DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)
1. PERCHE' ROMA NON E' EUROPA (E NEPPURE MONDO MODERNO)
Oggi i principali quotidiani iniziano a pubblicare le mail di Ettore Gotti Tedeschi, il finanziere dell'Opus Dei imprudente defenestrato dallo Ior ad opera del cardinal Bertone. Lin-Gotti lo conosciamo bene: è un onesto e fiero cattolico liberale, un po' picchiatello e parecchio compreso di sé, che però ha sinceramente provato a ripulire la Banca di Dio dalla gestione opaca del direttore generale Paolo Cipriani, a sua volta coperto da Cesarone Geronzi.
Cipriani è saltato come un birillo con l'arrivo di papa Bergoglio. Ma non è questo quello che conta oggi. Le mail di Lin-Gotti offrono la prova di quello che abbiamo sempre saputo: le leggi della Repubblica che interessano al Vaticano (dall'Ici al fine vita) vengono contrattate preliminarmente con i cardinali da personaggi che poi fanno carriere inspiegabili. E lo stesso vale per la Rai, dove quasi tutte le carriere di vertice sono inspiegabili, se non con l'appartenenza a qualche parrocchietta politica, religiosa o di loggia. Poi dicono che abbiamo una legislazione arretrata, una pesante elusione fiscale e telegiornali del cappero.
Tutto da leggere il pezzone di Repubblica: "Ici alla Chiesa, biotestamento e Rai. La trattativa segreta tra Pdl e Vaticano. L'archivio di Gotti Tedeschi: da Alfano a Tremonti, così si concordavano le leggi. Mantovano a Gotti Tedeschi: âCaro Ettore, ho scritto a Bagnasco. Dalla Cei sul biotestamento deve arrivare un segnale'. Nomine Rai, Gotti a Bertone: âSulla Lei abbiamo già ricevuto assicurazioni da Berlusconi: bisogna interloquire con la Lega'.
Tra gli interlocutori anche l'ex ministro Passera: gli si chiede, in quanto ad di Banca Intesa, di sbloccare i finanziamenti per il San Raffaele" (pp. 16-17). Comunque è vero che l'ingegner Cidibbì ha un "problema psicologico" con Passera, come lamenta il diretto interessato. Oggi lo sbattono in prima pagina come un servo del Vaticano, ma i pretazzi a chi dovevano chiedere di sbloccare i soldi se non al banchiere che doveva prestarli? Dovevano rivolgersi alla Popolare dell'Etruria?
2. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
La versione mercatista della moderna "democrazia" (le Borse votano tutti i giorni, tu ogni cinque anni) ordina la continuazione del governino di Lettanipote. "Effetto crisi su Borsa e BTp. Lo spread sale a 248. Spagna più vicina. Il premier: i tassi restino bassi. L'incertezza sul quadro politico italiano spaventa i mercati: Milano -1,35%, mentre gli altri listini salgono" (Sole 24 Ore, p. 1).
La manfrina si completa con l'intervento preoccupato di Re Giorgio, come si perita di farci sapere il Menzognero: "Napolitano chiede garanzie sui conti. Letta non crede alla crisi ma il Colle si informa sull'iter della legge di stabilità che da quest'anno esige il visto Ue". Il momento, insomma, è grave, ma è poi lo stesso giornale di Calta-riccone a mandare tutto in vacca con un pezzullo dal titolo "E con il senatore a vita Rubbia s'informa della vita su Marte" (p. 5). Ma andateci, su Marte. Siamo disposti a pagare noi.
Il Corriere delle banche creditrici ci fa sapere, a mezzo Padre Massimo Franco, che "Una crisi di governo accrediterebbe un'instabilità politica irrecuperabile. E farebbe crescere in alcune nazioni dell'Ue la tentazione di abbandonare il Paese" (p. 4). Più che le "nazioni", però, sono i grandi investitori istituzionali ad "abbandonare" i paesi. E tutto dipende dalle quote di debito sovrano detenuti nei singoli portafogli esteri.
Sulla Repubblica degli Illuminati parla direttamente uno dei padroni d'Italia nel mondo, il capo di Unicredit Federico Ghizzoni: "Staccare la spina al governo significherebbe dire addio alla ripresa. Due-tre anni fa l'austerità era l'unica strada, adesso invece è il momento di trovare le risorse da investire. L'esecutivo Letta non punta a grandi rivoluzioni ma a cambiamenti passo per passo, è la strada giusta". Traduzione per gli addetti ai livori: "L'esecutivo Letta non ha uno straccio di programma un minimo ambizioso, ma farà pian pianino tutte le cosucce che servono a noi" (p. 4).
Sul Giornale giocano allo schiaffo del soldato: "Il Pd affossa Letta. Epifani chiude al Pdl sulla decadenza di Berlusconi. E' una bomba contro il premier. Pronto il video del Cav sulla nuova Forza Italia: âResto in campo'".
3. NANO DECADENCE
Far decadere da senatore il Grande Evasore sarà dunque un parto trigemino, nonostante l'ottima legge Severino. "Giunta, già è scontro sul calendario. Nessun accordo tra le parti, si sceglierà come procedere solo dopo la redazione di Augello (Pdl). Berlusconi âconcede' un rinvio ma è deciso a far saltare il banco. Posticipato l'ufficio di presidenza che decreterà la crisi. Stilata una lista di fedelissimi a cui affidare il partito quando sarà ai domiciliari: gli altri fuori" (Stampa, p. 8).
4. MI CHIAMO RENZIE E PROMETTO SFRACELLI
Micidiale tentativo di ritorno in campo da parte di Uòlter Veltroni, rappresentante per l'Africa del glorioso popolo della sinistra: "Veltroni vota Matteo e lo avverte: attento, anch'io avevo tutti con me. L'ex segretario: con Letta sono come Obama e la Clinton" (Corriere, p. 7).
Il povero Culatello Bersani non si dà pace e armeggia con i codicilli e i rinvii come un Berlusconi qualunque: "Piano di Bersani per bloccare Matteo. âFar slittare il congresso al 2014'. Pierluigi conta sull'assemblea nazionale. Il sindaco: non esiste" (Repubblica, p. 7).
Il Giornale di Sallustioni scalda i motori contro il futuro sfidante del Padrone: "Renzi recordman di assenze: è dappertutto, mai a Firenze. Il sindaco in consiglio comunale non va: soltanto una seduta su sei nel 2012. Critiche anche dal Pd" (p. 7).
5. UN, DUE, TRE, GRILLINO
In attesa di essere portati via dai Marziani, su preciso appuntamento fissato da Casaleggio, i grilloidi si frantumano come da programma. "Il M5S si spacca, Orellana pronto all'addio. Grillo lo mette alla gogna: âCome Scilipoti'. I dissidenti insorgono: accuse inaccettabili, basta con le espulsioni. Anche Crimi difende il senatore: âMi dispiace moltissimo, Luis è un amico'. Ma Casaleggio e il leader accelerano: l'idea è selezionare i âduri e puri' per prepararsi al voto" (Repubblica, p. 9).
6. A COSA SERVONO I GIORNALI
"Marchionne: un miliardo per Mirafiori". Oggi lo scrivono tutti, con maggiore o minore enfasi. Nessuna risposta invece sul punto chiave, ovvero se il miliardo è uno dei venti previsti illo tempore nello strombazzatissimo piano "Fabbrica Italia" (lo chiede il Cetriolo Quotidiano, ma senza risposta).
E soprattutto, nessuno sa quando questo famoso miliardo sarà veramente messo a disposizione. Il prolungamento della cassa integrazione, invece, è certo. Tanto al governo si susseguono i tappetini. La cosa più triste però è il "recupero" della Boldrinmeyer sulla celebra "buca" a Marpionne: "Dovevo andare dal Capo dello Stato, potevo dirgli di no?".
Per decenza vi risparmiamo i titoli della cosiddetta stampa d'opinione e andiamo direttamente a quella di culto: La Stampa. Apertura della prima pagina, come fosse la notizia più importante del Pianeta: "Fiat, un miliardo per Mirafiori. Marchionne: scelta coraggiosa in un contesto difficile".
Segue adeguata copertura in stile Illustrato Fiat alle pagine 2-3: "Un gesto di fiducia contro il declino". La lettera dell'ad ai dipendenti. "Fiat rilancia Mirafiori con i Suv Maserati e investe un miliardo. Il ministro Zanonato: âDall'azienda un impegno importante'.
Il Lingotto e i sindacati firmatari del contratto aziendale a Fiom: âAderite anche voi'."Per la fabbrica simbolo si delinea un futuro da polo dell'auto di lusso". E infine la ciliegina sulla torta, con il sindaco-dipendente che taglia già il nastro tutto felice: "Fassino: âScelta coraggiosa. Conferma il peso di Torino. Il sindaco: la città si conferma nel ruolo di hub dell'automobile. âMi è sempre sembrato strumentale l'allarme per la fuga dell'azienda". Poi uno si chiede perché il Pd perde regolarmente le elezioni.
7. SFIG-MECCANICA E LE SVENDITE DEL PASSATO
Puntare tutto sulle armi e liquidare il settore civile, a cominciare dall'energia, che invece ha un futuro in tutto il mondo. La follia di Finmeccanica è a un punto di svolta e il governino di Lettanipote non sa che pesci prendere. Deciderà qualcuno dall'estero, come sempre. E del resto ci sarà un motivo se abbiamo Gianni De Gennaro, l'ex capo dei servizi segreti, alla presidenza del gruppo.
Intanto il Sole accende un faro, costretto dalla Borsa: "Ansaldo Energia, bagarre sulla vendita. Le trattative con Doosan sono state confermate, ma l'operazione resta congelata dal Governo. Le indiscrezioni sulla cessione ai coreani infiammano la Borsa: il titolo Finmeccanica vola, Consob interviene e l'azienda nega la firma di accordi vincolanti. Ma le incertezze restano. Oltre alla âsospensiva decisa dall'esecutivo, sul deal pesano le incognite all'opposizione dei sindacati e alla quota da dismettere" (p. 1 del dorso Finanza&Mercati).
8. TELECOM-MEDIA
Lotta come un leone (d'oro) Franchino Bernabebè, alle prese con la difficile partita della permanenza sulla poltrona. "Telecom, spunta aumento riservato. Bernabè rigiocherà la carta Sawiris. L'operazione sarà portata dal presidente al prossimo cda. Nel novembre 2012 il board aveva rigettato un'offerta dell'egiziano a 0,7 euro per azione" (Repubblica, p. 23). Oggi, nonostante i rialzi degli ultimi giorni, il titolo boccheggia ancora a 0,56 euro.
9. CONSOB SU TRONCHETTI
Forse a Marco Tronchetti toccherà spendere qualche soldino in più per mantenere il controllo della Pirelli. Come scrive il Sole, "Camfin vola sugli accertamenti Consob. Lauro 61 respinge i dubbi sull'Opa: nessun accordo per condizionare il prezzo. Il titolo guadagna il 3% a 0.82 euro sull'ipotesi di un possibile rialzo del valore dell'Offerta. La Commissione ha fatto sapere che le verifiche sono ancora in corso e finora non è stata fatta alcuna contestazione formale" (p. 32).
10. LE FAMOSE "BANCHE DEL TERRITORIO"
A Genova non hanno capito un tubo della relazione ispettiva di Bankitalia e ieri i potentati locali hanno designato ai vertici della Carige il principe religioso Cesare Castelbarco Albani, console del Lussemburgo, amministratore delegato di Carige Italia e membro del cda di Banca Carige Spa.
Ovvero uno dei futuri sanzionati da Via Nazionale, che infatti aveva chiesto facce nuove. Intanto Gianluca Paolucci, della Stampa, scava nelle carte e racconta "I prestiti sospetti alla Fondazione per comprare le azioni della banca. Gli ispettori segnalano anche incagli più elevati per un miliardo" (p. 25). Un miliardo di incagli in più?! Ragionier Berneschi, vanno per caso riscritti i bilanci?
11. DERIVATI, MI-JENA GABANELLI RICICCIA Al MAGO TREMONTINO IL SUO AMICO PONZELLINO
Terzo round del combattimento tra la conduttrice di Report e l'ex consigliori fiscale dello statista di Arcore, arbitrato sul Corriere dal fischietto d'oro Flebuccio de Bortoli. Oggi tocca a Mi-jena, che spara un bel calcio negli zebedei al Fiscolo di Sondrio: "Gli scenari probabilistici sui derivati secondo Tremonti sono âincredibili', secondo la valutazione di un centinaio di accademici internazionali sono invece un valido presidio per la trasparenza e la difesa dei risparmiatori.
La ritrosia di Tremonti è tuttavia comprensibile, dato che il convertendo emesso nel 2009 dalla BPM del suo amico Ponzellini, a supporto della sottoscrizione dei Tremonti bond, è stato infastidito proprio dagli âscenari' che hanno dichiarato che in quasi il 70% dei casi gli investitori avrebbero perso metà del capitale; circostanza puntualmente verificatasi" (p. 22)
colinward@autistici.org
ETTORE GOTTI TEDESCHICARDINALE TARCISIO BERTONE Cesare Geronzi ANGELINO ALFANO E GIULIO TREMONTI - Copyright PizziBAGNASCOpassera con grilli derby22 letta nipotenapolitano FEDERICO GHIZZONI A BAGNAIA LETTA IN VACANZARenz epifani i BIG Silvio berlu Laura Boldrini e Walter Veltroni GIANROBERTO CASALEGGIO E BEPPE GRILLO FOTO LAPRESSE BOLDRINImarchionne e fassinopansa_alessandro polizia
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