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1 - RAI: DOMANI IN CDA RELAZIONE DI GUBITOSI SU RIORGANIZZAZIONE NEWS
(AGI) - Un primo abbozzo delle linee guida del progetto di riorganizzazione del sistema dell'informazione Rai approderà domani in Cda. E' infatti in programma una riunione informale dell'organo di gestione del servizio pubblico e il direttore generale Luigi Gubitosi farà una relazione sullo stato dei lavori in merito a questo progetto cui stanno lavorando in primo luogo le Direzioni Affari legali, Risorse umane e Strategie, e alle quali si aggregheranno le Direzioni competenti per il palinsesto e il marketing. Un progetto che intende gettare le basi per la ridefinizione di una macchina molto complessa ed anche vasta - per numero di addetti, tra giornalisti e non giornalisti, e testate - e con una articolazione datata già di alcuni decenni. Specie per i tg.
Relazione introduttiva in una seduta del Cda informale, viene precisato in ambienti Rai, che servirà per una valutazione non approfondita, una sorta di pre-esame. L'indomani ci sarà invece una seduta ordinaria del Cda, già convocata da diversi giorni, e quella dovrebbe essere l'occasione per un nuovo esame del progetto. Difficile però ipotizzare da subito un via libera a una 'rivoluzione' del sistema dell'informazione Rai, più prevedibile la formalizzazione di un calendario di appuntamenti per lavorarci su.
Ma intanto il percorso e avviato, e in esso va compresa anche la serie di incontri che i vertici aziendali e i responsabili delle Direzioni coinvolte avranno con i sindacati Rai, tanto dei giornalisti (Usigrai) quanto dei non giornalisti. Un primo giro di faccia a faccia e previsto – a quanto si sa - già giovedì, al termine della seduta del Cda. Il tema e scottante, da settimane si susseguono comunicati e prese di posizione delle rappresentanze sindacali di testate, dell'Usigrai e della Fnsi.
Ieri in un documento congiunto i Cdr di Tg1, Tg2, Tg3, RaiNews24, Giornale Radio, Rai Parlamento, Rai Sport, ufficio stampa e coordinamento dei Cdr della Testata giornalistica regionale (la Tgr e la più grande redazione d'Europa) sono stati categorici: "Prima di tutto un confronto basato sul prodotto" e poi parlare eventualmente di mettere insieme alcune testate.
2 - L'INFORMAZIONE RAI PUÒ ANDARE IN VACANZA, MENTRE IL CANONE VALE PER TUTTO L'ANNO?
Michele Anzaldi per “Huffington post”
L'informazione Rai può andare in vacanza, mentre il canone vale per tutto l'anno? È la domanda che molti mi stanno rivolgendo in questi giorni, in particolare nei giorni in cui assistiamo alle tragiche immagini di morte che arrivano da Gaza, con le strazianti uccisioni di bambini e civili. Ci troviamo di fronte a vicende di gravità enorme e di grande interesse: il conflitto che sta insanguinando Israele e Palestina come non accadeva da anni; i fatti in Ucraina che hanno visto addirittura l'abbattimento di un volo di linea; il difficile passaggio della presidenza italiana del semestre europeo connessa all'insediamento della nuova Commissione Ue; le questioni economiche che restano uno snodo molto difficile; le riforme istituzionali che il nostro Paese finalmente per la prima volta dopo anni affronta in maniera vera e concreta.
Ecco, ho citato solo alcune delle questioni più importanti che stanno rendendo particolarmente animato questo luglio. Me ne viene in mente un altro: l'Osservatore Romano, a cinquanta anni dall'uscita del film di Pier Paolo Pasolini "Il Vangelo secondo Matteo", lo ha dichiarato "la migliore opera su Gesù della storia del cinema".Un giudizio inaspettato e stimolante, un'occasione magari per mandare in onda il film. La Rai può contare su 14 canali, spazi per dedicare un approfondimento al film non mancano. Ma nessuno sembra averci pensato.
Tutto questo non sembra aver dato impulso alla dirigenza Rai sulla necessità che forse certi fatti meriterebbero una copertura diversa e più incisiva. Nei mesi estivi, come tutti sanno, la tv continua ancora oggi sostanzialmente ad andare in vacanza. La motivazione sembra essere prevalentemente di carattere commerciale: i telespettatori in parte diminuiscono, gli italiani vanno in ferie, si rimane meno in casa, la platea televisiva risulta quindi meno attraente per gli inserzionisti.
Questo può essere parzialmente vero per le emittenti private: meno telespettatori non significa nessun telespettatore, ed eventi tv come ad esempio i Mondiali di calcio hanno dimostrato di poter tenere incollati alla tv milioni di telespettatori. Certamente la sospensione estiva rimane poco comprensibile per il servizio pubblico. La Rai alimenta il proprio bilancio per circa tre quarti grazie al canone pagato dagli italiani: su 2,5 miliardi di ricavi, la pubblicità nel 2013 è arrivata poco sotto i 600 milioni, tra l'altro negli ultimi anni in calo verticale rispetto a oltre il miliardo di pubblicità fatturato nel 2008.
La Rai dipende dal canone di tutti coloro che lo pagano, anche di chi a giugno, luglio e agosto continua ad avere lo stesso consumo televisivo dei mesi invernali, magari perché ha una situazione sociale più difficile o non può permettersi spese eccessive per vacanze e uscite la sera. Soggetti che proprio il servizio pubblico radiotelevisivo non dovrebbe trascurare.
Invece in queste settimane assistiamo ad un indubbio calo della qualità dell'informazione Rai. Buona parte della programmazione di approfondimento è stata sospesa, i talk show di punta sono andati in vacanza, nei telegiornali assistiamo ad una grande attenzione per il colore e per questioni più legate alla peculiarità della stagione estiva. Ma se i conduttori "titolari" vanno in ferie, perché non schierare le "riserve"?
Perché non mettere in campo "staffette" giornalistiche, anche in vista di eventuali innovazioni nelle stagioni televisivamente più appetibili? Solo in pochi casi viene fatto, a volte scontando anche una certa improvvisazione. Perché non sostituire tutti i talk show della stagione ordinaria con altre trasmissioni che possano garantire l'informazione anche nei mesi estivi? Le notizie, come il canone, non vanno mai in vacanza.
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