RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
1. UN SORNIONE TRIBUTO A CHI HA SCELTO ANNALENA BENINI PER GUIDARE IL SALONE DEL LIBRO DI TORINO
Estratto dell'articolo di Giuliano Ferrara per “il Foglio”
Parigi perde le sue trottinette, a noi il monopattino. Annalena Benini o se volete Annalena, campione di leggerezza e libertà letteraria, dirigerà la nostra Francoforte sul Po, il salon des salons, il tempio torinese del libro.
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Benini, rigorosamente senza l’articolo determinativo che non usa più, nasce beneducata nella migliore provincia italiana, quella di Micòl Finzi-Contini; nasce capace di scrivere con una facilità complicata e commovente, l’analitica delle emozioni con un tocco sdrucciolevole e ilare; nasce bella di una bellezza tradizionale sognata anche dai colonnelli dell’Esercito in pensione; nasce con una grinta maliziosa che la libera dalla necessità di esibire un curriculum banale, che la lega ai figli all’amore alla casa e al lavoro come una mamma e come una serpe di campo che sa stare sulla riva del fiume senza sgambettare e sgomitare.
(...) Annalena è unica. (...) Per una macchina infernale come il Salone di Torino è sulla carta una benedizione.
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Con Giuli al MAXXI, Annalena Benini al Salone e Buttafuoco al solito segnale orario, da lui sempre sognato, viene naturale pensare anche a un cambio di stile, che magari non piacerà a tutti ma avrà qualcosa da dire, specie dopo il late style o stile del sublime senile che ci ha un po’ afflitto negli ultimi decenni di arte, cinema, musica e letteratura, con tutti i suoi meriti, le sue bellurie e le sue bellezze. Da qui inevitabile un sornione e garbato tributo di gratitudine al nuovo regime, che per fortuna e astuzia si rivela fatto della solita vecchia pasta nazionale ma con un minimo di inventiva e di audacia in più, ah! la Nazione e il tempo che passa. Si dice che i premi letterari bisogna evitare di meritarseli, ecco. Una kermesse di editoria e feste librarie non è un premio letterario, ma è consolante che vada in braccio a una scrittrice che non l’ha meritata.
2. SALONE DEL LIBRO E FAMIGLIE: LC E CL, “IL FOGLIO” E FELTRI JR.
Estratto dell'articolo di Massimo Novelli per “il Fatto quotidiano”
Il Salone del Libro di Torino ha una nuova direttrice per il prossimo triennio: è Annalena Benini, giornalista e scrittrice. Prenderà il posto, dalla fine di maggio, di Nicola Lagioia. Ferrarese, classe 1975, scrive per Il Foglio, dove si occupa di cultura e cura un inserto settimanale.
È sposata con il giornalista Mattia Feltri, che, una volta, ha scritto di lei: “Era alla redazione di Roma del Foglio, io a Milano. Era entrata come stagista grazie all’interessamento di sua zia Daria Bignardi e di Luca Sofri”.
Si dice sia vicina a Comunione e Liberazione. La sua nomina è arrivata a sorpresa ieri pomeriggio. Una scelta, quella di Benini, che fa seguito alle polemiche e alle querelle dei mesi scorsi, che avevano trasformato la questione della direzione della kermesse del Lingotto in una vicenda di ordinaria tentata spartizione dei posti.
Qualche settimana fa, infatti, lo scrittore Paolo Giordano, il candidato allora favorito per guidare il Salone, aveva deciso di uscire di scena per le troppe ingerenze politiche locali e romane, a cominciare da quelle del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Ingerenze, in particolare, sugli “amici” graditi alla destra da inserire nel comitato direttivo della kermesse: da Pietrangelo Buttafuoco a Giordano Bruno Guerri. Paolo Giordano, inoltre, piaceva poco a Sangiuliano e soci in quanto ritenuto troppo di sinistra, e forse anche troppo indipendente.
La nomina di Benini è frutto di un vero coup de théâtre, degno dei più consumati capocomici: nel caso sono Alberto Cirio, presidente di centrodestra della Regione Piemonte; il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, centrosinistra, e Silvio Viale, presidente dell’Associazione Torino Città del Libro, detentrice del marchio della manifestazione.
I tre hanno annunciato la nuova timoniera, sebbene si fosse detto fino alla noia che la scelta sarebbe giunta solo dopo il Salone, quello del maggio prossimo. La loro mossa è una replica in chiave neanche troppo postmoderna dei vecchi consociativismi destra-sinistra della Prima Repubblica. Una sorta di compromesso storico, insomma, quello che fu caro alla Dc e a certo Pci.
Accontenta tutti e va persino in controtendenza, in ogni caso, rispetto alle politiche settarie del governo Meloni. Che Torino sia ancora una volta una città laboratorio?
annalena benini foto di baccosandro veronesi annalena benini foto di baccoannalena benini pierluigi battista foto di bacco (1)annalena benini
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