FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
https://www.iene.mediaset.it/2020/news/foto-donne-rubate-siti-incontri-denunciati_811544.shtml
Avrebbero rubato oltre 179 foto di donne dai loro profili social per caricarle su siti di incontri. Per questo tre uomini sono stati denunciati dalla polizia postale di Firenze. Sono state le stesse vittime a presentare le prime denunce, quando hanno scoperto dove erano finite le loro immagini, dopo aver visto il servizio di Matteo Viviani sulle stanze del sesso che potete vedere qui sopra.
Ci siamo occupati di come vengano rubate le foto online per essere postate in gruppi e circoli chiusi dove diventano oggetto di fantasie perverse dalla masturbazione fino allo stupro collettivo. Le 179 donne di Firenze e dintorni hanno ritrovato le loro immagini su un sito di incontri.
Le indagini hanno consentito di scoprire che i tre uomini, dopo aver preso le foto delle donne su profili sia pubblici che privati di Facebook e Instagram, le avrebbero pubblicate, in alcuni casi con delle modifiche, sui profili falsi creati appositamente sul sito di incontri. I militari hanno perquisito le case dei tre uomini e sequestrato i loro pc, per loro è stato richiesto il rinvio a giudizio.
Con Matteo Viviani vi abbiamo parlato delle “stanze del sesso”, luoghi virtuali dove finiscono migliaia di foto rubate. Si tratterebbe di una sorta di variante del revenge porn. In questi gruppi gli utenti si masturbano continuamente come in una tribù, insultando le persone immortalate in foto assolutamente normali.
Non solo, si passano anche informazioni private come l’indirizzo di casa o il numero di telefono. E in alcuni casi si spingono fino ad incontrare le loro vittime ignare di quelle fantasie sessuali. Noi siamo entrati in una di queste stanze virtuali. “Queste fanno le troie, che mignotte da sbattere e farcire”. È uno dei commenti sconvolgenti lasciati a una normalissima foto con due amiche che bevono un bicchiere di vino.
Gli utenti si fomentano a vicenda per eccitarsi fino al caso più estremo, quello dello “stupro collettivo”. Il problema è anche di sicurezza, perché tra le informazioni che gli utenti si scambiano ci sono anche quelle private della loro vittima come l’indirizzo di casa e il numero di telefono, purtroppo tutti veri.
Dopo la nostra inchiesta e il primo articolo “In diretta dentro un gruppo di foto rubate e perversioni”, la stanza in cui ci siamo infiltrati è stata chiusa e abbandonata dagli utenti. Ma è stata solo una battaglia vinta, perché probabilmente quegli stessi utenti sono semplicemente migrati in altre stanze o altri siti. Ma il fenomeno delle foto rubate su internet a quanto pare non si è esaurito come conferma questa nuova indagine con 179 vittime inconsapevoli.
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