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Il Dio catodico li fa (strani) e la querela li accoppia.
Già , cosa accomuna due star del piccolo schermo che nell'immaginario politico (e giornalistico) vengono percepiti come mondi distanti anni luce? Forse l'idea che entrambi, Roberto Saviano e Bruno Vespa, hanno della liberta di stampa.
O, meglio, quello di considerare questo diritto-dovere come una sorta di malattia da cui soltanto loro sono immuni.
E ne conoscono pure i rimedi estremi (milionari).
Così, basta una frecciatina (al curaro) scagliata da qualche povero pellerossa - ancora appartenente alla Tribù di carta -, a provocare rappresaglie furiose da parte della coppia di pistoleros dell'etere.
Gli spietati Gringo Vespa e Sartana Saviano.
I due ringos delle praterie televisive che da lungo tempo, predicando idee diverse e inconciliabili, spadroneggiano nel Far West televisivo. E non accettano intrusi nei loro saloon delle vanità .
Così, se gli indiani di "Repubblica", scrivono che Bruno Vespa e la sua famiglia sono stati lungamente a libro paga del banchiere Cesare Geronzi, il Gringo di âPorta a porta' li trascina, offeso, davanti allo sceriffo. E sollecita una "taglia" di 100 mila euro per i rei, Ezio Mauro e Alberto Statera. Stavolta, però, la sua colt ha fatto maledettamente cilecca.
Il Tribunale di Roma ha stabilito, infatti, che "il fatto non sussiste". Tanto da far gridare al "complotto" il Bru-neo, finito miseramente nella polvere (sollevata).
Ma nella riserva di Largo Fochetti, Toro Seduto Mauro - che suona i tamburi a festa per aver visto riconosciuto il sacrosanto diritto di "Repubblica" di poter mettere all'angolo il prepotente Gringo-Vespa -, finge d'ignorare che nella sua accampamento si aggira un altro spietato cacciatore di scalpi, Sartana-Saviano.
Il cavaliere solitario di Gomorra, senza macchia e senza paura, che ha messo una "taglia" di ben 4 milioni di euro sulla testa del direttore del "Corriere del Mezzogiorno", di quella del Tg1 e della nipote di Benedetto Croce.
L'incolpevole squaw Marta Herling, poverina, si è limitata a contestare al Sartana di "Repubblica", un piccolo episodio che riguardava il papà di suo nonno, il filosofo Croce.
Un aneddoto gustoso, secondo cui il padre di don Benedetto avrebbe consigliato al figlio di offrire centomila lire a chi gli avesse salvato la vita quando si trovava sotto le macerie della sua casa di Casamicciola, colpita dal terremoto del 1883.
La Herling, storica di professione, in realtà non ha trovato riscontri alla vulgata del tempo, rilanciata da Saviano, nella sterminata biblioteca del papà dell'idealismo laico.
E adesso, quelle centomila lire promesse (o meno) dal papà di Benedetto possono trasformarsi in una probabile miniera d'oro per il Sartana con la mosca al naso: 4 milioni di euro.
E il generale Custer-Scalfari assisterà al "delitto" (a mezzo stampa) di Sartana-Saviano per qualche copia in più?
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