MA QUALE “VELINI”, LA VERA SORPRESA DI “STRISCIA” POTREBBE ESSERE VIRGINIA RAFFAELE CHE INVECE VERRÀ DOPO TRE SETTIMANE SOSTITUITA CON L’USATO SICURO CHIAMBRETTI

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1. E ALLA SCRIVANIA CI SARÀ CHIAMBRETTI
Da "La Stampa" - "Striscia la notizia» riparte lunedì 23 settembre: Virginia Raffaele e Michelle Hunziker apriranno l'edizione e con loro ci saranno due Velini. Sorpresona al maschile per la prevista assenza di Michelle in dolce attesa. Dopo tre settimane, alla Raffaele subentrerà Piero Chiambretti sino a fine ottobre, quando si formerà la coppia Michelle Hunziker-Ezio Greggio. Da gennaio 2014 tornerà il duo Greggio-Iacchetti; gli ultimi mesi saranno con Ficarra e Picone.

2. A STRISCIA È L'ORA DEI "VE L I N I "
di Andrea Scanzi per Il Fatto


I velini al posto delle veline, le conduttrici al posto dei conduttori. Striscia la notizia, il luogo per antonomasia più detestato dalle femministaiole militanti, cambia pelle. Antonio Ricci, che il giocattolo l'ha ideato 25 anni fa, non conferma ma più che altro non nega. "Devo aspettare la conferenza stampa di lunedì". Dagospia ha anticipato le probabili novità: Virginia Raffaele e Michelle Hunziker (incinta), o la prossima sposa Belen, alla conduzione. Più due velini. "Davvero? Mi spiace, ma ho fatto un fioretto e non leggo D'Agostino. E poi, se anche fosse vero, non sarebbe una grande novità. È insopportabile questa cosa tutta italiana in cui gli uomini debbano fare gli uomini e le donne le donne. Quasi sempre sottoposte".

Molti sorrideranno, perché sarebbe proprio Ricci uno dei maschilisti del piccolo schermo: l'inventore delle veline, lo sdoganatore delle oche giulive. E se è vero che un velino c'era già stato (Edo Soldo), uno Striscia al femminile sarebbe una mezza rivoluzione. Dovuta, magari, anche al fatto che le ultime veline, tipo Alessia Reato, non hanno avuto eguale successo delle Canalis. "Sul ruolo di uomini e donne ho sempre giocato. C'era già stato Giorgio Faletti che conduceva col tailleur. E poi la Signora Coriandoli (Maurizio Ferrini) che conquistò la copertina del mensile gay Babilonia. Accanto a lei c'era Alba Parietti: mi creda, non ho mai pensato ad Alba come la componente femminile di quella coppia".

Nessun senso di colpa per lo svilimento del ruolo della donna? "Va bene se mi attaccano come gioco delle parti, non se ci credono davvero. Se mi dicono maschilista per dare contro a Berlusconi e Mediaset, okay. Lo ha fatto anche Le Figaro. Ma se sento politici sostenere che i conduttori sono tutti uomini e la donna è ridotta al ruolo di velina e letterina muta, lì mi viene da ridere. L'altro giorno guardavo Canale 5: conduttrici al Tg5, poi Panicucci, D'Urso, De Filippi e via così. Praticamente l'unico uomo è Gerry Scotti. Mi preoccupo poi per i critici, perché mi attaccano con la faccia convinta, neanche avessero seguito il Metodo Stanislavskij. Poveretti".

EPPURE TANTI intellettuali, sulle veline, ci scrivono i libri. Prendendole come specchio dei tempi. "L'intellettuale è una sottospecie di velina, che non mostra il culo ma qualcos'altro pur di apparire. È il gioco delle parti: loro ci attaccano su Einaudi, noi ne parliamo e loro vendono. Ma i politici no. Dicono cose senza senso. Le veline non sono mai state mute: parlano, da sempre. A loro spetta la televendita, cioè il core business dell'azienda. Un ruolo fondamentale. E poi basta con le "letterine", non esistono da dieci anni: si aggiornino, almeno". Ricci parla sorridendo, divertito dalle polemiche: "Sono un menabelin. Mi hanno salvato comicità e televisione, un po' come quei pugili che senza pugilato sarebbero morti ammazzati".

Oltre alle veline, ci sono state pure le velone: evitabili. "Crede che sarebbero nate senza gli attacchi di Gad Lerner e le sue teorie sulle veline figlie del loro tempo? Così mi son detto: facciamo per scherzo le velone, che sono state figlie di tutt'altro tempo. E abbiamo battuto Miss Italia, mettendo in crisi il rito decennale delle ragazze con la fascia".

Ricci, nato 63 anni fa ad Albenga, di Striscia parla poco. E del resto le interviste non le ha mai amate granché. Spesso racconta off recordings, pronunciando peraltro concetti per nulla sconvenienti. Più che del presente ("Ho libertà assoluta a Mediaset"), ama indugiare sulla storia della comicità. Oltretutto è il trentennale del suo Drive In.

RIPENSA con orgoglio autoironico alla preveggenza di alcuni sketch: De Mita che parlava di moralizzazione della politica, il Tenerone e il ponte sullo Stretto, le scuole senza arredi, la sinistra che nell'84 era già in cerca del leader carismatico. Era ieri, sembra oggi.

Ha lavorato con molti comici, su tutti Beppe Grillo ("Michele Serra ci portava spuma al ginger al tavolo"), di cui diede nel 2007 una delle recensioni più azzeccate: "È straordinario come centravanti di sfondamento, ma nel momento in cui è costretto ad argomentare soffre". Oggi si limita a dire: "Mi piace ancora molto come provocatore: sul resto, glisso. Più in generale, noto che la comicità invecchia e i comici faticano a durare. Molti non hanno fatto la gavetta nei postacci, a prendersi insulti alla Sagra della Rana. Gli manca l'arte di improvvisare. La comicità è complicata. Un cane che morde il culo a Paperissima fa sempre ridere, perché è comicità fisica. Quella politica perde forza. Se riguardo Drive In, ritrovo politici dimenticati come Aristide Gunnella o l'ex ministro Franca Falcucci: chi se li ricorda, oggi? Persino Totò invecchia".

Anche Striscia, probabilmente. E oggi ha bisogno di velini e non di veline, anche solo per smuovere le acque e vedere l'effetto che fa. "Può essere, vedremo, ma io mi diverto come prima. Veline o velini. Gliel'ho detto: sono un menabelin".

 

 

ANTONIO RICCI Antonio RicciMICHELLE HUNZIKER A MIAMIVIRGINIA RAFFAELE