ron galella

“LEONARDO AVEVA LA SUA MONNA LISA, IO HO AVUTO LA MIA JACKIE” – IL PIU' FAMOSO PAPARAZZO AMERICANO RON GALELLA PARLA DELLA SUA OSSESSIONE PER JACQUELINE KENNEDY: “ERA LA MIA MATERIA PREFERITA, LA MIA RAGAZZA D’ORO. SI NASCONDEVA DIETRO I SUOI OCCHIALI SCURI CHE ERANO COME UNA TENDA DA CUI POTEVA VEDERE IL MONDO” – RINO BARILLARI? “NON AMO I PAPARAZZI ITALIANI: HANNO L’ABITUDINE DI…”

Michela Proietti per “Liberi Tutti – Corriere della Sera”

 

ron galella

Nella sua vita ha rincorso tutte le persone famose del mondo. E lo farebbe ancora.

«Se potessi inseguire Melania o Ivanka Trump lo farei eccome, sono entrambe bellissime. Ma non posso più, perché sono invalido».

 

Ronald Edward Galella,il paparazzo più famoso del mondo, considerato il pioniere del genere, in 40 anni di carriera ha fotografato 3 milioni di personaggi. «Paparazzo Extraordinaire» per Newsweek, «Godfather of U.S. paparazzi culture» per Time e Vanity Fair, ha vissuto buona parte della sua vita con un' ossessione, quella per Jackie Kennedy Onassis, fotografata per la prima volta nel 1967 al Plaza Hotel di New York, insieme a Franklin Delano Roosevelt Jr.

 

ron galella jackie o

Fino a domenica quello scatto, insieme ad altre immagini, sarà in mostra a Milano nell' esposizione Extraordinary images of a timeless fashion icon all' Hotel Chateaux Monfort. Una retrospettiva che celebra una passione durata più di due decenni, compreso il periodo in cui, dopo una dura battaglia legale, Galella è stato obbligato a mantenere da lei una distanza di 15 metri.

 

Perché era ossessionato da Jackie?

«Perché era la mia materia preferita, la mia ragazza d' oro. Aveva dei bellissimi occhi grandi e una figura aggraziata che la rendeva un' icona della moda, sia che indossasse abiti informali o un Valentino. Tutto ciò la rendeva misteriosa».

 

windblown jackie by ron galella

Ha saputo dopo tanto tempo che Jackie teneva nella sua libreria un volume con le foto scattate da lei. Ne è stato felice?

«Forse non amava me, ma credo che amasse il mio lavoro. Quel libro glielo avevo fatto avere tramite il suo portiere».

 

Di quale foto va più orgoglioso?

«Sicuramente Windblown Jackie, (Jackie portata dal vento; ndr) una delle rare foto in cui era vestita in modo informale. Leonardo Da Vinci aveva la sua misteriosa Mona Lisa, io ho avuto la mia Windblown Jackie».

 

Insiste sul mistero di Jackie. Perché?

«Ciò che rende affascinante ogni donna è il suo mistero. Jackie si nascondeva dietro i suoi occhiali scuri, che erano come una tenda da cui poteva vedere il mondo senza mostrare la sua espressione».

 

Cosa ha infastidito Jackie al punto di spingerla a farle causa?

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«Probabilmente il fatto che stavo fotografando i suoi figli. Era molto protettiva con loro, voleva che avessero una vita normale.

Quando mi ha visto scattare le foto a John in bici, voleva a tutti i costi il rullino. Ma alla fine le foto di quel rullino sono state pubblicate sul New York Daily News e su altre testate internazionali».

 

Se l' avesse ricevuta per un tè, cosa le avrebbe detto?

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«Sarei stato un po' nervoso e le avrei chiesto cosa pensava del mio libro Jacqueline. Avrei voluto sapere anche cosa pensava davvero di me. Non solo le bugie che ha raccontato in tribunale per vincere il processo».

 

Oltre a Jackie ha avuto altre ossessioni?

«Elizabeth Taylor. Ma ho avuto una predilezione anche per Richard Burton, Brigitte Bardot e Sophia Loren».

meryl streep by ron galella

 

Oggi chi fotograferebbe?

«Ora Taylor Swift è la numero uno, con il suo viso dolce, giovane e il suo sorriso luminoso».

 

Lei ha inseguito anche Madonna.

«È molto sexy, ma è minuta e con le gambe corte. Le donne slanciate sono più attraenti e purtroppo questo vale anche per Mariah Carey».

 

Hai mai ritoccato le foto?

«Nella mia epoca non avevamo Photoshop. A volte metto riflessi negli occhi per aggiungere vita».

 

john travolta ron galella

Conosce Instagram?

«Ho un account (ron_galella), gestito dai miei assistenti di studio».

 

Hai mai incontrato Bill Cunningham?

«Sì: le star lo amavano perché era sempre lì con il sorriso, pronto per fotografarle e pubblicarle sul New York Times. Io invece non ero così amichevole perché volevo foto più realistiche.

Quando sei un amico le celebrità si mettono in posa per te e i risultati sono sempre gli stessi».

 

Conosce Rino Barillari,?

«No, ma non amo i paparazzi italiani: hanno l' abitudine di provocare le celebrità per fare foto vendibili».

 

jackie o by ron galella

Allora che effetto le fa essere definito «paparazzo»?

«Quando ho pubblicato il mio primo libro Jacqueline ho scritto a Federico Fellini chiedendogli dove avesse preso il nome "paparazzo". Ha risposto: "Quando ero uno scolaro a Rimini, ero vicino di banco di un ragazzo molto irrequieto.

RINO BARILLARI RICOVERATO

 

L' insegnante lo ha chiamato paparazzo che è una specie di zanzara che ronza sempre. Mentre stavo scrivendo la sceneggiatura de La Dolce Vita, mi è venuto in mente quel soprannome, così ho chiamato uno dei fotoreporter Paparazzo"».

 

È orgoglioso delle sue radici italiane?

«Moltissimo. Mio padre Vincenzo è venuto negli Stati Uniti da Muro Lucano, in Basilicata, di cui ora sono cittadino onorario».

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