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Marco Ansaldo per "la Repubblica"
Uno Ior diverso. Un'Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica) verso la possibile chiusura e trasformazione. Un nuovo statuto per l'Autorità di informazione finanziaria (Aif). E il Governatorato sottoposto al controllo di una società internazionale di revisione contabile.
L'arrivo di Papa Francesco in Vaticano non incide solo su gesti e parole, ma contempla il completo rimodellamento delle strutture finanziarie nella Santa Sede. E apre una pagina nuova dopo gli anni controversi del cardinale Tarcisio Bertone alla testa della Segreteria di Stato.
Ieri è stato il primo giorno di lavoro del suo successore, monsignor Pietro Parolin, apparso in forma dopo il recente intervento chirurgico che ne aveva ritardato l'arrivo. E forse non è stato un caso che nello stesso giorno un comunicato ufficiale abbia dato notizia dell'affidamento alla Ernst & Young della "verifica e consulenza sulle attività economiche" del Governatorato.
Quella stessa struttura in passato al centro delle polemiche sugli appalti che portarono l'allora segretario generale, monsignor Carlo Maria Viganò, a denunciare casi di corruzione in una lettera a Bertone, che, finita sui giornali, diede il via al caso Vatileaks, la fuga di documenti riservati della Santa Sede.
La decisione, si legge, avviene «in accordo con la Pontificia commissione referente di studio e di indirizzo per gli Affari economici e amministrativi della Santa Sede» composta da 8 consulenti il cui unico esponente non laico è il segretario generale, Lucio Angel Vallejo Balda. Il monsignore spagnolo, economo per lunghi anni, oggi anche numero due della Prefettura degli Affari economici, sta così assumendo un ruolo centrale.
Sempre ieri è stata pubblicata la Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio del 15 novembre con cui il Papa ha approvato il nuovo statuto dell'Aif. L'obiettivo, per l'Autorità di informazione finanziaria, è di rafforzare le norme in materia di trasparenza e vigilanza.
«Il nuovo Statuto - si legge in una nota vaticana - distingue i ruoli e le responsabilità del presidente, del consiglio direttivo e della direzione, per assicurare che l'Aif possa svolgere più efficacemente le proprie funzioni, con piena autonomia e indipendenza».
Tocca adesso a Ior e Apsa, con scenari nuovi. Nel progetto allo studio l'Istituto per le Opere di Religione rimarrebbe in essere, ma con modifiche sostanziali. Una delle ipotesi è ad esempio quella di demandare la sua attività amministrativa ordinaria (bonifici, conti correnti, ecc.) appoggiandosi a una banca di diritto italiano che possa fornire tutti i servizi. E poi gestire la parte di raccolta e di investimenti attraverso enti finanziari esteri.
Il piano di ristrutturazione più corposo spetterebbe però all'Apsa che potrebbe trasformarsi del tutto, contemplando addirittura la chiusura e la sua sostituzione con un ente dal nome diverso, e una sezione dedicata agli investimenti dalla quale sparirebbe la gestione degli immobili affidata a un ente di nuova istituzione. A occuparsi dei piani di riforma in atto saranno anche gli 8 cardinali consulenti di Francesco, la cui seconda riunione è prevista il 3-5 dicembre prossimo.
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