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ASIA NON BACIA TUTTI - IL REGISTA GIOVANNI VERONESI: ''ASIA MI PARLÒ DI WEINSTEIN 20 ANNI FA. AVREI DOVUTO DENUNCIARLO, MA ERO GIOVANE'' - ''DOVE SONO LE ATTRICI ITALIANE? GLI UOMINI NE ESCONO MALE, MA LE DONNE PEGGIO: INVECE DI FARSI I SELFIE SU INSTAGRAM, DOVREBBERO INONDARE I PROFILI TUTTI CON UN SOLO CARTELLO: “IO STO CON ASIA ARGENTO”

 

 

 

Lavinia Farnese per www.vanityfair.it

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Qui è proprio il caso di dire che è Per amore solo per amore di Asia Argento che Giovanni Veronesi parla.

L’attrice (nell’occhio del ciclone dopo avere denunciato, insieme ad altre colleghe, le molestie del produttore Harvey Weinstein), per difendersi da chi in Rete la accusa di averlo fatto tardi perché finora le era convenuto tacere, o di averli provocati, quegli abusi, ha cercato in un tweet il sostegno del regista e amico: «Io l’avevo raccontato anche a lui, che mi ha protetta come poteva, più di 20 anni fa. Aiutami. Diglielo a tutti».

giovanni veronesi

 

Ma lui ci aveva già pensato, e aveva scritto: «C’è ancora in giro chi dubita, chi dice che l’ha fatto per la carriera. A me lo disse vent’anni fa ma era piccola e aveva paura. Io non sapevo che fare. Mi sembrava una cosa troppo lontana da me. Ma avrei dovuto denunciare io».

 

Come andò, allora?

«Successe 20 anni fa. Ricordo questa ragazza schifata e impaurita, e il racconto di un orco a Cannes che le aveva messo le mani addosso. Mi disse solo che le aveva fatto del male, non che cosa le fece. Per lo stesso pudore per cui io non feci ulteriori domande. Si vergognava».

 

E lei?

«Provai a starle vicino da amico. Quando vedevo Weinstein in Tv – perché non mi sono mai seduto a un suo tavolo – mi risaliva il pensiero di quella confessione. Passò il tempo, e vedendo che Asia aveva avuto figli, si era fatta una famiglia, da uomo superficiale – a volte noi maschi non ci arriviamo proprio, siamo di una banalità infinita – ho pensato che anche un abuso, proprio come il tempo, nel tempo potesse passare. Che potesse essere rimosso. E invece: quando lei l’ha detto al mondo è stata una doccia fredda anche per me».

 

Le molestie restano dentro.

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«E crescono. Diventano traumi, blocchi. Ti rovinano la vita».

 

Si rimprovera qualcosa?

«Di non essermi fatto carico di questo peso denunciandolo. Proprio come si fa quando assisti a un furto».

 

Perché non lo fece?

«Ero molto più giovane anche io».

 

Eravate già così vicini?

«Meno di ora, ma già la stimavo. E non siamo mai stati fidanzati. La stimavo per la sua testa, le sue poesie, i suoi disegni. Perché è sempre stata molto anticonformista, una che si faceva gli affari suoi, non voleva in nessun modo essere sponsorizzata, il contrario di come la dipingono ora. La volevo come Maria in Per amore solo per amore (poi scelsi Penélope Cruz), e poi la presi per Viola bacia tutti».

 

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Si è sentito «complice», col suo silenzio?

«No, non mi sento complice. Voglio essere complice di Asia, accanto a lei in questo momento. Ho letto di altri (lo sceneggiatore Rosenberg che ha ammesso: «Tutti sapevamo, abbiamo taciuto perché era la gallina dalle uova d’oro», Tarantino: «Sapevo abbastanza per fare di più») e loro sì lavoravano a stretto contatto con Weinstein e sapevano molte cose su quei fatti. Ma le vere assenti di questa storia, oggi, sono le attrici italiane. Dove sono? Perché non fanno muro in difesa di Asia? Qui non può davvero esistere contraddittorio, e sa perché?».

 

 Perché?

«Perché umiliando Asia, mettendola in dubbio e alla gogna, si stanno impaurendo tutte quelle centinaia di ragazze che erano pronte a prendere esempio: gli stiamo sgretolando il coraggio e non diranno più la verità».

 

Con sua moglie, Valeria Solarino, vi siete confrontati sul tema?

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«Sempre, e lei ha scritto anche un post per sostenere Asia, che non è forte e arrogante come sembra. Anzi, è molto fragile. E solo la sua Italia le sta dando contro. Le accuse andrebbero oscurate, zittite».

 

C’è la libertà di pensiero e di opinione.

«Ma non quella di autonominarsi giudici. I social avrebbero bisogno di una patente per poterli usare».

 

Come ne escono i maschi da questa storia?

«Male. Ma le donne peggio. Invece di farsi i selfie su Instagram, dovrebbero inondare i profili tutti con un solo cartello: “Io sto con Asia Argento”».

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