la torta del presidente

LA ROMA DEI GIUSTI - “LA TORTA DEL PRESIDENTE”, DEL REGISTA IRACHENO HASAN HADI, GIÀ VINCITORE DELLA CAMÉRA D’OR A CANNES NEL 2024 E PRESENTATO OGGI A ALICE NELLA CITTÀ, È UN GIOIELLO CHE NON ANDREBBE PERSO - IL PRESIDENTE È QUEL MOSTRO DI SADDAM HUSSEIN. LA TORTA È QUELLA CHE UNA BAMBINA POVERISSIMA NELL’IRAQ DEGLI ANNI ’90, MENTRE GLI AMERICANI INIZIANO A BOMBARDARE BAGDAD, DEVE CONFEZIONARE TROVANDO NEI MERCATINI DELLA CITTÀ TUTTI GLI INGREDIENTI - UNA FAVOLA DI GRANDE UMANITÀ… - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

The President s Cake - la torta del presidente

Il Presidente è quel mostro di Saddam Hussein. La torta è quella che una bambina poverissima nell’Iraq degli anni ’90, mentre gli americani iniziano a bombardare Bagdad, deve confezionare trovando nei mercatini della città tutti gli ingredienti, zucchero, uova, farina, in due giorni dai festeggiamenti dei 50 anni del dittatore. La aiutano la vecchia nonna Bibi, con cui vive, e un bambino della sua classe, Saeed, ladruncolo ma di buon cuore.

 

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Questo “La torta del presidente”, opera prima del regista iracheno Hasan Hadi, già vincitore della Caméra d’Or a Cannes nel 2024 e presentato oggi a Alice nella città, è un gioiello che presto arriverà anche in sala e non andrebbe perso. Perché ci racconta una favola di grande umanità, e ci riporta alla prima delle guerre mediatiche che abbiamo vissuto negli ultimi trent’anni. Le bombe su Bagdad che tanto esaltavano la buonanima di Emilio Fede, direttore del Tg4, sono qui una maledizione del cielo.

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Ma non sono da meno i militari di Saddam che trattano da schiavi gli iracheni. Perfino il maestro della bambina protagonista, Lamia, interpretata dalla piccola Baneen Ahmed Nayyef, è un militare pronto a mandarti in galera e a rovinare la tua famiglia se non gli porterai la torta richiesta in due giorni. Per questo Lamia chiede aiuto alla nonna Bibi, e poi all’amico del cuore Saeed. Solo che la nonna, che si sente stanca e malata, pensa di poter affidare la bambina a una signora amica che ha un ristorante, e Lamia scappa.

 

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In una Bagdad impossibile, tra truffatori, ladri, militari, e le bombe americane pronte a cadere. Il cuore del film è appunto in questa fuga per la città, alla ricerca di zucchero, farina, uova, con un paese dove “siamo passati da un uovo a testa al giorno a un uovo a famiglia al giorno”.

 

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Il regista ricostruisce, come può, le sfilate, gli ospedali già pieni di feriti da bombardamento, perfino un cinema dove danno i porno italiani che tanto piacevano al regime (c’è il manifesto di “Taxi Love”). Lamia e Saeed cercano di trovare gli ingredienti come possono, a contatto con un’umanità e una situazione da primo neorealismo italiano, da “Ladri di biciclette” a “Sciuscià”. Lo distribuisce in Italia Lucky Red, uscirà il 20 novembre.

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