DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
1- MARIO MONTI, DAL LODEN ALLA CRAVATTA DI MARINELLA
Pietrangelo Buttafuoco per "Il Foglio"
Se fosse possibile riprodurre in questo spazio - e pure nell'epoca della riproducibilità tecnica non è cosa facile - se fosse dunque possibile fare vedere ai lettori il ritratto di Mario Monti pubblicato su La Stampa di ieri a corredo di un'intervista di Mario Calabresi al premier, i lettori potrebbero godere di un pezzo d'arte perfetto per dichiarare un'idea di grandezza, di luce e di magnificenza come neppure avrebbe saputo estrarre dal marmo gli artisti del realismo socialista.
Ecco, il disegno di Paolo Galetto era di un surrealismo celebrativo e pop e di gran gusto. Un gradino superiore rispetto all'estetica da Caro Leader, degno dell'uomo del loden laddove il loden non c'è bensì, più che presente, ben ritratta va da sè, la cravatta di Marinella made in Riviera di Chiaia. Un regalo di Silvio Berlusconi va da sé.
2- IL MUSEO DI ENNIO DORIS
Pino Corrias per "Il Fatto Quotidiano"
Nei tristi tempi del governo dei banchieri, ecco un banchiere che fa sempre tornare il buon umore: Ennio Doris, il vispo atleta degli spot Mediolanum, "la banca costruita intorno a voi". Doris ha fondato niente meno che un museo della propria banca, nata non 6 secoli fa come Monte Paschi, ma nei remotissimi anni della comparsa di Mike Bongiorno a Canale 5, insieme con il suo amico Silvio B., che ha sempre avuto il pallino della banche, specie se lavorano molto all'estero.
Il museo è uno spasso. Il viatico e la musica sono quelli caramellati di Forza Italia: "La conoscenza fluttua nelle relazioni, attraversa le persone e si incorpora negli oggetti". Gli oggetti nel museo sono una Citroen Ds perché Doris la desiderava ogni volta che da ragazzo saliva sulla sua Fiat 500. La prima scrivania dove si accomodò con Silvio. La prima poltrona Frau dove vennero prese "importanti decisioni". Ma l'oggetto più prezioso, il Topkapi di questa Topolinia dei musei, è il bastone che Doris ha usato negli spot. Punto di congiunzione tra il reale e il soprannaturale televisivo: fu la spada che tracciò il solco, fece fiorire i mutui e poi deviò il corso dei contanti verso i paradisi della verde Irlanda.
3- LA TELEVISIONE CHE NON FA RIDERE
Natalia Aspesi per "la Repubblica"
à la televisione che non sa più far ridere, o siamo noi che non ce la sentiamo più di ridere? E neppure di sorridere? E alla fine, neppure di guardare la televisione? Sono scomparsi dal video, quasi del tutto, certi personaggi dell´avanspettacolo politico che ci facevano ridere (amaro) più ancora al naturale che nelle interpretazioni dei comici. Era facile con loro ridere e far ridere anche se poi certe figure poi in realtà si sono rivelate tragiche, almeno per il paese.
Con tutta la buona volontà ironica e sapienza comica, pare quasi impossibile oggi divertire imitando i nuovi governanti, che non divertono nemmeno di persona, in quanto persone di intimidente austerità e distacco, che non si tingono i capelli (tutti grigi!) e paiono armati di massima buona volontà non verso se stessi o i loro famigliari sino alla terza generazione come accadeva prima ma, autentica novità , verso il paese: sia pure con una propensione a immedesimarsi in Dracula, creatura che si sa, non fa ridere nessuno, soprattutto i dissanguati (vedi i tartassati).
IL RITRATTO DI MARIO MONTI SU LA STAMPAennio dorisSILVIO BERLUSCONI SABINA GUZZANTISERENA DANDINI
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