
FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO…
DAGOREPORT
Toh! Nel bel mezzo di una campagna elettorale che i media hanno contribuito a rendere ancor più fumosa e caciarona trasfondendo ogni giorno anche forti dosi di sondaggi (taroccati) nelle vene collassate ai propri lettori, il Corrierone - a sorpresa - il 25 gennaio se ne esce con la proposta di (re)istituire il ministero della Cultura.
Perché una simile sortita, a firma dei professorini Ernesto Galli Della Loggia e Roberto Esposito, in vista di una nuova legislatura che meriterebbe ben altri aggiustamenti istituzionali? A cominciare dallo "spacchettamento" del dicastero del Tesoro da quello dell'Economia. Una delle tante "rivoluzioni" anti-casta incoraggiate dai politologi dalla virgola saccente in quest'ultimi vent'anni.
Gli stessi accademici fanz-castisti che dopo aver invocato il superministero dell'Economia in nome della governabilità e del rigore (altrui) neppure hanno la decenza di chiedersi ora, mentre il sistema bancario affonda in acque melmose e la spesa pubblica tocca il livello record, che uso hanno fatto i vari (e avariati) "tecnici" Ciampi, Padoa-Schioppa, Tremonti, Siniscalco e Grilli dei loro magici superpoteri.
Il nefando gabinetto di Rigor Mortis, l'ultimo benedetto dai giornaloni dei Poteri marci (senza accezione alcuna), ha delegato la politica fiscale all'agenzia delle entrate (Equitalia). E sul fronte del Tesoro, il suo attuale responsabile, Vittorio Grilli, non ha neppure la forza di mandare a casa un "suo" manager, l'amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi (indagato per tangenti), che nelle sue chiacchiere telefoniche con il compagno di merende Ettore Gotti-Tedeschi (altro manager pubblico oltre che banchiere del Santander) fa del gossip sulle possibile consulenze improprie "regalate" all'ex moglie del suo maggiore azionista (il ministro Grilli).
A quanto pare, però, le priorità istituzionali sposate dal Corrierone e dettate dalla coppia Della Loggia&Esposito, sembrano altre per l'Italia. Se viviamo tempi di "aspra congiuntura" e incerte sono pure le "prospettive d'insieme della storia nazionale" che c'è di meglio se non (ri)dare vita a un ministero della Cultura. "Una necessità di aprire una fase interamente nuova nella vita del Paese", scrivono accorati i fondisti à la carte di via Solferino.
E chi, ma questo omettono di aggiungerlo, meglio di Paolino Mieli potrebbe andare a occupare quella poltrona da restaurare in fretta. Almeno sono in tanti nel mondo dei media a sospettare che dietro le testoline di Della Loggia&Esposito ci sia la solita manona dell'ex direttore del Corriere e attuale responsabile dei Libri Rizzoli.
In vista del prossimo e dolorossimo cambio di stagione in Rcs, il professor Mieli-Cutolo già pensa al suo futuro. E nel frattempo manda in campo i suoi avanguardisti storici. Per adesso, ma fino a quando? resta in panchina Pigi Battista.
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