
QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL…
"OCCHIAIE" DI GATTO, UN ALTRO COLPO E' STATO FATTO! L’INCREDIBILE STORIA DI LAILA, LA BELLA LADRA 50ENNE TRADITA DALLE BORSE SOTTO GLI OCCHI E DALLE RUGHE – HA COMPIUTO RAZZIE A RIPETIZIONE NELLE GIOIELLERIE MILANESI – PER LA CASSAZIONE LE FOTO LA INCASTRANO...
Luca Fazzo per “il Giornale”
È una bella donna, Laila: e anche grazie al suo charme, alla sua aria da signora di buona società, riusciva a muoversi con grazia nelle gioiellerie, facendo abbassare la guardia ai commessi: fin quando, zac!, via il collier, la parure, l' orologio. Ma gli anni passano anche per le belle ladre, e i segni del tempo infieriscono pure su di loro. Così, alla fine, a tradirla, all' alba dei cinquant' anni sono state le borse sotto gli occhi, le rughe affacciatesi inesorabili sul suo volto quasi da attrice. Se in questi giorni Laila finirà in galera, è colpa delle rughe.
Lo ha deciso la Cassazione, mettendo fine al braccio di ferro tra la Procura di Milano e i difensori della bella signora di origine veneziana. A costarle l' arresto sono due imprese messe a segno a distanza di due mesi alla fine del 2015: la prima da Jannelli, la nota gioielleria di via Brioschi, e la seconda insieme a un complice, in una oreficeria di Cusano Milanino, dove avrebbe imboscato sotto la gonna ben quarantaquattro fedi nuziali. Da Jannelli, Laila aveva agito con classe consumata: entra, chiede di vedere un anello, e lascia - dettaglio da professionista - anche un acconto da duecento euro: e al momento di uscire si fa scivolare sotto il foulard una scatola di anelli e diamanti che di euro ne vale oltre ottomila.
Che ci fosse di mezzo Laila, vecchia conoscenza della polizia, la Squadra mobile lo aveva ipotizzato fin da subito. E quando ai titolari dei due negozi viene sottoposto l' album fotografico, la riconoscono: «È lei». Ma il giudice preliminare nel dicembre scorso respinge la richiesta di arresto avanzata dalla Procura. Il riconoscimento fotografico è vago, non basta a mandare una signora in galera. Il pm ricorre al tribunale del Riesame e ottiene ragione una prima volta, ma Laila ricorre in Cassazione e intanto resta libera.
Ma nei giorni scorsi arriva la botta: ricorso respinto, arresto da eseguire. Quanto e forse più delle manette, ad addolorare la bella morettona saranno le motivazioni della decisione: i giudici si convincono che la ladra immortalata dalle telecamere sia proprio Laila perché «il viso emergente dalla foto ritraente l' indagata mostra borse sotto gli occhi e due rughe verticali dal naso al mento, e dalle immagini ritraenti l' autrice del furto si intravedono dette caratteristiche».
La padrona della gioielleria si era limitata a dire che «la donna aveva circa 50 anni», e aveva «capelli castani e lunghi», e che pertanto Laila era «molto simile all' autrice del furto». Ma i giudici di Cassazione (due maschi, se il dettaglio significa qualcosa) vanno più in là, approfondiscono il tema, si studiano le foto e le riprese: e vanno a soffermarsi proprio lì, su quelle borse e su quelle rughe. Spietati.
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