LA LEGGE (SPORTIVA) NON E’ UGUALE PER TUTTI - UN PLOTONE DI CALCIATORI IN ATTESA DI GIUDIZIO SCENDE IN CAMPO REGOLARMENTE, MENTRE I COLLEGHI GIA’ “GIUDICATI” PER LE STESSE ACCUSE SONO STATI SQUALIFICATI - I NOMI? CANNAVARO, GRAVA, RANOCCHIA, FERRARIO, MAURI, GILLET - TIRATI IN BALLO IN STORIE DI “COMBINE” CONTINUANO A GIOCARE - FINO A QUANDO? E PERCHE’ DUE PESI E DUE MISURE?...

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Giuliano Foschini e Marco Mensurati per Repubblica

In questo fine settimana di pallone scenderà in vari stadi del campionato di calcio di serie A una formazione molto particolare: quella dei calciatori in attesa di giudizio. Undici titolari, più una lunga serie di panchinari (classica rosa lunga). Giocatori, alcuni anche top player, come si dice adesso, accomunati dal fatto di essere iscritti nel registro degli indagati di alcune procure italiane o in attesa di essere giudicati dalla giustizia sportiva. Sembra una curiosità.

E invece è un verdetto: la politica giudiziaria imposta dalla Federazione è stata un fallimento. La promessa di Abete di chiudere i processi prima dell'inizio del campionato non è stata mantenuta. E così, mentre alcune squadre (quelle che contano meno, ovviamente) sono state falcidiate dai primi frettolosi processi, altre possono contare su tutti i propri uomini, anche quelli indagati. I quali scenderanno in campo portando sulle proprie spalle, oltre al numero di maglia, anche il peso di accuse pesanti, per le quali non sono stati né condannati né assolti.

Le accuse mosse al portiere del Torino Gillet, ad esempio. O a Ranocchia, difensore dell'Inter. I due sono accusati di frode sportiva dal procuratore di Bari, Antonio Laudati. Avrebbero partecipato (Ranocchia in maniera un po' più defilata) alla spartizione di poco più di duecentomila euro ricevuti da un emissario della Salernitana, ultima stagione del campionato 2009-2010, quando il Bari di Antonio Conte fu promosso in serie A.

Molti giocatori di quel Bari sfileranno tra oggi e domani nelle zone miste dello stadio e risponderanno alle domande (rigorosamente tecniche) dei giornalisti. Bene: non perdetevi il momento. Perché le parole sono merce rara. Sfruttando un diritto dell'indagato, ma calpestando un dovere dello sportivo, tutti (tranne Lanzafame) si sono rifiutati di collaborare con le indagini rimanendo zitti davanti ai magistrati e avvalendosi della facoltà di non rispondere.

Ma i giocatori di questa squadra particolare, saranno ovunque. Il capitano del Napoli, Paolo Cannavaro, e il suo collega Gianluca Grava non sono stati ancora giudicati per le parole del loro ex compagno di squadra, Matteo Gianello, che racconta di aver chiesto loro una mano per la combine di Napoli-Sampdoria del 2010. I due risposero picche, ma non denunciarono.

Stesso discorso vale per gli indagati di Cremona: Bertani (l'attaccante ex Samp) per esempio è fuori per qualche anno, ma Ferrario (il difensore che secondo gli ungheresi fece parte della combine di Lecce- Lazio) può scendere in campo con il Lecce. Ancora più emblematico il "caos Mauri", l'attaccante passato direttamente dall'ora d'aria all'ora e mezza di gioco senza che nessuno abbia stabilito se è colpevole o innocente.
A questa squadra manca il mister: Conte è già stato condannato in due gradi di giudizio (è atteso a breve il Tnas), quindi non va bene.

E allora si può pensare a Mazzarri. Non è indagato, ma è a rischio deferimento per quanto ha raccontato ai magistrati su Napoli-Inter (pareggio "per una legge non scritta dello sport"). Ecco, potrebbe essere lui la guida di questa squadra «fortissimi, fatta di gente drittissimi, vittime dell'arbitrarietà », per citare Checco Zalone.

 

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