carlo conti

SARA' UN SANREMO ANALCOLICO. MA COSA POTEVAMO ASPETTARCI DAL DEMOCRISTIANO CARLO CONTI, IL VOLTO ISTITUZIONALE DEL SERVIZIO PUBBLICO? CON L’ANNIENTAMENTO DEI MONOLOGHI A SANREMO, IL PRESENTATORE CONFERMA DI VOLER EVITARE POTENZIALI POLEMICHE POLITICHE - LO SCRITTORE PAOLO DI PAOLO: "LA GARA NON HA PUNTE DI IMPEGNO CIVILE IN FORMA DI CANZONE. NEI TESTI DELLE CANZONI PREVALE L'AMORE, LA PASSIONE, I CUORICINI. SOLO FAZIO E BONOLIS ERANO INTERESSATI A COSTRUIRE PERCORSI PENSOSI..."

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https://www.repubblica.it/spettacoli/dossier/fiumi-di-parole/2025/02/10/news/monologhi_sanremo_fiumi_di_parole-423991653/?ref=RHLM-BG-P2-S2-T1

 

Estratto dell'articolo di Paolo Di Paolo per www.repubblica.it

 

carlo conti 3

Si potrebbe impostare una controstoria del festival di Sanremo non già a partire dalla quota di canzoni “impegnate” nelle settantacinque edizioni, che in assoluto risultano poche. Più sottile potrebbe essere individuare la quota di conduttori e conduttrici propensi ad aprire la parentesi politica, ad accettare quando non a incentivare il rischio della polemica che poi mangia le canzoni. […]

 

Carlo Conti ha dato il colpo di grazia e li ha espunti – forse per sempre – dal palco. Un peccato? Si vedrà. Ma direi a spanne che solo Fazio e Bonolis erano davvero interessati a costruire percorsi pensosi: se inviti Gorbaciov, se parli di lavoro, se scomodi il senso della vita, qualcosa di impegnato salta fuori.

 

carlo conti 1

I conduttori disimpegnati – la maggioranza, una specie di allegro immarcescibile democristianismo – hanno tutt’al più lasciato margine di iniziativa a co-conduttori, co-conduttrici, comici, ma dietro l’angolo c’è il rischio fraintendimento, shistorm, voce che trema, saliva azzerata (ricordate, fra i tanti, i casi Crozza o Palombelli?). Giusto se arriva Benigni e spara qualche battutaccia nessuno si arrabbia, perché è l’iper giullare ormai molto istituzionale e molto autorevole.

carlo conti 2

 

[…] Siamo, nella sostanza, tornati in fretta al pippobaudismo: il conduttore si limita a scendere le scale e a dire – un po’ emozionato perché si emozionano tutti – buonasera e benvenuti. E via alla gara. Che quest’anno in effetti non ha punte di impegno social civile in forma di canzone.

 

Qualcuno si dirà sollevato, perché la retorica può essere un non trascurabile effetto collaterale. E tuttavia quei titoli che già a novembre chiarivano “Conti dice no ai brani politici” non risultano, a testi letti, iperbolici. […] E poi mica è strano che prevalga l’amore, la febbre, la passione, l’incoscienza, damme ’na mano, cuoricini, chiamo io chiami tu.

 

carlo conti 2

Si butta almeno un po’ la trentenne Joan Thiele e, come si dice, tra le righe: «Fidati è meglio sbagliare che restare immobile / E se potessi dirti che / Qui la paura non ha età / E se capissi perché contano sempre più le idee / Rimangono negli occhi della gente / Hanno più potere della rabbia / Tu difendile». Marcella Bella sostiene che il suo è un inno femminista («Non mi fa male niente / stronza / forse / ma sorprendente»).

 

carlo conti

Il cuore evocato dalla canzone di Massimo Ranieri (autori Tiziano Ferro, Nek, Giulia Anania) in guerra o in mare, chissà, potrebbe essere una metafora larga più di quanto appaia. La spallata la dà Willie Peyote: «Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare nelle piazze, grazie ma no grazie».

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