DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
Luigi Mascheroni per “il Giornale”
Ahiaiaiai... Qualcuno aveva già prenotato la fascetta «Premio Strega 2020» per avvolgere il proprio romanzo... Si vedeva già vincitore. Anzi si vedevano già vincitori: l' autore, il suo entourage giornalistico, l' editore. E poi ieri a sorpresa, ma a dire la verità mica tanto, alla vigilia della scadenza delle segnalazioni (il termine è oggi) Gian Arturo Ferrari è stato candidato al Premio Strega con il romanzo Ragazzo italiano (Feltrinelli), diventando automaticamente il super favorito...
Tra i 400 Amici della Domenica che hanno diritto di voto, chi potrà mai rifiutare la propria scheda all' uomo che per vent' anni, pagina più pagina meno, dal vertice del gruppo editoriale Mondadori, distribuendo pubblicazioni, ha retto le sorti del libro in Italia? Oltre a «Il Professore» lo chiamavano il «Signore dei libri», e qualcuno lo chiama ancora così.
Già, chi può negare il proprio voto al romanzo d' esordio (a 76 anni, come dire: o ora o mai più) di Gian Arturo Ferrari, una prestigiosa carriera nel mondo dell' editoria, culminata nel ruolo di direttore generale della divisione Libri Mondadori dal 1997 al 2009 e dal 2010 al 2014 presidente del «Centro per il libro e la lettura», un protagonista assoluto di quel piccolo salotto che è il mondo del libro in Italia, dove tutti si conoscono e tutti devono sempre qualcosa a qualcuno, a partire da Margaret Mazzantini, la scrittrice che ha proposto la candidatura di Ragazzo italiano: lei vinse con Non ti muovere, Mondandori, nel 2002, quando Ferrari era alla guida del gruppo.
Punto di domanda.
E così i due nomi forti per la vittoria della LXXIV edizione dello Strega - in prima battuta Sandro Veronesi con Il colibrì (La nave di Teseo), che già vinse nel 2006 con Caos calmo, e in seconda Gianrico Carofiglio con La misura del tempo (Einaudi) - vedono sfuggire la chance di trionfare al Ninfeo, a luglio. Del resto, così si dice nell' ambiente pettegolissimo delle redazioni giornalistiche, la Feltrinelli ha pagato un anticipo così alto a Gian Arturo Ferrari (le cifre si sanno, ma non si dicono) che ora in qualche modo deve rientrare... E in Italia si rientra in certi costi solo vincendo lo Strega.
gianrico carofiglio con lilli gruber a otto e mezzo 1
Tanto più che, a giudicare dalle prime settimane di vita in libreria, la stampa sembra essere già abbastanza entusiasta (e chi può scrivere meno che bene di un libro di Gian Arturo Ferrari?). E alla fine il combinato disposto - «il Signore dei libri» che concorre con libro così tanto amato dai giornali - diventa difficile da battere. Chi può uccellare il Colibrì se non il grande uccellatore?
Per il resto, due note a margine. La battuta di Ferrari, intervistato ieri dal Librario.it - «Non legherei la mia carriera nell' editoria alla scelta di essere allo Strega. Sono due partite diverse, con regole diverse...» - è la frase più romanzesca dell' intera faccenda. La seconda è che con la candidatura di Ferrari sale a 40 il numero dei libri in gara. Cioè, più o meno, tutti i romanzi italiani della stagione.
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