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LA PIAZZA PER L’EUROPA DI SABATO SCORSO A ROMA E' UN TRAMPOLINO SOLO PER L’EGO ESPANSO DI MICHELE SERRA? – LE AMBIZIONI DEL GIORNALISTA DI “REPUBBLICA” SONO STATE SEMPRE MOLTO ALTE. IN UNA INTERVISTA DEL 2001 A SABELLI FIORETTI, SERRA DICEVA: “OGNUNO FA I CONTI CON LE PROPRIE AMBIZIONI. RICORDO UNA FRASE MERAVIGLIOSA DI PINTOR: "NON ME NE FREGA NULLA DI ESSERE CONSIDERATO IL PIÙ GRANDE GIORNALISTA ITALIANO. IO VOLEVO ESSERE IL SEGRETARIO DEL PCI. DUNQUE SONO UN FALLITO". AUTOBIOGRAFIA PER INTERPOSTA INTERVISTA? CHISSÀ - ZORO A “PROPAGANDA LIVE” L’HA INTRODOTTO COME “SEGRETARIO NON SO NEANCHE DI COSA…”. E LUI: “DEI CITRULLI…” – VIDEO
CHE UNITÀ È SE È SENZA SERRA?
Antonio D’Orrico per “Sette – Corriere della Sera” – 29 marzo 2001
michele serra - manifestazione per europa in piazza del popolo a roma
Nel primo numero zero dell'Unità c'era uno sbaglio. La testatina della rubrica di Michele Serra era posta come da tradizione (trattandosi dell'appuntamento preferito dai lettori della vecchia Unità, la cosa che leggevano subito prima ancora del titolone d'apertura) nel taglio basso di prima pagina, una posizione strategica. Quella testatina conteneva un refuso.
Invece di «A porte aperte», il titolo della rubrica, si leggeva «A prote aperte». Lo sbaglio fu prontamente notato e corretto. Niente di grave, in fin dei conti era solo un banalissimo errore di battitura. Eppure uno dei vecchi cronisti che assisteva al varo del primo numero zero della nuova Unità, un uomo di buone letture, lo notò, con un piccolo brivido, e gli venne in mente la sindrome di Gabriel García Márquez.
manifestazione per l'europa piazza del popolo
Il grande romanziere colombiano straccia il foglio su cui sta scrivendo, lo butta nel cestino e ricomincia a scrivere daccapo su un foglio nuovo appena si accorge di aver fatto un refuso. Márquez odia gli errori di battitu-ra, detesta i lapsus che sono il segnale che qualcosa non va nel romanzo che sta scrivendo.
Per una forma di superstizione, corroborata dalle scoperte di Freud, Márquez Michele Serra. 47 anni. Sotto il numero zero della nuova Unità con ingrandita la prevista rubrica di Serra. crede che un refuso non è mai innocente, che è foriero di guai.
Questo pensò il vecchio cronista davanti alla copia stampata del primo numero zero e alla rubrica «A prote aperte» di Michele Serra. I suoi timori erano fondati. Qualche giorno dopo, infatti, i due direttori della nuova l'Unità (con l'accento rosso sulla a, e apostrofo pure rosso), Furio Colombo e Antonio Padellaro, si videro arrivare una letterina, semplice e garbata, proprio dal titolare della rubrica «A porte aperte».
michele serra - manifestazione per europa in piazza del popolo a roma
Scriveva Michele Serra, senza l'ombra di un refuso, che lui ringraziava ma non se la sentiva, era un lavoro troppo impegnativo da affrontare ogni giorno. Per Colombo e Padellaro fu un fulmine a ciel sereno. Malgrado il garbo della letterina ai due sembrò che le famose porte aperte si chiudessero brutalmente sui loro nasi. Fu decisa, su due piedi, una strategia del- l'attenzione.
Risentire Serra, cercare di farlo ragionare, appellarsi alle ragioni del cuore che pure devono contare qualcosa per un uomo che ha legato il suo maggior successo professionale a un settimanale che proprio ''Cuore'' si chiamava. Magari, pensarono i due direttori, si potrebbe far fare un ritocchino all'ingaggio davvero bassino (gli stipendi dell'Unità edizione Alessandro Dalai, come dice una battuta che circola in redazione, sono la vera spiegazione di tutto quell'abbondare di rosso in prima pagina: non si tratta del colore prediletto della sinistra bensì la prefigurazione della tinta che avranno i conti in banca dei redattori).
michele serra e corrado formigli ridono delle offese a casalino
Magari si potrebbe, rimuginavano sempre i due direttori, fare avere a Serra qualche arretrato dei tanti soldi che la precedente gestione non gli ha mai pagato con la scusa che lui già prendeva lo stipendio da Repubblica.
Sarà anche pigrizia, si dicevano a vicenda Colombo e Padellaro, semplice pigrizia. Come se non bastasse Fabrizio Il fatto è che l'Unità senza Rondolino, ex giornalista dell'U- chele Serra è come un film di Nannità, proprio nei giorni in cui Co- ni Moretti senza Nanni Moretti; lombo e Padellaro si palleggiavano una canzone di Mina senza Mina; la letterina di Serra, lanciava in la finale del Mondiale di calcio '82 una intervista a Prima Comunica- zione una bella idea: perché non far dirigere l'Unità a Michele Ser- ra? In fin dei conti chi meglio di lui può convincere il popolo della sinistra a tornare a comprare il giornale fondato da Antonio Gramsci?
Ecco, finalmente, un'idea di sinistra (non l'ha detta D'Alema ma Rondolino, tra l'altro suo ex porta-voce, però siamo sicuri che è un'idea che farebbe felice Nanni Moretti che da tempo ne invoca una). Un'idea che piace. Giuliano Ferrara è pronto a firmare un appello: «Si, Serra direttore dell'Unità, fir-mo, firmo». Emanuele Macaluso, che diresse il giornale nella prima metà degli Anni Ottanta e introdusse le strisce di Staino da cui poi nacquero Tango e infine il Cuore di Serra, dice: «L'idea è valida, Serra ha estro». Poi, augurando ogni bene a Colombo e Padellaro, osserva che i due provengono da Repubblica e dall'Espresso: «Cioè proprio dai giornali che negli anni hanno portato via i lettori all'Unità. Il ri- schio della nuova Unità è di diventare una Repubblica dei poveri».
manifestazione per l europa in piazza del popolo a roma 15 marzo 2025
Anche Enrico Dea- glio augura buona fortuna a Colombo e Padellaro ma non gli dispiace l'idea di Serra direttore e ricorda («la pubblicai anni fa su Diario») la lettera in cui Serra raccontava a D'Alema, allora direttore dell'Unità, l'idea di Cuore. Deaglio cita un passo della lettera di Serra: «C'è del donchisciottismo, in questa pretesa di fare noi le notizie, ma c'è; anche, del provocatorio».
Ecco un progetto editoriale in due righe. Serra direttore dell'Unità. Ma non poteva venire prima a qualcuno dei Ds quest'idea? E dato che ci siamo non poteva venire a qualcuno dei Ds l'idea magari di fare di Serra il leader del partito? «Un partito in crisi di identità», dice Maca-luso.
michele serra foto di bacco (3)
Michele Serra ha una carta di identità molto riconoscibile. Alle feste dell'Unità riscuoteva più successo e applausi del segretario del partito. Al giornale riceveva 300 lettere al mese. Cuore è stato un fenomeno editoriale. Commentando su Repubblica i risultati disastrosi della sinistra alle ultime elezioni regionali, Serra denunciò l'incapacità del partito a scovare nuovi possibili leader, al di fuori dei soliti sospetti.
Forse parlava anche di se stesso.
In un'intervista con Claudio Sabelli Fioretti, pubblicata proprio da Sette, a un certo punto Serra diceva: «Ognuno fa i conti con le proprie ambizioni. Ricordo una frase meravigliosa di Pintor. Gli avevo detto che lo consideravo uno strabiliante giornalista. E lui mi rispose: "Non me ne frega nulla di essere considerato il più grande giornalista italia-no. Io volevo essere il segretario del Pci. Dunque sono un fallito"». Autobiografia per interposta intervista? Chissà. Una generazione che dissipò i suoi poeti è il titolo di un grande saggio di Roman Jakobson sulla Russia della rivoluzione.
michele serra che tempo che fa
Un partito che dissipò i suoi possibili leader, si potrebbe scrivere dei Ds, e del Pci prima (pensando anche a Giuliano Ferrara). Dice Rondolino: «Quella di Serra, che non mi sta simpatico, è una sinistra conservatrice e sentimentale ma ha un'anima». E aveva un Cuore.
michele serra foto di bacco (1)
alessandro zan elly schlein - manifestazione per l europa in piazza del popolo a roma
achille occhetto - manifestazione per l europa in piazza del popolo a roma
michele serra
MICHELE SERRA
claudio sabelli fioretti
ANTONIO D'ORRICO
vasco rossi michele serra
michele serra giovanna zucconi
michele serra
cuore culturismo craxi michele serra
FABIO FAZIO E MICHELE SERRA
MICHELE SERRA SULL'AMACA
michele serra
michele serra (2)
MICHELE SERRA
michele serra foto di bacco (2)
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