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Estratto dell'articolo di Daniele Priori per Libero Quotidiano
In Italia, a breve, si potrebbe andare al cinema scegliendo la sala come si fa con gli hotel. In base alle stelle. Non si tratterà, però, di star, più o meno hollywoodiane, che sono in genere quelle che si inseguono, sognando, la sera prima di andare a guardare un film. No. Saranno stelle rivelatrici della qualità delle sale. Proposta ardita ma interessante. Soprattutto perché parte proprio dal cinema italiano, in particolare dal regista Matteo Garrone, autore di Gomorra e di altri grandiosi successi del cinema nostrano.
«Credo si debbano differenziare le sale secondo la loro qualità. Basta fare una commissione che stabilisca standard adeguati in modo da non ritrovarsi brutte sorprese come uno schermo poco più grande di quello della televisione di casa», ha raccontato il regista nel corso del Filming Italy Sardegna.
La proposta, di cui si discute da qualche giorno, ha suscitato subito curiosità e interesse. Tanto nel governo, quanto negli addetti ai lavori. Il Ministero della Cultura, infatti, come aveva anticipato qualche mese fa proprio su Libero la sottosegretaria Lucia Borgonzoni, per rilanciare il cinema italiano e europeo, quest’estate ha investito 20 milioni di euro destinati a sostenere la campagna chiamata Cinema Revolution che consiste in un forte sconto alla cassa delle sale con biglietti a 3,50 tutti i giorni, fino a metà settembre.
SCONTI PER TUTTI Un’operazione vincente, se proprio a giugno, mese capofila della stagione da sempre più asfittica per le sale cinematografiche, nelle 700 sale che hanno aderito all’iniziativa del governo si sono registrati aumenti di presenze che vanno dal 65 al 187%. Però, sempre di foraggio pubblico si tratta.
La proposta di rendere i cinema stellati, invece, punta sull’estro dei privati e sulla capacità di investire sulla propria stessa azienda, puntando sulla qualità.
Un’ottima idea, anche secondo la sottosegretaria Borgonzoni, intervenuta proprio laddove la proposta è nata al festival del cinema sardo. «Ma io ci aggiungerei anche il criterio dello spettatore, che è sempre centrale: per cui una sala può essere anche piccola però può farti vivere una grandissima emozione perché è bravissimo chi la gestisce. Quindi unendo le due cose, sono d’accordissimo».
Stimolati dalla proposta anche i principali interessati, ovvero i gestori delle sale, rappresentati dall’associazione Anec (Associazione nazionale esercenti cinema). Il presidente Mario Lorini ne ha parlato direttamente con Libero, esprimendo il proprio pensiero al riguardo. «Abbiamo letto dell’idea di Matteo Garrone, argomento di cui avevamo parlato anche tempo fa. Matteo si riferiva in particolare al fatto di operare una distinzione anche in termini di prezzo» ha detto il numero uno Anec.
«Possiamo sicuramente parlarne, ricordando che il cinema in sala è una esperienza collettiva, vissuta insieme ad altre persone, dove il rito del cinema si compie comunque. Ci sono sale molto piccole e che sono super attrezzate come ce ne sono di medie e grandi dimensioni. E c’è il tema del prodotto, per cui, per determinate opere, funziona molto di più l’alta tecnologia, per altre è più importante l’atmosfera che si respira, insieme ad un design più intimo e una proiezione comunque all’altezza».
matteo garrone foto di bacco (1)
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