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Caterina Soffici per il "Fatto quotidiano"
Tra 6 mesi il blocco della pornografia illegale arriverà anche in Italia. Per ora sarà attivato solo nei paesi di lingua anglosassone. Uno staff di 200 ingegneri di Google e Microsoft hanno lavorato insieme per cambiare gli algoritmi dei due motori di ricerca usati dal 95% degli utenti nel mondo, per impedire che chi naviga in internet si ritrovi senza volerlo su siti illegali, pornografici, pedofili e altro. Una sorta di intelligence congiunta Uk-Us, sul fronte dello sfruttamento della pornografia online e per proteggere l'infanzia dalla minaccia del pedofili nascosti dietro apparentemente innocui siti web.
La lotta alla pornografia online è un pallino del premier Cameron. Da quando si è insediato a Downing Street ha dichiarato guerra al sesso illegale online. Google e Microsoft che all'inizio si erano detti per principio contrari all'iniziativa, alla fine hanno aderito all'appello. Fosse solo per questioni di immagine ieri, dopo un incontro a Downingn Street, hanno annunciato di aver indicizzato 100mila vocaboli e associazioni di parole che sono connesse con abusi sessuali online, specie per la protezione dei minori.
Anche su Youtube è stato fatto lo stesso lavoro di pulizia studiando un software in grado di identificare i video fatti da pedofili e/o utilizzabili a fini illegali. Cameron esulta e con lui il quotidiano britannico conservatore Daily Mail, che la ha sostenuto con una campagna stampa contro la pornografia online. Tra 6 mesi il blocco sarà esteso ai motori di ricerca di Google e Microsoft in 158 lingue. Eric Schmidt, capo di Google, ha scritto un articolo sul Daily Mail per spiegare le nuove regole.
Ma l'entusiasmo è già stemperato dagli esperti, per i quali le misure sono acqua fresca: il materiale "depravato" sarà comunque disponibile su internet, seppure negli angoli bui del web e nei siti di condivisione di contenuti peer to peer. Interpellato dalla Bbc, Joss Wright, ricercato presso l'Oxford Internet Institute dice: "Google è il motore di ricerca, non è Internet. L'unica cosa che possono bloccare è ciò che viene in superficie nelle ricerche, ma non quello che sta in profondità , nel web".
Google ha anche selezionato ulteriori 13mila termini, legati alla pedofilia: se uno, per dire, cerca "pedopornografia" o "sesso con minori", appare un banner lampeggiante che avverte: il contenuto potrebbe essere illegale, hai bisogno di aiuto? Nessun pedofilo farà mai ricerche del genere, quindi l'efficacia è tutta da dimostrare. Dice Wright: "Se si blocca una determinata parola la gente troverà un modo di aggirarla. Se i pedofili iniziano a chiamare le immagini di minori âtorta', non è possibile bloccarla".
Comunque per un ragazzino che naviga su internet sarà molto più difficile capitare "per caso" su siti porno. Di altro tenore un'altra misura annunciata da Cameron, sicuramente più incisiva. Grazie a un accordo con le compagnie telefoniche (British Telecom in testa) e con i provider, da gennaio tutti gli utenti, quindi circa 20 milioni di famiglie, dovranno decidere se vogliono o no avere accesso alla pornografia online. Cioè, di default la connessione non avrà la possibilità di connettersi su siti come Youporn. Se l'utente vorrà invece avere accesso, dovrà dirlo in modo esplicito.
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