kidult

IL RITORNO DEL "PUER AETERNUS" – IL DIVINO QVIRINO CONTI: TRA GLI ECCESSI E LE MEGALOMANIE VOLUMETRICO-ANFITRIONICHE DELLA MODA, SBARCA (A VENEZIA PRIMA, A NEW YORK POI) UN CANUTO “KIDULT”, L’ETERNO BAMBINO. ED È SUBITO CONCEPT – DA NEW YORK, NEL FRATTEMPO, L’INFANZIA ZAMPILLAVA DALLE CREAZIONI DI JEREMY SCOTT PER MOSCHINO - JARED LETO FORZATO INFANTE CINQUANTENNE E...

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Qvirino Conti per Dagospia

cupido

 

Saranno le fragili fondamenta dei suoi edifici, o la precaria convivenza con maree inesorabili, ma da Ruskin in poi Venezia ha dovuto forzosamente trasformarsi in un luogo di perfetta, poetica “instabilità”. Che, nella corrente modernità festivaliera del Cinema, si manifesta in fluidità stilistiche facilmente attribuibili all'impermanenza di immagini così tanto provvisorie su uno schermo.

 

alessandro michele

E proprio lì, in tanta mobilità, la Moda scoprì come un mantra la “Tolleranza Veneziana”: con megalomanie volumetriche (e anfitrioniche) paragonabili solo ai mostruosi volumi delle invasive navi da crociera, ora si spera finalmente bandite.

Ma, accettato obtorto collo come inesorabile quel gigantismo da turismo di massa, non si è temuto di emularlo con smisurati abiti-baldacchino legittimabili solo in piazza San Marco o all’Arsenale.

moschino by jeremy scott ny ss 22

 

Poi però in laguna apparve “in presenza” Alessandro Michele, e la fragilità e l’imprecisione si trasfigurarono sul suo corpo-esperimento in una specie di manifesto della “mobilità” futura. Altro che cangianze e trasparenze da vetri soffiati. Si era, semmai, alla transverberazione delle forme. O meglio, con un termine che nel prossimo futuro entrerà in uso persino a Porta a porta, al più puro KIDULT fusione di kid (bambino) e adult (adulto). Dunque, il PUER AETERNUS, l’eterno bambino, l’eternamente giovane; purché nulla abbia a che fare con la schematizzazione semplicistica dei soliti Peter Pan.

moschino by jeremy scott ny ss 23

 

Un tale “concept” vale evidentemente per ogni espressione creativa che non intenda uscire da questa inquietante regressione. Come dire un perpetuo Cupido. Altra cosa dalle trame della buonanima di Michael Jackson e del suo loschissimo Neverland Ranch. Si tratta piuttosto di un vero ribaltamento delle forme generazionali. Quindi, nulla a che fare nemmeno con la fluidità dei generi, superata anche quella: se su Alessandro Michele a Venezia – un Tadzio barbuto e con borsetta Gucci al fianco – si ritorna all’eterno mito del fanciullo platonico.

 

virgil abloh met gala 2021

“Ah… averlo saputo!” pare abbia sussurrato dal cielo del Lido un celestiale Visconti, mentre nel cerchio più nobile del paradiso dei cineasti rimpiangeva il mancato uso di una simile versione. Intanto che il vero Tadzio (Björn Andrésen), ormai vicino ai settanta, sta girando il mondo con un film documentario sul suo destino di fanciullo fatale (The Most Beautiful Boy in the World, di Kristina Lindström e Kristian Petri), maledicendo quel tempo e quel ruolo. “Una condanna,” ha dichiarato. Nonostante le magnifiche pagliette di Piero Tosi.

 

anna wintour met gala 2021

Da New York, nel frattempo, l’infanzia zampillava dalle creazioni di Jeremy Scott per Moschino e da una quantità di altre ludoteche stilistiche. Fino al rituale Met Gala; dove ci si dannava tra stampa, rapper e stilisti per un rinverdimento – questa volta carnale – del proprio aspetto. Anna Wintour su tutti.

 

Tutti eternamente bambini, dunque? Proprio come un Jared Leto forzato infante cinquantenne o, con molta più soddisfazione e meno snobismo, quell’indimenticabile Sordi compagnuccio della parrocchietta.

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