I ROBOT LA FARANNO DA PA-DRONI - L'IDEA LANCIATA DA BEZOS APRE LA STRADA AL BUSINESS DEL FUTURO, I TRASPORTI DAL CIELO

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Giampaolo Cadalanu per "La Repubblica"

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Si consolerebbe Isaac Asimov, che aveva indicato come "Prima legge della robotica" il divieto per le macchine pensanti di recar danno agli esseri umani. L'autore di
Io, Robot, scomparso nel '92, si stava certamente rivoltando nella tomba a vedere le imprese più recenti dei droni assassini, protagonisti di omicidi mirati in mezzo mondo, dallo Yemen ai Territori palestinesi, dal Pakistan alla Cecenia. Ma ora, finalmente, gli automi volanti destinati alle attività civili si prendono la rivincita.

AMAZON CONSEGNA CON I DRONI

A rilanciare il tema con clamore ci ha pensato Jeff Bezos, patron del colosso di vendite on line Amazon: entro cinque anni, ha promesso, sarà in grado di far consegnare libri e merci direttamente da un drone sulla porta di casa dell'acquirente. E tutto questo entro mezz'ora dal clic finale della transazione on line. Ma soprattutto, garantisce Bezos, «senza intervento umano». In altre parole, si tratterebbe di droni che viaggiano in autonomia, ovviamente legati a un piano di volo che presuppone una normativa generale dettagliata.

AMAZON CONSEGNA CON I DRONI

Le visioni di Bezos sono state riprese da Google, che ha sottolineato il suo impegno nello studio degli androidi e che un giorno potrebbe spedirci alla porta un fattorino robot, arrivato a bordo della già nota auto senza guidatore. Più spirito ha mostrato la catena di librerie britanniche Waterstones, che ha anticipato scherzosamente sul suo sito web il lancio di un servizio consegne affidato a gufi e civette, in perfetto stile Harry Potter. L'unico problema è che bisognerà aspettare anni prima di rendere operativo il sistema, «perché ci vuole un sacco di tempo ad addestrare gli uccelli e noi abbiamo avuto l'idea solo questa mattina».

Al di là dell'ironia, l'annuncio dell'uso di droni al posto dei pony express è un punto di non ritorno perché "sdogana" la prospettiva di un utilizzo quotidiano. Ma in realtà la diffusione di aerei senza pilota a bordo è già in fase di esplosione rapidissima. L'associazione dei costruttori (Auvsi nell'acronimo Usa) prevede un boom economico non appena la Federal Aviation Administration, nel 2015, darà il via libera ai voli dei droni integrandoli nel normale traffico aereo.

AMAZON CONSEGNA CON I DRONI

Le stime dei costruttori parlano di un giro d'affari sopra i 13 miliardi di dollari nei primi tre anni, e 82 miliardi in un decennio, con centomila nuovi posti di lavoro negli Usa. Insomma, esperti e aziende sono entusiasti: c'è un universo nuovo, un Far West aereo da conquistare, nei collegamenti, nei trasporti, negli affari, nella sorveglianza e anche nelle operazioni umanitarie.

Quest'ultimo uso impegna in genere le stesse macchine utilizzate per missioni di controllo dai militari: è il caso dei "Falco" costruiti in Italia da Selex-Es, un'azienda del gruppo Finmeccanica, che l'Onu sta utilizzando per il controllo dall'alto della missione Monusco nella Repubblica democratica del Congo. Oppure degli "Strix" prodotti da Alpi Aviation e utilizzati in Afghanistan per soli compiti di sorveglianza.

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Molto più impegnativa la sfida dell'inventore californiano Andreas Raptopoulos, che ha lanciato l'idea di Matternet: una rete di droni - dunque concreta, non virtuale - capace di garantire il trasporto di beni anche dove la rete stradale non è disponibile. «C'è oltre un miliardo di esseri umani che non possono fare affidamento sulle strade per tutto l'anno», sottolinea Raptopoulos. E illustra i primi esperimenti, perfettamente riusciti: la consegna di farmaci e attrezzature mediche nelle zone inaccessibili di Haiti dopo il terremoto del 2010, e il rifornimento di medicine e attrezzi diagnostici ai piccoli laboratori medici nelle regioni periferiche della Repubblica Dominicana.

Prossima tappa, il ritiro di campioni di sangue per tenere sotto controllo la diffusione del virus Hiv nelle zone rurali del Lesotho. In prospettiva, l'organizzazione di Raptopoulos vede grandi possibilità per la sua rete di droni nella risposta ai disastri naturali, oppure nella consegna di rifornimenti dove non ci sono strade, magari per favorire il ripopolamento delle zone isolate, e naturalmente nei servizi cittadini, per superare i problemi di traffico con le stesse modalità ipotizzate da Amazon.

AMAZON CONSEGNA CON I DRONI

In attesa del varo di una "internet dei droni", le sperimentazioni si diffondono anche in Italia. Sono i primi impieghi, timidi ma promettenti: si va dalla sorveglianza contro le frane, con due "esacopteri" spediti a sorvegliare le Dolomiti dagli agenti del Corpo Forestale di Belluno, al controllo del Ponte di Rialto, sorvegliato in vista del restauro dai tecnici del Comune di Venezia con una telecamera digitale montata su un piccolo drone.
C'è anche chi ha"aperto la strada" già da diversi anni, usando aeromodelli telecomandati: Massimo Sestini, fotografo di gossip e non solo, porta in cielo una piccola macchina fotografica usando un giocattolo da 350 euro, che si comanda direttamente dall'iPhone.

AMAZON CONSEGNA CON I DRONI

«Ma nessuna immagine ottenuta con un drone ha la qualità necessaria per i giornali. Un giocattolo non può sostituire la reflex con supertele 600 millimetri e duplicatore di focale, imbracciata da me mentre volo in elicottero», dice Sestini. Insomma, niente droni in volo sul castello di Bracciano durante i matrimoni dei divi: le normative sui droni sono molto severe e alla fine «spiare con la macchina fotografica è diverso che spiare con una telecamera di sorveglianza».

«Queste con i piccoli droni sono operazioni al limite dell'illegalità», commenta M.P. di Alpi Aviation, «perché nel nostro Paese manca una legislazione adeguata. In teoria questi piccoli apparecchi dovrebbero solo volare in spazi privati, perché non c'è un'autorità in grado di dare le certificazioni necessarie e stabilire le regole». E questo limita anche le prospettive economiche: «Noi riceviamo continuamente richieste di interlocutori come i Vigili del Fuoco, o la Protezione civile, ma dobbiamo respingerle perché per ora non ci sono le regole adeguate», si lamenta Petrusa.

AMAZON CONSEGNA CON I DRONI

Invece il resto del mondo, è il caso di dirlo, "vola": i russi hanno già testato un elicottero senza pilota, in Gran Bretagna le sperimentazioni sono arrivate agli aerei passeggeri, già testati con il pilota a terra e con a bordo un comandante "disoccupato". Ma resta
la paura dell'imprevisto, che un essere umano può affrontare sempre meglio di un software.

E più ancora che i capricci del tempo, l'incubo è quello di un hacker che possa entrare nelle comunicazioni fra aereo e base, per dirottare poi il velivolo dove vuole o magari farlo cadere. Non è impossibile: lo ha dimostrato l'esperto tedesco Hugo Teso, ma prima ancora di lui c'erano riusciti i Taliban, che avevano intercettato le immagini dei Predator americani usando un programma scaricato gratuitamente da internet.


2. "I DRONI SONO GIÀ UN BUSINESS"
Vittorio Zucconi per "La Repubblica"

Siamo diventati senza accorgercene i Pronipoti di noi stessi. Dalle fantasie comiche dei Jetsons di Hanna e Barbera con la loro vecchia "colf" robot Rosie nel 1962 alla pioggia di pacchetti consegnati a domicilio dagli "ottocotteri", i droni di Jeff Bezos per i clienti di amazon.com, l'automazione della nostra vita sta quotidianamente riducendo il ruolo e la funzione del «fattore umano».

AMAZON CONSEGNA CON I DRONI

Se l'idea lanciata seriamente da Bezos nella serissima trasmissione televisiva
60 Minutes pochi giorni or sono di affidare a droni, a velivoli autopilotati la consegna di oggetti fino a due chili di peso acquistati on line presso Amazon (l'86 per cento del loro traffico) può ancora sembrare più da cartoon che da realtà imminente, basti ricordare per tutte le profezia fatta da Time nel 1966.

«Anche se la possibilità di fare acquisti a distanza è concreta, non accadrà mai, perché le donne - si noti, «le donne» - vogliono vedere, toccare, esaminare quello che acquistano e non accetteranno mai di comprare senza controllare la merce» scriveva solennemente un esperto. Tra lunedì scorso 2 dicembre e la fine dell'anno, si calcola che 131 milioni di americani, pari alla popolazione di due Italie più un'Austria per buon peso acquisteranno beni, prodotti, servizi online.

La catena della consegna nel mostruoso impero di amazon. com e nei suoi giganteschi hangar dove gli addetti si muovono come robot umani controllati da Gps che ne seguono gli spostamenti, è ancora largamente legata all'anello debole della nuova società automatizzata.

jeff bezos

Dall'addetto che deve fisicamente individuare negli scaffali l'oggetto richiesto fino alla persona che guiderà il furgone per la consegna alla porta, il viaggio è affidato a esseri umani che sanno, come ogni essere umano, sbagliare. Chi ha atteso invano un ordine, o chi si è visto recapitare il libro o il pacco indirizzato ad altri sa che anche la migliore società di trasporti e consegne vale soltanto come il più distratto dei suoi dipendenti.

Ecco allora alzarsi nel cielo l'"ottottero", l'elicottero con otto eliche che si libra, si ferma come un colibrì, cerca e cala infallibilmente all'indirizzo giusto guidato da altri robot e computer in orbita o nelle celle delle telecomunicazioni. Un'idea ancora lontana anni dall'applicazione pratica, fra aspetti tecnici e complicatissime regolamentazioni
federali sul traffico aereo, ma non più avventurosa di quanto fosse, nel 1995, il lancio di una «libreria virtuale», senza un deposito e magazzini propri, che avrebbe raggiunto oggi 30 milioni di clienti e fatto di Bezos uno dei cinque uomini più ricchi del mondo.

JEFF BEZOS AMAZON

Già oggi, nelle solitudini dell'Alaska polare, e nelle praterie interne degli Stati Uniti, versioni più modeste e meno letali dei «droni» armati che quotidianamente colpiscono con dubbia intelligenza villaggi e assembramenti in Asia o Medio Oriente, consegnano oggetti a distanze e in località che altrimenti non sarebbero raggiungibili. Non c'è nulla di strettamente tecnologico che proibisca la realizzazione della «sparata» di Bezos. Jono Millen, presidente di DroneDeploy, una delle aziende già attive su questa frontiera, ripete che «è tutto perfettamente fattibile».

Parrebbe, a noi consumatori qualsiasi, una sparata, uno stunt di marketing lanciato dall'abilissimo Bezos nei giorni dei grandi acquisti, anche per far dimenticare le rivelazioni sempre più preoccupanti sul trattamento degli umani nella sua azienda che spingono i carrelli per distanze medie di dieci chilometri al giorno. Ma per improbabile che appaia l'immagine di cieli urbani affollati di droni meccanici ronzanti che svolazzano come mosconi cercando la signora Rossi interno B, scala due, quinto piano, nella speranza che la signora abbia un terrazzo, altrettanto ridicolo apparve l'ingegnere serbo americano Nikola Tesla quando tentò di vendere alla UsNavy la sua barca radiocomandata nel 1891.

Google

Anche i disegnatori di Hanna e Barbera, che si divertivano con cucine automatizzate e aereoplanini robot, avrebbero riso al pensiero di sorvolare oceani dopo appena 50 anni a bordo di jet perfettamente in grado di volare senza l'assistenza di piloti. Di viaggiare su treni, sopraelevate, metropolitane senza conduttori. Di seguire religiosamente le indicazioni di una voce sintetica che dal cruscotto dell'automobile ordina di «svoltare a sinistra » dopo 100 metri. Di consegnare il proprio corpo ammalato al laser di un chirurgo robot che lo taglia e le opera. Di guidare vetture ormai fabbricate da infallibili creature meccaniche dalle vaghe forme di rapaci giurassici.

FINMECCANICA

Sembra che ormai l'uomo, nel mondo automatizzato, sia soltanto l'elemento debole, l'anello fragile, da limitare progressivamente fino alla sua eliminazione definitiva, quello che s'incarica di provocare incidenti aerei, stradali o ferroviari. La corsa alla de-umanizzazione della attività economica e dunque sociale, magari mimetizzata dietro l'equivoco dei Social Network, aumenta il passo e i droni che consegnano gli ordini sono meno incredibili di quanto oggi appaiano. Almeno fino a quando ci sarà detto che i droni portano anche i bambini, come un tempo li portavano le cicogne.

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