''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO…
Charlie Hebdo rischia di spaccarsi per motivi economici: il giornale satirico, prima dell’attacco dello scorso 7 gennaio nella sua redazione a Parigi in cui avevano perso la vita 12 persone, era a rischio del fallimento. Dopo l’attentato ha venduto milioni di copie e così adesso parte della redazione chiede di trasformarlo in cooperativa. Ma la proprietà, con il direttore editoriale Laurent Sourisseau, noto come Riss, che detiene il 40% delle quote, resiste.
«È troppo presto », dice. Intanto ieri il settimanale è tornato nelle edicole con il secondo numero dopo l’attacco terroristico. Tiratura iniziale di 2,5 milioni di copie, ma non c’è stata la ressa in edicola come per il primo numero uscito dopo l'attentato dei fratelli Kouachi. Polemiche sulla vignetta che ritrae Papa Francesco come un “cane rognoso”. Duro attacco al settimanale da parte di Famiglia Cristiana.
LA REDAZIONE DI CHARLIE HEBDO
charlie hebdo al contrario sembra un fallo
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