
FLASH! – IL DOPPIO GIOCO DI JD VANCE: COME MAI IL VICE DI “KING DONALD” CHE SEMBRAVA SPAZZATO VIA…
Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia
1. AVVISI AI NAVIGATI
matteo renzi gelato mattarello
Mancano due giorni all’inizio delle votazioni per il Quirinale e il premier spaccone ci fa sapere che sabato avremo un nuovo presidente della Repubblica. I nomi che per i giornaloni sono meglio piazzati sono sempre quelli di Mattarella, Amato, Padoan e Fassino, ma non va dimenticata Anna Finocchiaro, candidata perfetta del patto del Nazareno.
E a proposito di Nazareno, questa sera ci sarà l’incontro decisivo tra Renzie e Berlusconi. Probabilmente il Cavaliere conosce già il nome scelto dal segretario del Pd, visto che ieri Luca Lotti e Denis Verdini si sono lungamente parlati, e ora deve decidere che fare.
Renzie ha sicuramente in testa il nome di una personalità che non gli faccia ombra, mentre tutti i suoi nemici, nel Pd come tra i fittiani, sperano esattamente nel contrario: vogliono un personaggio “autorevole”, che li garantisca da qualsiasi ipotesi di scioglimento anticipato delle Camere, una figura che in qualche modo possa arginare l’esuberanza del premier. Insomma, un anti-Renzi.
matteo renzi pier carlo padoan
Sotto questo profilo il pallino sta nelle mani di Berlusconi. Se il fondatore di Forza Italia insistesse su Giuliano Amato, sicuramente un presidente “ingombrante”, Renzie potrebbe finire in una tenaglia, visto che il Dottor Sottile piace anche a bersaniani e dalemiani. Viceversa può aiutare Renzie a uscire dall’angolo e ad eleggere una figura più sbiadita. Il Cavaliere deve solo decidere se fidarsi ancora di Pittibimbo, dopo avergli concesso tutto sull’Italicum, e se il patto del Nazareno debba proseguire anche dopo l’elezione del capo dello Stato. Il bisogno di difendere le sue aziende lascia credere che si piegherà ancora una volta al “Royal baby” (copyright Ferrara).
2. EFFETTO TSIPRAS
La vittoria di Syriza in Grecia tiene ancora banco sui giornali e tutti tentano di capire quali saranno le prime mosse di Tsipras. “L’Unione europea apre a Tsipras. ‘Trattiamo sulla durata del debito, ma gli impegni vanno rispettati’. Prima riunione dell’Eurogruppo dopo il trionfo di Syriza. Si discute un possibile allungamento. Calma sui mercati” (Repubblica, p. 2). Christine Lagarde, direttrice del Fondo monetario, detta l’agenda di governo con un’intervista a “Le Monde” ripresa da Repubblica: “Aspettiamo che si metta mano all’apparato statale, al fisco e alla magistratura”. Poi ribadisce: “Gli impegni presi non si cancellano” (p. 4). Mentre Martin Schulz, presidente dell’Europarlamento, è più disponibile nei confronti di Tsipras: “Mi fido di lui, è realista. Negoziamo ma senza ricatti” (Corriere, p. 6).
il giuramento di alexis tsipras
Il Corriere riassume le prime mosse del leader greco che piace a tutti, qui in Italia: “Tsipras giura. E si allea con la destra. Il vincitore snobba le opzioni europeiste e sceglie i nazionalisti. Si lavora alla squadra, molti economisti. Forse il governo già oggi” (p. 2). Ed ecco chi è Kammenos, il nazionalista imbarcato al governo: “Yacht, Bibbia e veleni anti immigrati. Panos, il partner imprevedibile di Syriza. Il leader dei Greci indipendenti: contro i gay, accusato di antisemitismo, chiama nazisti i tedeschi” (Corriere, p. 3).
Il Messaggero si concentra sul personaggio Tsipras: “Al debutto senza cravatta. ‘Non cambio né vita né casa’. Tsipras giura solo con la giacca. Passaggio di consegne con Samaras come Renzi-Letta. Agli amici assicura: resto in periferia. Ma si parla di un futuro trasloco nei quartieri bene” (p. 4). Sul Cetriolo Quotidiano, “E ora tutti ‘Je suis Tsipras’. I vincitori estero su estero. Non solo Rifondazione e Vendola, ma proprio tutti fanno festa con i voti presi ad Atene. I renziani inneggiano alla rivoluzione greca, brindano pure Salvini e Giorgia Meloni” (p. 5).
Il Giornale fa i conti con il rischio Tsipras: “Il compagno non paga i debiti. E l’Italia ci rimette 24 miliardi. La promessa del neo premier Tsipras rischia di pesare parecchio sulle tasche dei cittadini Ue. Solo per noi il conto equivale a due anni del bonus Renzi o a un anno di imposte sulla casa” (p. 5).
3. ROMANZO QUIRINALE
Repubblica riporta la posizione ufficiale del premier: “Per il Quirinale faremo solo un nome, sabato il presidente’. Oggi Italicum in porto. Ai parlamentari Pd: ‘Non è un referendum su di me’” (p. 10). Poi spiega i suoi timori: “Il premier teme di incartarsi: ‘Ma è inspiegabile non candidare un Pd’. I quattro in corsa: Mattarella, Amato, Padoan e Fassino” (pp. 10-11). Sul Corriere, “I tanti veti di Berlusconi e la tattica di Renzi sui tempi. Cresce il pressing per Amato. Perché il premier sposta avanti il traguardo. Riprende quota Padoan” (p. 12).
Per la Stampa, “Renzi valuta un tris di nomi. In campo Mattarella, Fassino e Padoan. Forcing bipartisan su Amato” (p. 6). Messaggero: “Pressing di Pd e Fi per Amato. Il premier stoppato su Padoan. Palazzo Chigi fa sapere di non avere obiezioni sull’ex esponente socialista. Sul ministro del Tesoro e Mattarella veti da Berlusconi. Su Finocchiaro il no dei deputati” (p. 9).
4. SI PASSA PER BERLUSCONI
Stasera incontro tra il Cavaliere e Renzie, incontro che per il segretario del Pd non sarà una passeggiata. Repubblica: Berlusconi: ‘Niente tecnici o il patto salta’. Ma il leader di Forza Italia è convinto che ‘Renzi non tradirà’. Anche i forzisti voteranno scheda bianca alle prime tre votazioni. Incontro ieri tra il sottosegretario Lotti e Verdini. Oggi il faccia a faccia tra il premier e l’ex Cavaliere. ‘A Renzi dirò che dovrà farmelo sapere almeno un giorno prima della quarta votazione” (p. 12).
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Libero titola a tutta prima: “Oggi si decide chi va sul Colle. Incontro tra Renzi e Berlusconi. Il premier vuole eleggere il presidente sabato alla quarta votazione: cosa fattibile solo con i voti del patto del Nazareno. Se salta l’intesa può succedere di tutto. Fuoco di sbarramento su Amato e Casini. Ma l’alternativa è peggiore: Prodi, l’uomo che ci ha venduto alla Ue”. Per il giornale diretto da Maurizio Belpietro “salgono le quotazioni di Padoan” (p. 5).
La Stampa di Torino svela: “E il leader di Fi ragiona sull’ipotesi Chiamparino. Il nome del governatore al centro del pranzo tra Lotti e Verdini” (p. 7). Per il Messaggero, “Berlusconi vuole garanzie: rischiano anche alla quarta. I dubbi dell’ex Cavaliere sui numeri per i vari scrutini: ‘Renzi ha bisogno di noi’” (p. 11).
5. UN, DUE, TRE, GRILLINO
C’è sempre casino fra le truppe grilline, anche alla vigilia di un passaggio delicato come l’elezione del capo dello Stato. “Altri 10 via da Grillo. M5S diviso su Prodi. Una pattuglia di deputati annuncia oggi l’addio in polemica con le decisioni ‘solitarie’ del leader e di Casaleggio. Lettera ai parlamentari del Pd: dateci i nomi e la rete li giudicherà. Di Battista e Sibilia favorevoli a lanciare il padre dell’Ulivo. I fuoriusciti interessati a giocare la partita del Quirinale, forse con una loro proposta” (Repubblica, p. 13). Il Corriere racconta: “I 5 Stelle e quell’asse con Sel e ribelli dem per lanciare Prodi. Ma in 10 pronti all’addio” (p. 10).
6. MA FACCE RIDE!
“La Grecia ce la farà. E’ Renzi che porta l’Italia verso il disastro”. Corrado Passera a Libero (p. 9).
7. UNA MAXI-CONDANNA PER DIMENTICARE LA VERGOGNA
E’ messo male il comandante Schettino, simbolo di un’Italia che cazzeggia e scappa dalle sue responsabilità. Ieri per lui hanno chiesto una condanna esemplare, che non è mai sinonimo di giustizia giusta. “L’accusa durissima contro Schettino. ‘Incauto idiota, la pena sia di 26 anni’. I pm: va arrestato per il pericolo di fuga. La difesa: lo trattano come se fosse Pacciani”. “Il comandante: ‘Io sono qui, non scappo” (Corriere, p. 19). Sulla Stampa, “Ma l’ex comandante protesta. ‘Pena enorme ma non scappo’. Assente in aula: ‘Io non sono un assassino” (p. 9).
8. MANOVRE POPOLARI
Dopo il blitz renziano, grandi fondi in manovra sulle nostre banche popolari. Pezzo sul Corriere: “Popolari, ecco chi scommette sul riassetto. Le posizioni di Kairos, Marshall e Aqr Capital. Acquisti allo scoperto sull’onda del decreto. Lupi: la riforma si può cambiare in Parlamento. Su Ubi Banca e Bper scattano i realizzi” (p. 33).
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