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Fabio Cavalera per il "Corriere della Sera"
A Charles Saatchi quella sceneggiata con le mani al collo di Nigella costerà una fortuna. Lei, vista come è finita la sua storia d'amore, ha deciso di cucinarsi l'ormai ex marito nel migliore dei modi. A fuoco lento.
In ballo, oltre all'onore e al rispetto, c'è un tesoro che vale alcune centinaia di milioni di sterline. Si parla di una delle collezioni d'arte contemporanea più importanti al mondo. Era inevitabile che prima o poi la questione venisse a galla: come dividere l'immenso patrimonio, adesso che fra i due è calato il gelo?
Charles Saatchi, nei giorni scorsi, ha provato a lanciare l'ultimo affondo. Al Daily Mail ha annunciato pubblicamente il suo divorzio dalla presentatrice, giornalista, scrittrice e cultrice di arti gastronomiche.
Non contento di essere stato immortalato al tavolo di un ristorante di Mayfair intento a svillaneggiare in modo violento la consorte, il settantenne collezionista pretendeva una dichiarazione con cui la stessa Nigella lo avrebbe dovuto difendere se non sollevare dalle accuse. Non avendo ricevuto «il supporto» che si aspettava Charles Saatchi ha deciso di prendere il toro per le corna.
Forse ancora non immaginava il seguito. O forse si era dimenticato che la furba Nigella ha una cugina, la baronessa Shackleton che, col soprannome di «Steel Magnolia», la magnolia d'acciaio, è una delle più accanite esperte di separazioni, liti familiari, guerre patrimoniali, avvocato di primissima grandezza.
E' lei, tanto per citare, che ha consigliato e guidato il principe di Galles, Carlo, nella sua controversa causa di divorzio. E sempre lei, ricorda il Sunday Telegraph, che si prese cura di sir Paul McCartney, facendolo così bene che alla fine della causa, l'ex modella e seconda moglie del Beatle, le scaraventò addosso una brocca piena d'acqua.
Avere contro Lady Shackleton è una sventura. Ma Charles Saatchi se l'è cercata. E adesso è l'ora del regolamento di conti. Al ricchissimo gallerista gli avvocati e le beghe legali danno fastidio. E' un tipo piuttosto schivo. Allora si trova costretto a trattare di persona con «Steel Magnolia». Nessuna mediazione. Lui faccia a faccia con la baronessa che si è presa a cuore le sorti della cinquantatreenne Nigella.
Un problema lo assilla: come sarà possibile difendere l'integrità della collezione, la collezione privata di valore più alto che ci sia sulla faccia della terra? Undici anni fa, nel 2003, quando Charles e la chef Nigella restarono fulminati uno dell'altra e viceversa fu calcolato che le opere di proprietà dell'ex mago della pubblicità valevano almeno 200 milioni di sterline.
Considerato che è passato parecchio tempo, che molti dei pezzi conservati nei forzieri della Saatchi Gallery hanno visto le quotazioni schizzare verso l'alto, che oltre la coltre dell'ufficialità c'è sempre qualche sorpresa, ecco allora che quella cifra va moltiplicata chissà per quanto.
Charles Saatchi non è uno che si arrende facilmente. Ma la legge è legge. E la legge britannica in materia di divorzi è chiara. Dunque è impossibile che il «tesoro» sfugga alla lista delle spesa, ovvero alla lista dei beni che i coniugi hanno condiviso. Nigella reclama la sua parte e la baronessa ha già avviato la radiografia del magazzino.
Charles deve trattare direttamente con lei se non vuole finire nelle sabbie mobili, pericolosissime, di una causa che rischia di essere disastrosa. Anche perché un testimone, sentito dal Sunday Telegraph , giura di avergli sentito promettere di lasciare la sua fortuna a Nigella in caso di morte. Difficile se non impossibile diseredarla proprio ora.
Rifletterà a fondo, Charles Saatchi, sui suoi scatti d'ira. Anche nella causa di divorzio con la seconda moglie, Kay, si ritrovò spiazzato. Medicò donandole alcune opere. Questa volta il bilancio di fine matrimonio sarà molto ma molto più salato.
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