DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Carlo Moretti per repubblica.it - Estratti
pupo emanuele filiberto canonici
C’è un uomo solo sul ponte. Cammina e si guarda intorno, ha una custodia con la chitarra e una borsa a tracolla. Ancora trecento metri ed entrerà nell’exclave russa di Kaliningrad, tra Polonia e Lituania, dove nulla può passare a causa dell’embargo provocato dall’attacco all’Ucraina. Se Pupo vuole arrivare in città, dove l’attendono per un concerto, deve superare il ponte a piedi: l’hanno scritto nel contratto.
La scena, quasi da film, è avvenuta una settimana fa. A raccontarla è lo stesso Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, in tour fino alla metà di dicembre nei palazzetti dei Paesi dell’Est: Lituania, Kazakistan, da sabato in Russia per l’evento dell’emittente Retro FM a Mosca, poi San Pietroburgo, Krasnoyarsk, Novosibirsk, Ekaterinburg.
La Russia è una scelta controcorrente in questo momento.
“Sì, ma anche molto interessante. Per me è un onore portare la mia musica ovunque, in Russia ma anche in Ucraina, dove peraltro mi hanno invitato. Il fatto che dal mio piccolo paese di Ponticino (in provincia di Arezzo, ndr) io sia arrivato così lontano nel mondo, lo vivo come una grazia: qualche giorno fa ero in Lituania per un evento televisivo intitolato Pupo and Friends, ero il leader di un evento sulla musica degli anni Ottanta ma veicolata ai giovani in versione glamour, non revival. E il 27 gennaio Pupo and friends sarà al Cremlino, con tutti i cantanti russi”.
“Anch’io sono una persona critica, ho la tendenza a giudicare perché ho un’idea precisa delle cose. Non mi sono mai offeso per le critiche, anche quando i critici musicali scrivevano quelle cagate su di me, o quando Enzo Biagi diceva che con la mia faccia da salumiere non potevo piacere al pubblico. Capivo il loro punto di vista, perché ero anch’io così. Mi ha protetto il mio egocentrismo, il mio complesso di superiorità, delle critiche non me ne è mai fregato nulla”.
pupo marcello lippi emanuele filiberto
A Sanremo, con Emanuele Filiberto e il tenore Luca Canonici, vi fischiarono, la definirono “la canzone più brutta del secolo”.
“Tra l’altro scritta interamente da me, musica e parole: diedi parte dei diritti del brano al principe Emanuele Filiberto per far diventare la canzone credibile, ma lui non c’entrava nulla: lo dico oggi per svincolarlo da tutte le responsabilità. Quel giorno ho goduto anche perché avevo previsto che la nostra canzone sarebbe stata eliminata la prima sera, ma poi sarebbe stata ripescata e infine avrebbe vinto il festival”.
Come nacque quel trio?
“Era un progetto nato a tavolino. Ma da lì a dire che era la canzone più brutta del secolo è lunga, vuol dire un attacco preciso contro il principe, non solo contro di me. Quando la canto per gli italiani nel mondo, si commuovono. E poi, a dirla tutta, la canzone non solo è arrivata seconda ma aveva vinto il festival, sono io ad aver accettato il secondo posto”.
Dice sul serio?
“Prima della finale i vertici Rai avevano ricevuto una telefonata dalla presidenza della Repubblica, temevano lo scandalo di un rappresentante di casa Savoia al primo posto a Sanremo. Avevano capito che avremmo vinto osservando il picco di ascolti record della serata in cui avevamo ospitato Marcello Lippi: quella sera si ruppe la chitarra, ci fu un attimo di impasse e allora Lippi fece un promo della canzone, cosa che non si poteva fare. Sabato mattina mi dissero che mi squalificavano e che avrei cantato solo come ospite; risposi che, pur avendo partecipato sei volte, non avevo mai vinto Sanremo: “Mi toglierete la vittoria lunedì mattina, ma io stasera vinco il festival e poi ci vediamo in tribunale”. Raggiungemmo un accordo, mi proposero secondo, dissi: ‘Secondo va bene’”.
(...)
Era un giocatore d’azzardo, è lui ad averla ispirata?
“No, l’imprinting me lo ha dato mio padre, che era il postino del paese. Ai suoi livelli, era un giocatore d’azzardo patologico, perdeva tutto. Ricordo di aver dormito con la testa poggiata sui tavoli da gioco già quando avevo 5 o 6 anni. Sono diventato un giocatore d’azzardo e lo sarò sempre, non è un vanto e nemmeno una cosa che puoi gestire. Non si guarisce neanche con una terapia: il gioco non è una sostanza, il gioco sei tu, puoi solo imparare a dominarlo, con la sofferenza”.
Resta ancora un giocatore?
“Sarò sempre un giocatore d’azzardo, lo si vede anche dalla carriera e dalle scelte di vita che ho fatto. Ho vissuto momenti di grande esplosione e di cadute rovinose: nell’80, a 25 anni, con Su di noi diventai miliardario, dieci anni dopo avevo alcuni miliardi di debiti. Nell’83 a Saint Vincent ho perso 130 milioni di lire in una sola mano di chemin de fer, ci rimisi un appartamento che avevo appena comprato. Oggi sono tornato a essere milionario come prima”.
Parliamo di canzoni e di donne: Su di noi a chi è dedicata?
“L’ho scritta con Donatella Milani, era per noi due, è dedicata al nostro amore: era la mia corista, mi innamorai di lei e lasciai mia moglie. Aveva genialità, l’attacco del pezzo è suo. E pensare che non voleva firmarla, l’ho obbligata io. Oggi quella canzone ha una rendita pazzesca”.
Lo devo solo a te a chi è dedicata?
“A mia moglie Anna, descrive il dopo Donatella Milani che lei ha aspettato, perché come ha saputo aspettare lei, nessun’altra”.
Avete avuto anche una seconda figlia.
“È arrivata nel 1991, la terza invece l’ho avuta da un’altra donna, Maria, una mia fan”.
Quindi nella sua vita ci sono tre figlie e tre donne.
PUPIN - PUPO E VLADIMIR PUTIN BY EMILIANO CARLI
“Sì, c’è anche Patricia, la mia compagna. Stiamo insieme da 35 anni, è una doppia convivenza che continua con grande serenità e con sempre più convinzione di aver fatto la scelta giusta. Siamo passati attraverso tanta sofferenza ma oggi noi tre siamo una realtà meravigliosa”.
Lei non ha mai nascosto questo suo ménage à trois.
“Il merito è tutto loro, io non ho fatto nulla, sono semplicemente un uomo normale che ha trovato due donne eccezionali. Lo dico senza falsa modestia, anche perché quando vedo un falso modesto che conduce in tv cambio canale”.
A proposito di tv, ne ha fatta tanta: Affari tuoi, Domenica in…
“Sono prima un cantautore e poi un discreto conduttore televisivo. Non sono un ospite, e infatti non vado, mi invitano tutti ma non vado. Mi sembra che non abbia più senso, e non ho bisogno né di soldi né di popolarità”.
Farebbe ancora tv?
“Non farei più un programma giornaliero, mi ha salvato economicamente ma ho già dato. Fare i giudici nei talent, poi, è assurdo, il giudice diventa il protagonista. Ho fatto l’opinionista del Grande fratello per due anni, c’era la pandemia, avevo poco da fare, mi chiamò Alfonso Signorini: ma io non ho mai visto un minuto del Grande fratello in vita mia. C’era chi lo seguiva per me, un grande autore di tv. Io non avevo la forza di guardarlo per quanto mi faceva cagare”.
pupo il padre fiorello al maurizio costanzo showPUPO
PUPO ANNA PATRICIA 7pupoPUPO E EMANUELE FILIBERTOpupo emanuele filiberto canonici sanremo
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA…
FLASH – IL GOVERNO VUOLE IMPUGNARE LA LEGGE REGIONALE DELLA CAMPANIA CHE PERMETTE IL TERZO MANDATO…
FLASH – IERI A FORTE BRASCHI, SEDE DELL’AISE, LA TRADIZIONALE BICCHIERATA PRE-NATALIZIA È SERVITA…
DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…