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T’AMO PIO BOWIE! RENATO ZERO: “NON GLI HO MAI STRETTO LA MANO. UNO COME LUI NON MUORE MAI” - QUEL PARAGONE TRA I DUE: “SE BOWIE AVESSE LA MIA PERSONALITA’ SAREBBE IL RENATO ZERO INGLESE” - L’OMAGGIO DI BENNI: "PREFERIREI CHE NON AVESSE PRESO L’ASTRONAVE..."

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1. ERA SERIO PURE IN ABITI DA CLOWN

BOWIEBOWIE

Dalla pagina Facebook di Stefano Benni pubblicato da il “Fatto Quotidiano”

 

Ciao marziano. Si sapeva che stava molto male. Per questo avevamo postato, due giorni fa, gli auguri di compleanno e il video di Life on Mars. Ma Bowie aveva la qualità più rara per un artista, quella di sorprendere sempre, e stavolta la sorpresa è stata brutta. La sua musica ha accompagnato la mia giovinezza e la mia vecchiaia.

 

Ho visto 6-7 suoi concerti, in grandi palchi e piccole sale e sono stati tra i più belli e intensi a cui abbia mai assistito. Ho sempre suonato (abbastanza male) i suoi pezzi alla chitarra. Ho liberamente tradotto (probabilmente male) una trentina di suoi testi, per piacere personale e per addentrarmi nella sua poesia oscura e profonda.
 

L' ho citato in tanti miei libri.
 

RENATO ZERORENATO ZERO

Ora verrà celebrato da chi lo amava considerandolo uno dei grandi musicisti moderni e da chi lo ha definito "camaleonte" o "popstar" ed è sempre stato più interessato al suo fard e ai suoi vestiti che al suo genio. Ma lui era serio anche vestito da clown. Ci resta Blackstar, il suo ultimo disco, la sua musica, i suoi video.
 

Non verrà dimenticato. Ma preferirei che non avesse preso l' astronave e fosse ancora qui. Mi sarebbe piaciuto, tra 15 anni, incontrare un elegante vecchietto in un parco di Londra e dirgli balbettando: "Mr Bowie, sono un suo vecchio fan italiano. Grazie per l' ispirazione, grazie di tutto.
Mi saluti i suoi amici su Marte". (dalla pag. Facebook)

 

 

 

DAVID BOWIE DAVID BOWIE

2. RENATO ZERO: "NIENTE LACRIME, UNO COME LUI NON MUORE MAI"

Malcom Pagani per il “Fatto Quotidiano”

 

L' idea di Renato Zero è che David Bowie stia benissimo: "Perché per me non è morto ed è inutile che aggiunga la mia voce al coro o discuta al passato di una rivoluzione che puoi ancora avvertire nell' aria e che sentiranno anche quelli che verranno domani".

 

Le fotografie di ieri. Il Piper di Via Tagliamento. La trasformazione. Il travestimento. I Pink Floyd, The Who e Patty Pravo. In mezzo a loro, David Bowie che Zero non conobbe: "Non ci siamo mai incontrati né stretti la mano", ma che al Piper si esibì. Tra Zero e Bowie il paragone era facile.
 

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Scontato. Scagliato, a tratti, come oggetto contundente sugli sperimentalismi del signor Fiacchini. Il Renato di ieri, quello che da ragazzo veniva raccontato monodimensionalmente, rispondeva ai parallelismi forzati alternando affondi:

 

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"Io posso interpretare certe repressioni apertamente, sfacciatamente" e ironie da contrapporre alla pigrizia dei commentatori: "Se Bowie avesse la mia personalità sarebbe il Renato Zero inglese". Oggi è passato del tempo, non è il giorno giusto per scherzare e Zero che non ama le rievocazioni: "Non amo i necrologi soprattutto e le analisi su chi non può ascoltare più" ragiona al presente.
 

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Niente esequie: "Per me Bowie è vivo e quindi ne parlo come se fosse qui". Per lasciti generazionali e filiazioni più o meno azzardate, ripassare: "Ho vissuto in anni di rivoluzione planetaria. Con altri ho avuto l' occasione di farmi carico dei mutamenti. È stata un' immensa fortuna". Non c' è altro?: "Basta, basta, le ho detto pure troppo".

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