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Marco Giusti per Dagospia
Quarto giorno di festival. Fa freddo e ci si prepara alla seconda settimana di un festival che e' stato accolto piuttosto bene sia dalla critica che dal pubblico. Anche al di la' della aspettative, mentre le polemiche sembrano misteriosamente scomparse. La proiezione serale di "Her" di Spike Jonze ieri sera e' stata un vero trionfo di pubblico e di applausi per Joaquim Phoenix, un po' imbolsito, per una pimpante Scarlett Johansson e per una elegantissima Rooney Mara.
Magari il film e' un po' lungo, ma rimane un notevole viaggio nella solitudine sentimentale della generazione cresciuta di fronte a un computer. Salutato dalla critica americana come un capolavoro, 100 per cento di gradimento su Rotten Tomatoes, un record, magari non funzionera' cosi' bene doppiato, cioe' senza la voce roca e sexy di Scarlett Johansson, ma la storia d'amore impossibile tra lo scrittore di lettere d'amore per altri e Samantha, la donne virtuale che gli organizza la vita, non puo' non conquistarci.
Applausi anche per la seratona dedicata a "Song'e Napule" dei Manetti bros, ultimo film prodotto da Luciano Martino, scomparso quest'estate. Lo stesso Marco Muller ha introdotto la serata e un breve montaggio di dichiarazioni di Martino e dei suoi film. Produttori quasi totalmente indirizzato al cinema di genere, dal peplum allo spy, dal poliziottesco alla commedia sexy, che fu il suo genere di maggior successo, Martino si lego' in questi ultimi anni ai Manetti bros coi quali ha messo in piedi, come un vecchio maestro del B movie, tre film a basso costo tutti di generi diversi, il fantascientifico "L'arrivo di Wang", l'horror "Paura 3 D" e questo musicarello tra il neomelodico, il rappettaro, il poliziesco e il Gomorra-movie "Song e' Napule", che e' forse il piu' riuscito dei tre.
Anche perche' permette ai Manetti di contaminare i generi, di giocare come hanno sempre saputo fare sulla musica e sul poliziottesco, al punto che il vero omaggio a Martino lo fanno loro con i titoli di testa costruiti alla "Napoli spara" e alla "Luciano Martino presenta".
Nel film un giovane poliziotto musicista, Alessandro Roja, viene infiltrato dal suo superiore, Paolo Sassanelli, come pianista di un cantante neomelodico di successo, Lollo Love, cioe' Giampaolo Morelli, che deve cantare al matrimonio privatissima di due figli di boss della camorra. Solo cosi' la polizia potra' scoprire il vero volto del Fantasma, un killer della camorra che nessuno sembra mai aver visto. C'e' un po' di tutto, un numero comico alla Vittorio Caprioli nei film di Ferdinando Di Leo di Carlo Buccirosso, la parodia del neomelodico, qualche attore di Gomorra, l'immancabile Pennarella, caratterista del nuovo cinema napoletano, la bella e procace Serena Rossi. I Manetti riescono a mischiare tutto con leggerezza e divertimento, senza perdere d'occhio ne' l'idea di fare un cinema popolare ne' qualche omaggio cinefilo.
Stamane due film in concorso. Il primo, "Acrid" opera prima di Kiarash Asadizadeh, e' una specie di ronde alla Max Ophuls tra diversi personaggi della Teheran di oggi come le famiglie in crisi e i rapporti piu' liberi di un tempo. In pratica un personaggio incontra un altro che ne incontra un altro fino a tornare a quello iniziale. Come "La ronde" si parla d'amore, di sentimenti, di tradimenti.
Di scena pero' e' la borghesia, giovane e meno giovane, ricca e meno ricca del paese, le donne in cerca di una liberta', i rapporti tra i sessi legati a una tradizione superata, gli amori che non vanno avanti, le sofferenze della famiglia distrutta. Quel che viene fuori e' il ritratto di una popolazione che si sta molto muovendo e molto occidentalizzando, ma che non riesce ancora a perdere del tutto il contatto col passato.
Il regista cerca di fissare questo cambiamento puntando soprattutto sulle figure femminili. Bellissimi set ci mostrano le case della borghesia iraniana, con tanto di mobili Ikea, televisioni che mandano in onda il calcio italiano. Non esiste piu' l'Iran che vedevano fino a qualche anno fa nei festival. Il film e' ben scritto, ben interpretato e diretto con grande gusto.
Non ci convince molto invece il dramma danese "Sorrow and Joy" di Nils Malmros che ci pone davanti a una coppia colpita da una terribile disgrazia. Siamo nel 1984. Rimasta sola in casa, Signe, la moglie, una maestra bella, simpatica e molto amata dai suoi allievi, uccide la figlioletta di nove mesi apparentemente senza un motivo. Il marito, Johannes, un cineasta famoso, cerca, con l'aiuto dei medici e della polizia di capire il perche' di questo gesto e ben presto ci rendiamo conto che lei era una maniaca depressiva che aveva abbandonato le pillole di litio che la aiutavano, e aveva gia' provata a uccidersi dieci anni prima.
Lui non e' un mostro di simpatia e faceva pesare a lei il fatto di essere meno colta e intelligente di lui, di avere anche un gusto mostruoso nell'arredamento di casa, per non parlare della famiglia disastrosa. In pratica, se lei ha fatto quel che ha fatto era anche per uscire da un rapporto nel quale lei si sentiva oppressa e umiliata quotidianamente. Il tutto e' girato con un gelo da telefilm tedesco e con attori non troppo comunicativi. Non ci pareva un capolavoro imperdibile.
manetti bros song e napule giampaolo morelli lollo love song e napule alessandro roja in una scena con paolo sassanelli antonello cossia e juliet esey josep SONG E NAPULE SONGE NAPULE acrid sber abar in una scena del film ACRID acrid mohammad reza ghaffari in una scena del film sorrow and joy sorrow and joy sorrow and joy x
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