro Julianne Moore e Iman. Lo stile di Tom Ford è inconfondibile: la sua donna è sexy, porta gonne longuette fascianti, top in pelle e il punto vita è stretto da corsetti con cinture in cuoio.
Anche Lacoste fa rivivere il mito di B.B.: Felipe Oliveira Baptista, lo stilista del marchio (con un fatturato da un miliardo 950 milioni) si è ispirato a una scena del film di Godard Il disprezzo, in parte girato a Capri, nella villa di Curzio Malaparte, in cui si vede la diva che esce dal mare avvolta in un asciugamano. Di lì intuizione di realizzare abiti per una speciale partita di tennis con accappatoi, maglie polo con il cappuccio da indossare con gonne a ruota ed eleganti pantaloni da jogging.
New York è un palcoscenico che stimola le innovazioni. Così Desigual è ancora più fashion del solito, tra lavorazioni a uncinetto, pizzi e decori che segnano un nuovo corso. Ressa da Alexander Wang: giocando sulla camicia, coi suoi tessuti tipici, ha creato una collezione sportiva fatta di top e boxer resi femminili da pizzi e laccetti. Wang mescola maschile e femminile e con Adidas ha realizzato 85 tute unisex.
Victoria Beckham continua il suo percorso di esaltazione della donna: con velluti stropicciati, plissé di satin e pelle crea abiti che accarezzano il corpo, con lacci effetto bondage. Ma il focus è sul busto con reggiseno a vista, che richiede una perfetta forma fisica. Francesca Liberatore, giovane romana, eleva le donne con abiti eterei sui quali campeggiano stampe di angeli che sorreggono Madonne. Tanya Taylor seduce con fiocchi, frange e tessuti floreali: una riedizione del folk.
2. BELLE DA SVENIRE CON KANYE WEST
Serena Tibaldi per “la Repubblica”
lacoste new york fashion week 4
La prima è crollata a terra dopo un paio d’ore, poi ne sono venute giù rapidamente un’altra decina, tutte stroncate dal caldo e dalla stanchezza: è stata questa la sorte delle modelle-figuranti alla sfilata del brand di Kanye West, Yeezy, affermatasi come uno degli eventi più sadici dell’ambiente.
lacoste new york fashion week 3
Stavolta il poliedrico artista ha pensato bene di trascinare con bus e traghetti stampa e compratori sulla Roosevelt Island, splendido giardino fluttuante sull’East River, lasciandoli poi ad aspettare per ore l’inizio dello show senza poter andare via. E a loro è andata anche bene, visto che almeno erano all’ombra: le oltre cento ragazze scritturate per stare impalate sul prato come una scenografia umana se la sono vista peggio, costrette ad attendere sotto il sole senza un goccio d’acqua.
Da qui gli svenimenti, seguiti a show terminato dalle ovvie polemiche per l’inspiegabile ritardo: una scelta precisa per «indurre nel pubblico uno stato meditativo», ha detto Vanessa Beecroft, collaboratrice di lunga data di West. Una pessima organizzazione tecnica e tanta maleducazione, ha ribattuto il resto del mondo. Temiamo che la tesi più popolare stavolta sia quella più azzeccata. Cattivo Kanye.
lacoste new york fashion week 1
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