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MARCELLO FOA CANTA LUCIO DALLA CON RADIO ROCK
La Rai, ancora una volta rappresentazione plastica del governo (e del Paese). Lo stallo è totale. Anche perché a differenza di altri temi in cui si è mostrato più morbido, sulla tv pubblica Salvini non vuole mollare di un centimetro, e si è visto con il caso Foa.
Non è un caso se il ministro dell'Interno si sia scapicollato al museo Maxxi (imbucatissimo) per l'inaugurazione della mostra su Rino Barillari. Il mondo alla rovescia: di solito è il paparazzo che s'infila non invitato alle serate dei politici. Ma in quel caso c'era un bel pezzo di tv, cinema, ed editoria italiana. Matteo è un uomo di mondo e non vuole ripetere l'errore di Renzi né affacciarsi dai balconi con la claque. Nelle serate romane bisogna buttarsi per imparare a navigarle (e poi dominarle). Il potere è consenso.
rino barillari e matteo salvini (4)
Influenzato da chi si fida in Rai, sarebbe anche pronto a dire sì a Federica Sciarelli al Tg1 (che, dicono dalle parti di via Teulada, non sarebbe più fidanzata con il pm napoletano Henry John Woodcock), ma prima vuole garanzie sul nome di Gennaro Sangiuliano al Tg2. E qui sta il vero dissidio. Non tanto sul nome del biografo di Putin, quanto sul fatto che Di Maio vuole occupare tutti e tre i tg, senza lasciare nulla all'opposizione.
Nella mente del grillino, che vede la Rai come un luogo dove fare la famosa ''piazza pulita'' invocata dal M5s in tutti i settori, la Sciarelli va considerata come un nome ''neutro'', non ascrivibile a una delle due componenti del governo gialloverde, e dunque le altre due testate dovrebbero andare a M5s (il Tg2, con Franco Di Mare in pole position) e Lega (il Tg3, con Sangiuliano o chi vuole Salvini).
E qui torniamo al Matteo uomo di mondo, che ben sa come un'operazione simile sarebbe suicida: molto meglio mantenere la riserva indiana del Tg3 in mano all'opposizione Pd, piuttosto che avere una redazione balcanizzata con un direttore ''alieno'' calato dall'alto dagli odiati leghisti. Il Movimento non vuole sentire ragioni. E da qui l'impasse.
C'è più chiarezza su altri ruoli: a Freccero sta bene la direzione editoriale (malgrado la pessima esperienza di Verdelli nella stessa posizione), mentre si conferma il nome di Marcello Ciannamea, direttore dei palinsesti e vero ''tutor'' del neo-amministratore delegato Fabrizio Salini, alla guida di Rai1.
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