antonella viola

LA RICONOSCETE? LA 56ENNE AUTRICE DI DIVERSI LIBRI RACCONTA CHE STA INSIEME AL MARITO DA 31 ANNI E SOSTIENE CHE "IL PIACERE È IL PRIMO LINGUAGGIO DEL CORPO" - “L’AMORE È ANCHE BIOLOGIA. QUANDO CI INNAMORIAMO, IL CERVELLO SI ATTIVA COME SE FOSSE SOTTO L’EFFETTO DI UNA POTENTE TEMPESTA MOLECOLARE” – POI PARLA DEL VIAGRA FEMMINILE E DEL MISTERO DELL’ORGASMO FEMMINILE...

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Estratti dell'articolo di Francesca Visintin per https://www.corriere.it/sette/25_ottobre_25/antonella-viola-intervista-monogamia-orgasmo-viagra-femminile-56121a09-8bf4-4e14-bd91-354f0587dxlk.shtml

 

antonella viola

Euforia, batticuore, felicità o disperazione, montagne russe emotive che travolgono: l’amore è una tempesta, soprattutto all’inizio. La scienza spiega queste emozioni come un cocktail neurochimico di dopamina, endorfine, cortisolo, serotonina e noradrenalina. Lo rivela la biologa Antonella Viola, nel nuovo saggio Parlami d’amore.

 

Un viaggio scientifico nel desiderio, nella passione, nei legami (Feltrinelli). Dalla frase del film L’amore ha due facce, che Viola cita nell’introduzione per spiegare in sintesi la potenza dell’amore, all’indagine tra innamoramento, attrazione, desiderio, piacere, monogamia. Tutto raccontato attraverso la lente della scienza.

 

 

Lo choc emotivo dell’innamoramento è un cocktail neurochimico, l’amore quindi è biologia?

«Sì, l’amore è anche biologia. Quando ci innamoriamo, il cervello si attiva come se fosse sotto l’effetto di una potente tempesta molecolare. La dopamina regala euforia, spinge a desiderare l’altro, a cercarne la presenza come fosse una ricompensa. La noradrenalina accelera il battito cardiaco e il cortisolo fa sentire in uno stato di allerta e disequilibrio, come se l’amore fosse una crisi.

 

ANTONELLA VIOLA

La serotonina invece cala, lasciando intrappolati nel pensiero costante dell’altro. Questo cocktail neurochimico ha una funzione evolutiva precisa. Serve a farci concentrare sul partner, a rafforzare il legame nelle fasi iniziali e a proteggerlo dalle distrazioni, aumentando così la probabilità di una relazione stabile».

 

Passione, desiderio e neuroscienze?

«Le neuroscienze aiutano a distinguere concetti che spesso nel linguaggio comune vengono confusi. Il desiderio, ad esempio, è legato all’attivazione di circuiti dopaminergici profondi, è spinta, slancio, anticipazione del piacere. È quella tensione che proietta verso qualcosa o qualcuno.

no vax contro antonella viola al salone del libro 1

 

La passione, invece, è il desiderio che trova compimento, il piacere che si fa esperienza concreta. Raccontare passione e desiderio con il linguaggio della scienza non significa ridurli a reazioni chimiche, ma comprenderli. E dare strumenti per conoscerci meglio, non essere dominati dalle emozioni, ma attraversarle con consapevolezza».

 

Definisce il piacere «la nostra bussola segreta».

«Il piacere non è un premio, né una tentazione da cui difendersi: è un meccanismo radicato nella nostra biologia. È ciò che guida dalle prime fasi della vita: orienta il comportamento, segnala ciò che nutre, protegge, connette agli altri.

 

antonella viola cover

A lungo è stato guardato con sospetto, confuso con l’eccesso o con il peccato. Ma in realtà ha una funzione essenziale. Il piacere è il primo linguaggio del corpo. Educare al piacere significa anche educare alla relazione, alla cura, alla libertà».

 

 

 

Come funziona la flibanserina, il “Viagra delle donne”?

«La flibanserina è stata la prima molecola approvata negli Stati Uniti per trattare il desiderio sessuale ipoattivo nelle donne in premenopausa. Chiamarla “viagra femminile” è fuorviante, agisce in modo completamente diverso. Il viagra agisce a livello periferico, favorendo l’afflusso di sangue al pene.

 

La flibanserina, invece, lavora a livello centrale, sul cervello, ha un’azione più complessa e sottile. Modula i livelli di neurotrasmettitori: aumenta la dopamina e la noradrenalina, riduce la serotonina. L’obiettivo è riequilibrare le sostanze che regolano il desiderio sessuale. Ma i risultati sono modesti. La sua storia ha aperto un dibattito importante: perché la medicina investe tanto nella sessualità maschile e così poco in quella femminile?»

 

Un capitolo riguarda “il mistero dell’orgasmo femminile”.

antonella viola al salone del libro

«L’orgasmo femminile è stato a lungo ignorato, ridotto a un “effetto collaterale” del piacere maschile. Ma la scienza ha dimostrato che è un fenomeno neurofisiologico complesso e ricco di significati biologici. Dal punto di vista evolutivo, le ipotesi sono molte, potrebbe favorire il legame di coppia e aiutare la donna a scegliere il partner con maggiore sensibilità emotiva e sessuale.

 

Un partner attento ai bisogni potrebbe garantire maggiore attenzione anche nei confronti dei figli. C’è però una domanda scomoda ma necessaria: perché ne sappiamo così poco? Perché per secoli la scienza è stata cieca di fronte al piacere femminile, ignorandolo, minimizzandolo o trattandolo come un tabù. Oggi, grazie alle neuroscienze e alla sessuologia, cominciamo finalmente a prendere sul serio il piacere femminile. E a riconoscerlo come parte fondamentale della salute e della vita affettiva».

 

Nelle scelte di monogamia o poligamia c’entra la scienza?

antonella viola

«La scienza ci dice che in natura la monogamia sessuale è un’eccezione. Esistono forme di monogamia sociale, cioè coppie che cooperano per crescere la prole, ma la fedeltà sessuale è un’altra storia.

 

Anche gli esseri umani, dal punto di vista biologico, non sono programmati per l’esclusività sessuale a vita.

 

Siamo probabilmente più portati a quello che alcuni definiscono “monogamia seriale”: tendiamo a legarci a una persona, a costruire relazioni stabili e durature, ma col tempo, per ragioni neurobiologiche, psicologiche o evolutive, il desiderio può affievolirsi e orientarsi altrove. La cultura ha costruito regole molto rigide intorno alla sessualità e alla fedeltà, spesso per ragioni legate alla stabilità sociale, alla trasmissione del patrimonio e al controllo dei corpi. Ma non dobbiamo confondere queste norme culturali con leggi naturali».

antonella viola

 

Il libro si chiude con un dialogo con l’AI Chagpt sull’amore. Cosa l’ha colpita di più?

«Non mi aspettavo di emozionarmi. Eppure ho provato qualcosa di simile allo stupore: un’intelligenza artificiale riusciva a entrare nel cuore del discorso sull’amore con un linguaggio che era sì appreso, ma non per questo meno profondo.

 

Mi ha colpita la sua capacità di generare un pensiero originale, non estratto dai testi, ma nato dal dialogo. Alla mia richiesta di definire l’amore, ha scritto: “L’amore è il bisogno di connessione che si trasforma in significato attraverso la relazione”. Lì ho capito che la domanda giusta, forse, non è se l’AI può amare, ma se può aiutarci a pensare l’amore in modo nuovo».

 

Lei è innamorata?

«Sono sposata da 26 anni e stiamo insieme da 31, quindi direi che la fase dopaminergica l’abbiamo superata da un pezzo. Ma proprio per questo posso dire di amare in un modo più profondo, che si nutre della presenza, della cura reciproca, dalla lealtà.

ANTONELLA VIOLA

 

Nel libro racconto proprio questo: come l’amore cambia nel tempo, trasformandosi da tempesta neurochimica in legame profondo. Non è meno intenso, è solo diverso. Smette di essere cieco e diventa accogliente. È un amore che vede davvero l’altro: non lo idealizza, né ignora».

ANTONELLA VIOLA MARCO CATTALINIANTONELLA VIOLA CON LO SPRITZANTONELLA VIOLA ANTONELLA VIOLAANTONELLA VIOLAANTONELLA VIOLA ALESSANDRO ZANantonella viola